MARECZKO. «Finalmente è tempo di vacanze anche per me».
PROFESSIONISTI | 13/11/2015 | 08:00 Anche per lui, finalmente, sono arrivate le tanto attese vacanze. Jakub Mareczko, 21enne bresciano della Southeast, prima di staccare la spina (e il telefono) per una decina di giorni tira con noi le somme del suo primo anno da professionista.
Hai chiuso il 2015 come plurivittorioso italiano e 5° atleta al mondo per numero di vittorie, non male... «Per niente (sorride, ndr). Ho conquistato lo stesso numero di vittorie dell'anno scorso, riuscirci nella massima categoria ha però un valore in più. Sono soddisfatto di come è andata e l'ultimo periodo è stato davvero esaltante, sento di essere maturato e di affrontare le volate con maggiore serenità rispetto al passato. Non potevo chiedere di meglio, ma devo continuare a lavorare per migliorare sulla tenuta e in salita per poter ambire anche a corse più impegnative. Se l’anno prossimo sarò al via del Giro d’Italia voglio essere pronto a disputarmi le volate».
Cosa ti resta della lunga avventura in Cina? «Sai noi ciclisti viaggiamo un sacco ma vediamo molto poco. Ogni giorno ad Hainan come al Taihu Lake Tour la mia giornata tipo erano 150 km di strada, una stanza d'hotel, un lettino per i massaggi e dei pasti tutt'altro che esotici, visto che prevedevano il solito riso e le solite verdure. L'Asia è molto affascinante ma non posso dirlo io perché non l'ho vissuta da turista, tutt'altro».
Ora 10 giorni in giro per l'Europa. «Sì, ci vogliono proprio. Con Daniela, la mia ragazza, andremo a visitare Salisburgo, Vienna, Jaroslaw dove ci sono ancora i miei nonni e i miei zii, Praga, Bratislava... Sento proprio il bisogno di staccare per ricaricare le batterie e ritrovare la voglia di fare fatica e dedicarmi al 100% al mio lavoro. Quando tornerò a casa mi metterò al lavoro per il 2016. Da dove inizierà? Spero con la maglia azzurra al Tour de San Luis, proprio come un anno fa».
Dì la verità, ti senti più italiano o polacco? «Questa domanda mi mette sempre un po’ in difficoltà perché non so cosa rispondere. Io sono nato a Jaroslaw, nel sud della Polonia, quasi al confine con l'Ucraina, ma vivo in Italia da quando ho 5 anni, a Raffa di Puegnago, nel Bresciano vicino al Lago di Garda, con mamma Dorota, che ha lasciato la Polonia per lavorare e di fatto è lei ad avermi messo in bici quando aveva 6 anni. In Polonia ci torno poco ma ho ancora dei legami, però non conosco molto mentre di questo paese conosco le montagne, i laghi, i panorami, la storia…».
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