SANTA MARIA DI SALA. Tra libri e campioni. GALLERY

INIZIATIVE | 14/03/2016 | 08:23
Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, si è ancora una volta confermata città del ciclismo. Ad evidenziarlo è stata la presentazione dell'ultimo libro realizzato dal giornalista e scrittore Claudio Gregori dal titolo "Il Figlio del Tuono. Il Romanzo di Eddy Merckx" avvenuta sabato sera nel gremito teatro comunale Sandro Pertini di Villa Farsetti della Città Metropolitana di Venezia. L'opera, edita da "66th and 2nd Editoreî rappresenta un pezzo importante della storia del ciclismo che merita di essere conosciuta e tramandata alle nuove generazioni. Un libro molto bello ed accattivante, scritto dalla penna di chi ha a cuore lo sport del pedale, che racconta la vita degli uomini che hanno conosciuto la gloria ma anche la sconfitta.
 
E' stata una serata del tutto particolare e significativa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, ciclisti di valore assoluto come gli iridati Ercole Baldini, Francesco Moser, Alessandra Cappellotto, il campione olimpico Franco Testa, i tricolori Attilio Benfatto, Simone Fraccaro e Arturo Sabbadin che hanno portato il contributo e hanno reso noti quelli che sono stati i loro rapporti con Merckx soprannominato il "cannibale". Corridore che non ha collezionato solo vittorie nello sport ma è stato un campione nella vita.
 
La serata, condotta da Marco Pastonesi e da Stefano Fornasier, è stata inaugurata dal saluto di benvenuto da parte del sindaco, Nicola Fragomeni e dall'irriducibile artefice di tutte le iniziative legate al ciclismo, Bruno Carraro.
 
"Merckx - ha ricordato Gregori nel presentare la sua ottava opera - aveva la filosofia dell'attacco e della gestione delle gare ma soprattutto la ferocia agonistica che esaltavano le sue imprese. Comparando le sue e quelle di Coppi posso affermare che il belga è stato il più forte mentre Fausto il più grande".
 
"La grandezza di Merckx - ha proseguito - era quella di farsi carico della corsa e provvedeva all'eliminazione degli avversari che lo consideravano un autentico ordigno pericoloso". Il belga è stato campione anche nella sconfitta e a tale proposito Baldini nel proprio intervento ha reso noto un particolare della vita di Merckx quello legato alla sua esclusione dal 52° Giro d'Italia nella tappa di Savona (2 giugno del 1969) quando ad un controllo gli furono riscontrate irregolarità.
 
"Io da turista ero andato a trovare gli amici - ha raccontato con lucidità e pacatezza l'83enne l'ex primatista dell'ora, che a Santa Maria di Sala è stato accompagnato dalla compagna e dal fratello - e quando gli fu comunicata l'esclusione ci fu grande clamore. Tutti si strinsero intorno a lui in segno di solidarietà ma alla fine il Giro dovette proseguire con la partenza da Celle Ligure e tutti andarono via. Rimanemmo da soli. Nel vederlo così abbattuto ed amareggiato gli feci coraggio ricordandogli che lui aveva tanti nemici e che forse qualcuno avrebbe potuto tirargli un brutto scherzo per metterlo fuori gioco. Lui mi ascoltava pensieroso ed io lo esortai ad andare avanti per la sua strada perché gli uomini si vedono nelle difficoltà. Così fu e alla fine emerse che qualcuno avrebbe falsificato quei controlli. A Merckx quelle mie parole rimasero scolpite nella mente e tutte le volte che abbiamo l'occasione di incontrarci me le ricorda abbracciandomi. Un ricordo che per me è rimasto indelebile".
 
Il campione di Villanova di Forlì
ha poi voluto ricordare i momenti in cui ha conosciuto per la prima volta Fausto Coppi. "Ero giovanissimo - ha precisato - ed io ed alcuni compagni ci stavamo allenando sulle nostre strade quando ad un tratto sentimmo alle nostre spalle un gran movimento. Ci fermammo per capire cosa stesse accadendo e ci accorgemmo che Fausto si stava allenando seguito, come sempre, da tanti tifosi e giornalisti. Lui riuscÏ a raggiungerci e si affiancò. Si congratulò con noi per quello che stavamo facendo e ci chiese se potevamo pedalare insieme e accoglierlo all'interno del gruppo in senso di protezione perché aveva il terrore delle moto e da quella volta diventammo amici".

