ProTour: in caso di doping pagheranno anche le squadre

| 23/09/2006 | 00:00
' una risposta forte quella arrivata oggi dalle squadre iscritte al Pro Tour in merito alla spinosa questione della lotta al doping. Il consiglio del massimo circuito professionistico dell'Uci, riunito oggi a Salisburgo, ha infatti deciso che a partire dal primo gennaio del prossimo anno le squadre saranno costrette a paralizzare la loro attivita' per 8 giorni nel caso in cui dovessero essere riscontrato due casi di positivita' o due situazioni di valori ematici anomali nell'arco degli ultimi 12 mesi. Il blocco salira' da 8 giorni a 4 settimane nell'eventualita' di un terzo caso di doping nell'arco di 2 anni, mentre una quarta violazione comportera' la revoca della licenza per il Pro Tour. Tra le altre novita' annunciate oggi a Salisburgo, sede dei Mondiali su strada, figura anche un ampliamento dei controlli ematici, che d'ora in poi potranno essere effettuati anche a pochi minuti dall'inizio delle gare. Sara' inoltre ridotta drasticamente la possibilita' di autorizzare, con delle deroghe a scopo terapeutico, l'utilizzo di farmaci proibiti come il cortisone (utilizzato contro asma ed allergie). Le squadre del Pro Tour hanno infatti deciso che ogni corridore potra' presentare un certificato medico solamente in 2 occasioni nell'arco di un'intera stagione. Tra le altre decisioni prese nella riunione del consiglio figurano l'introduzione di un medico indipentente, autorizzato ad occuparsi di tutte le squadre, e l'inserimento nei contratti dei ciclisti dell'assenso al test del DNA. I 18 delegati dei 20 team del Pro Tour si sono inoltre impegnati a non entrare in trattativa con Ivan Basso, Jan Ullrich e gli altri numerosi ciclisti coinvolti nella cosiddetta 'Operacion Puerto'. Dalla riunione del consiglio erano assenti la Astana, la cui licenza Pro Tour e' soggetta ad ulteriori verifiche, e la Phonak, che alla fine della stagione si sciogliera'.

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