
Quando si parla di calendari, appare molto chiaro quanto il Nord America faccia fatica ad inserirsi nella grande mappa geografica che sogna di fare l'UCI. Una superpotenza come gli USA non ha una corsa al massimo livello, così ad attirare le grandi star oltreoceano ci pensa il Canada, e in particolare la regione del Québec, che dal 2010 regala agli appassionati i Grands Prix Cyclistes de Québec e Montréal, fin dal principio inseriti nel circuito del WorldTour.
A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 a Montréal c’era il GP des Ameriques, poi nel 1999 è arrivato, per un solo anno, il Tour Trans Canada, 10 tappe che toccavano tutti i luoghi più iconici del Canada orientale, comprese le Cascate del Niagara. Il motore di tutto ciò era però lo stesso che oggi organizza il GP di Montréal e Québec, e che il prossimo anno allestirà il Mondiale su queste stesse strade, vale a dire la famiglia Arsenault, prima col papà Serge (giornalista, portò per la prima volta il Tour de France in TV nel Québec) e oggi col figlio Sébastien.
L’organizzazione, inizialmente molto europea e francese, è diventata via via sempre più canadese e oggi gli eventi sono ben rodati. Tra il GP de Québec di venerdì 12 e il GP de Montréal di domenica 14 settembre, sono attesi complessivamente circa 250 mila tifosi, pronti ad affollare le strade delle due città. «L’intuizione giusta è stata quella di creare un circuito in centro città, generando spettacolo per i tifosi e per i corridori - ha spiegato Joseph Limare, general manager dei Grands Prix Cyclistes -. Non è un caso che anche in Europa si cerchi sempre di più questa soluzione, perché gli spettatori si divertono di più e alla fine sono loro il nostro motore. Poi c’è la qualità organizzativa della gente del posto, che allestisce eventi di altissimo livello, con grande accoglienza per tutti, ai quali poi i corridori vogliono tornare, e così anche sponsor e istituzioni si affezionano e continuano ad investire».
I costi per organizzare una gara in Nord America sono superiori rispetto all’Europa, ma la formula della gara in circuito e l’attenzione che è venuta a crearsi fin da subito attorno alle corse ha spinto città e sponsor a credere nel progetto. Il Mondiale di Montréal del 2026 sarà il culmine di questa continua crescita: «Il Mondiale è un processo iniziato una decina di anni fa con Serge e Sébastien Arsenault, c’era questo sogno ma ci siamo detti “prima organizziamo 10 edizioni del GP di Montréal, solo a quel punto saremo pronti anche per un Mondiale”. Ed eccoci qua» ha detto ancora Limare.
E se il progetto si allargasse a qualche altra area del Nord America? «Esploriamo e guardiamo a qualsiasi zona o città che possa essere interessata a qualcosa di simile. Il Messico? È in corso una valutazione…» .
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