NIPPO FANTINI. Il ciclismo 2.0 sull'asse La Spezia-Tokyo

PROFESSIONISTI | 13/11/2015 | 09:51
Big in Japan col made in Italy. Sushi e focaccia per festeggiare le vittorie. Tenacia ligure, creatività italiana e meticolosità nipponica. Il ciclismo 2.0 parte dalla Liguria e arriva in Giappone. Sede a La Spezia e filo diretto con Tokyo. Per l'italogiapponese Nippo-Vini Fantini De Rosa, prima squadra professionistica ligure di sempre, il bilancio della prima stagione da team Professional è positivo.

Trasparenza, lotta dichiarata al doping (i ciclisti pubblicano i dati dei test della Wada sul sito del team), corridori attori di una docu-serie, e massima attenzione ai giovani italiani e giapponesi, guidati dalla chioccia Cunego e dallo spezzino De Negri. Il team va avanti con il suo approccio innovativo e allo stesso tempo legato all'antica essenza della bici in cui vincere non è l'unica cosa che conta. I valori prima delle vittorie anche se il bottino )11 successi) è più che mai onorevole.

Francesco Pelosi, imprenditore spezzino e general manager della Nippo-Vini Fantini ripercorre le tappe della nascita del team. «La nostra squadra poggia su tre sponsor impennati da tempo nel ciclismo, l'abruzzese Vini Farnese, la milanese De Rosa che produce bici e la Nippo, azienda giapponese leader nelle costruzioni». Dal 2015 Pelosi e il suo socio Nicholas Figoli, manager nel campo del marketing e della comunicazione hanno portato la sede del team a La Spezia valorizzando questo asse italo-nipponico. «Il progetto - prosegue Pelosi - è legato alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il Giappone ha deciso di affidarsi all'Italia, considerata la culla del ciclismo, per far crescere i suoi migliori talenti aggregati sotto la figura di Cunego, un emblema del ciclismo pulito che nel Sol Levante è un idolo».
I giappo-spezzini si godono i risultati raggiunti come la vittoria del Premio Fair Play al Giro d'Italia. il Tour de Hokkaido, vinto dal promettente marchigiano Stacchiotti e il Tour of China 1, conquistato dal veloce Colli, vittima di una sfortunata caduta nella corsa rosa. «E poi - continua Pelosi - c'è Cunego, tornato ad alti livelli, il velocista Marini, 22 anni, che ha vinto quattro corse, De Negri che è stato l'unico dei nostri a vincere in Europa, in Slovenia, Berlato protagonista in tante fughe al Giro e i giapponesi che sono cresciuti tanto a partire dallo scalatore Ishibashi e dal velocista Yamamoto».

La ciliegia sulla torta, poi, è stata la recente partecipazione a un importante evento nell'Ambasciata italiana a Tokyo con la presentazione del progetto italo-giapponese a due ruote davanti a un ospite d'eccezione come Sadakazu Tanigaki, segretario del primo partito nipponico. Ora però si guarda avanti. Il team ha messo segno due colpi importanti come il ritorno di Grega Bole, ottimo corridore da classiche, e l'ingaggio di Kazushige Kuboki campione nazionale giapponese, il “Viviani del Sol Levante", che come il veneto è bravo su strada e su pista. «E noi puntiamo sull'esplosione di Antonio Nibali, il fratello di Vincenzo - chiude Pelosi - da lui ci aspettiamo ancora di più, pure lui ha le caratteristiche per fare bene nei grandi diri».

da Il Secolo XIX, a fima di Valerio Arrichiello
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