Ballerini: difendo la "mia" Nazionale

| 23/09/2004 | 00:00
Simoni, uno degli esclusi dalla nazionale, parla di clan azzurro; Cunego, la seconda punta azzurra che sta correndo la Vuelta, dice che al mondiale non si muovera' prima di Bettini: c' e' aria di perturbazione sui giorni che separano la squadra di Ballerini dall' appuntamento iridato di Verona, il 3 ottobre. Ma il ct non si scompone: ha scelto, ha sofferto nel fare le convocazioni e ha una certezza. ''Ho una squadra unita che sicuramente andra' d' accordo e le frasi pronunciate da Cunego non sono di sfida. Questa e' la mia nazionale, non quella del popolo''. Ballerini parla di nazionale alla Coppa Sabatini, penultimo appuntamento di livello (sabato si corre il Giro dell' Emilia) prima dell' appuntamento iridato. Cunego non e' un problema, spiega il ct. ''E' scaltro e intelligente e di una persona intelligente non devi aver paura. Nel ciclismo le parole non contano e tanto meno nelle corse di un giorno dove devi percorrere 270 chilometri e stare sette ore in bicicletta, alla fine chi stara' meglio...''. Il commissario tecnico sta scoprendo quanto sia difficile ricoprire questo ruolo, ma vive serenamente il momento. ''Simoni parla di clan, ma se la nazionale fosse un clan in nazionale ci sarebbero sempre i soli e invece non e' cosi'. Fare il ct e' difficile, ma e' anche bello e prestigioso. Noi abbiamo fatto cose tanto grandi (un titolo mondiale e uno olimpico con Cipollini e Bettini) che per qualche frecciata non riesci a gustare. Selezionare e' difficile e quando faccio delle scelte soffro, perche' mi metto nei panni degli esclusi. Questa e' la parte piu' delicata del ruolo di ct: ma non ci sono alternative. O fai la nazionale del popolo o ti prendi le responsabilita' e fai le tue scelte. Io ho scelto questa seconda possibilita', questa e' la mia nazionale. Non mi faccio condizionare da dichiarazioni e risultati delle corse a tappe. Se avessi guardato Bettini al Tour, ad esempio, non lo avrei portato ad Atene e invece sapete come e' finita''. Nelle scelte azzurre di Ballerini non ha trovato posto Rebellin, che correra' il mondiale da argentino. ''Nella mia squadra c' erano tre punte - spiega il ct - ed erano Bettini, Rebellin e Cunego. Non credete a me? Chiedete ad Alfredo Martini se il piano fosse veramente questo. Ma Rebellin non ha voluto ascoltare, forse non ha avuto fiducia ed ha scelto di diventare argentino, pazienza. Io vado per la mia strada''. E ora Ballerini si aspetta l' acuto di qualche escluso. ''Succede sempre cosi': dopo la mancata convocazione in nazionale gli esclusi trovano sempre la motivazione per fare un numero perche' vorranno dimostrare che il ct ha sbagliato a non chiamarli. Ma per indossare la maglia azzurra non basta una vittoria''.
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