Baldini nella stessa giornata era andato a fare visita all'amico e collega di tante battaglie Alfredo Sabbadin ricoverato da alcune settimane nellíospedale di Noale (Venezia).
 
E' toccato poi a Franco Testa ricordare Merckx. "Incuteva timore vederlo correre e a volte sembrava una saetta - ha detto - ed è stato giusto definirlo 'cannibale'".
 
"Avevamo grande timore di Eddy Merckx - ha rilevato Attilio Benfatto - perché era imprevedibile e voleva essere lui il protagonista ad ogni costo anche quando in palio non c'era nulla. Non lo dimenticherò mai quando eravamo nel giorno di riposto al Giro d'Italia ed eravamo reduci da una tappa durissima e terribile che ci aveva distrutti. Mentre tutti si stavano riposando per recuperare le energie perse lui e la sua squadra si erano messi al lavoro di buon ora e per giunta su un percorso impegnativo. In quel momento ci siamo sentiti inferiori ed abbiamo capito che avevamo a che fare un vero fuoriclasse. Era un grande che non guardava in faccia a nessuno e sapeva sempre quello che voleva. Il suo modo di prepararsi mi ha fatto capire che alla fine il lavoro e la grande volontà ripagano sempre".
 
"Mi ritengo fortunato per aver corso con un personaggio come Merckx - ha precisato dal canto suo Simone Fraccaro - qualche volta mi ha chiesto di dargli una mano in gara ed io mi sono sempre rifiutato di farlo nel rispetto di Felice Gimondi che era il mio capitano. Però posso dire che era un uomo di parola".
 
"Da ragazzo seguivo le gare dei miei fratelli ed ero diventato un tifoso di Merckx perché mi piaceva il suo modo di correre e di interpretare le gare - ha osservato Francesco Moser - ma quando me lo sono trovato come avversario le cose sono cambiate. Lui non si dava mai per vinto ma non dimentichiamo che al suo fianco ha avuto sempre squadre composte da corridori straordinari. Il 1975 è stato l'ultimo anno che è andato forte. Mi è capitato di batterlo al Tour, anche se per pochi secondi, nella cronometro e da quel momento si Ë capito che le cose stavano cambiando. Aveva grande dignità e ricordo che ai Mondiali di San Cristobal a lui non riuscì l'impresa di rientrare tra i primi e a quel punto decise con grande dignità di essere l'ultimo nell'ordine d'arrivo evidenziando una insospettabile grandezza umana".
 
"Tanti miei amici si chiamavano Eddy in onore di Merckx - ha precisato Alessandra Cappellotto - . Quello che ricordo maggiormente e che da ragazza nella mia famiglia si litigava per lui e per Gimondi. Ma quello che non dimenticherò mai ed è rimasto nel mio cuore è stato il 'benvenuta nel ciclismo' che Ercole Baldini mi rivolse quando vinsi il titolo mondiale. Affermazioni che soltanto i grandi sono capaci di fare".
 
Significativa la presenza sul palco dei giovanissimi corridori del Gruppo Ciclistico Robegano-Metaldarm che hanno seguito la manifestazione con sacralità.
 
La cerimonia si è conclusa con i saluti ed i ringraziamenti di Gregori e di Carraro. "Il ciclismo è lo sport più bello - hanno concluso - perché è più ricco di umanità".
 
La prossima tappa di presentazione de "Il Figlio del Tuono. Il Romanzo di Eddy Merckx" è in programma lunedì 14 marzo al Castello di Bevilacqua (Verona) in occasione della presentazione del 21° Prestigio d'Oro-Fiera del Riso di Isola della Scala. Per l'occasione Claudio Gregori riceverà il Premio Fair Play-Cicli Liotto e sarà festeggiato Michele Dancelli con il Premio Simpatia Club 88 a 46 anni di distanza dalla sua vittoria nella Milano-Sanremo.

Francesco Coppola
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