LA RUSVELO DIVENTA GAZPROM COLNAGO. GALLERY

PROFESSIONISTI | 28/11/2015 | 18:25
«Perché Desenzano? Perchè l'Italia è il paese più ciclistico del mondo, perché Desenzano è bella, perchè questa sera Desenzano è il centro del mondo con un annuncio mondiale: Rusvelo divneterà Gazprom Colnago, due marchi di assoluto valore mondiale». Inzia così la presentazione mondiale di questo nuovo team che da Rusvelo si trasforma in Gazprom, una delle aziende globali più conosciute nel mondo. Un marchio una garanzia, anche a livello sportivo, visto che è uno dei main-sponsor della Champions League.

«Amo da sempre il ciclismo, ho sognato fin da ragazzino di poter avere una Colnago, questa sera corono il mio sogno, varando una squadra che a me sta molto a cuore e che utilizzerà le biciclette più desiderate del mondo», così Igor Makarov, il signor Gazprom ha accolto con evidente commozione la bicicletta in dono direttamente dalle mani di Ernesto Colnago. «Io non sono abituato a parlare - ha detto il grande costruttore di Cambiago -, è dagli anni Ottanta che lavoro sul mercato sovietico, sapete cosa ho fatto nel ciclismo, ma soprattutto mi piace pensare che qualcosa in questo sport posso ancora fare a fianco di un amico fraterno come Igor Makarov».

Poi il maestro di Cambiago si lascia andare ai ricordi... «Ho cominciato ad avere rapporti con Mosca agli inizi degli anni Settanta – racconta Colnago con un pizzico di commozione mista a nostalgia -. I russi arrivarono con Kapitonov, il campione olimpico di Roma ’60, che con noi ha sempre avuto un feeling particolare. Ricordo che erano i primi anni in cui partecipavo a Fiere del settore con il nostro stand e quell’anno eravamo impegnati a Parigi. Arrivò, mi spiegò che aveva bisogno di me. Lo invitai a Cambiago e lui si presentò qualche settimana più tardi con alcuni funzionari dell’allora Federazione Sovietica. Toccarono con mano quello che facevamo e mettemmo giù l’intesa di collaborazione».

«Alle Olimpiadi di Mosca ’80 vincemmo l’oro proprio con la Russia (Yuri Kachirin, Oleg Logvin, Sergey Chelpakov, Anatoly Jarkin, ndr). Per quell’occasione realizzammo una bicicletta specialissima, con ruota anteriore del 26, forcella più bassa e manubrio aerodinamico a corna di bue. Ricordo che, grazie a quel successo, le nostre biciclette fecero il giro del mondo. Fu un passaggio molto importante, dal punto di vista tecnologico e di conseguenza anche commericiale».

In quegli anni l’URSS ha come atleta simbolo quello che molti indicano come l’Eddy Merckx dell’Est: Sergey Soukoruchenkov, figlio di contadini, spronato a da un fratello a dedicarsi al ciclismo (lui avrebbe voluto giocare al calcio) nato a Briansk il 22 agosto del 1956.
«Souko», così viene benevolmente chiamato, tocca l’apice della sua popolarità all’Olimpiade moscovita non solo perché vince la medaglia d’oro della prova in linea su strada, ma per il modo in cui la conquista. Scattato fin dall’inizio taglia il traguardo dopo una fuga durata 125 chilometri, staccando di quasi 3 minuti il secondo classificato, il polacco Lang. L’eccezionalità dell’impresa del campione sovietico è sottolineata da tutti gli osservatori presenti ai Giochi di Mosca e desta ammirazione ed entusiasmo ben differenti a quelli che aveva suscitato, 20 anni prima, il tecnico di «Souko», Viktor Kapitonov.

Ma Ernesto Colnago è anche colui che mette la bicicletta sotto il sedere alla «perestroika». Caduto il Muro, Colnago intuisce subito la possibilità di creare la prima squadra professionistica dell’ex Unione Sovietica. È il 1989 e Colnago assieme a John Bruschi e Giovanni Giunco, dà vita alla Alfalum. «Mi dicono: Ernesto, pensaci tu – ricorda -. Ci penso un po’, mi guardo attorno, cerco di individuare qualche industriale disposto a credere a questo progetto con me e finalmente lo trovo. Un’azienda sammarinese produttrice di serramenti in alluminio che si trova a gestire la prima squadra ciclistica professionistica composta solo da atleti che fino a quel momento potevano solo essere dilettanti. L’operazione dal punto di vista mediatico fu a dir poco eccezionale. La squadra fu affidata a Primo Franchini. Dietro c’è la Sovintersport, braccio operativo del Ministero dello Sport. I corridori erano Piotr Ugrumov, Dmitri Konishev, Vladimir Pulnikov, Asiate Saitov, Andrei Tchmil, tutti soldati dell’Armata Rossa».

Poi dopo di loro arriverà Pavel Tonkov e poi in tempi più recenti Yaroslaw Popovich.

da Desenzano Pier Augusto Stagi

L'ORGANICO
I 21 corridori in organico sono: Ildar Arslanov, Igor Boev, Artur Ershov, Alexander Evtushenko, Segey Firsanov, Alexander Foliforov, Alexey Kurbatov, Roman Kustadinchev, Roman Maikin, Artem Nych, Artem Ovechkin, Ivan Savitskiy, Alexander Serov, Andrey Solomennikov y Mamyr Stash (siguen); más Alexey Rybalkin, Evgeniy Shalunov, Kirill Sveshnikov, Viktor Manakov, Sergey Nikoleav, Aydar Zakarin.
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COMMENTI
Cosa c\'entra di Rocco
29 novembre 2015 11:29 lapalisse
Non è una squadra italiana anzi simbolicamente rappresenta quanto stia facendo la nostra federazione per evitare il fallimento del nostro ciclismo professionistico, cioè ZERO

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