STORIA | 20/07/2015 | 09:06 A distanza di qualche giorno dall’ultimo saluto che è stato reso nell’affollata e commossa chiesa di Santa Maria degli Angeli di Sanremo a Piero Parise sabato 11 luglio 2015, riteniamo giusto e dovuto ricordare alcuni aspetti della figura di questo uomo tutto d’un pezzo che, dietro le quinte, com’era sua costante caratteristica, ha operato a lungo e con capacità nell’ambito del ciclismo in posizione nascosta, defilata dalla platea al proscenio, ma di delicatissima importanza. Nei suoi ottantatré anni di vita, sempre affrontati a schiena dritta, sia nella sua attività imprenditoriale nel settore del commercio internazionale dei fiori, sia nella sua esperienza politica di sindaco di Sanremo nella prima metà degli anni 1970, ha sempre dato prova di positiva, concreta e lungimirante capacità realizzativa, come hanno ricordato i vari interventi al termine della cerimonia funebre. Per il settore del ciclismo è da ricordare l’attività di trasporto e installazione delle strutture di partenza e d’arrivo del Giro d’Italia e di altre corse classiche della Gazzetta dello Sport svolte per circa una quarantina d’anni. Un lavoro che è stato svolto con i mezzi e il personale della sua azienda fino alla metà degli anni 2000, e con il contributo sul campo di Gerolamo Filippi, “Mimmo” per tutti e poi, in modo diretto, da Pietro (all’anagrafe) ma per tutti, Piero Parise. Un lavoro che è sempre duro, impegnativo, incalzante, con scadenze improcrastinabili e stressanti. E mai una volta, in ogni condizioni di tempo o di varie difficoltà, è stato mancato un appuntamento. Proprio quest’anno la partenza del Giro d’Italia dalla Riviera dei Fiori, con la spettacolare cronometro a squadre inaugurale terminata a Sanremo, ha attualizzato e valorizzato un’intuizione di Piero Parise quando era sindaco, all’inizio degli anni ’70. Era lo spostamento a monte della sede ferroviaria creando così i presupposti e lo spazio per la realizzazione, nel tempo, di quest’opera che coniuga al meglio l’esercizio delle due ruote fruibile da tutti, in tutta sicurezza, in uno straordinario e unico scenario spettacolare di peculiare valenza. E’ stata una grande soddisfazione per Piero Parise che, debilitato ultimamente nel fisico dalla malattia – ma non nello spirito – ha ricevuto la conferma, quasi la certificazione, d’avere visto giusto, senza comunque rivendicazioni di merito personale, così come per altre sue iniziative, com’era nel suo stile, asciutto, concreto, senza concessioni a un sempre sentito e sempre nascostamente generoso, senso del dovere, del lavoro e della famiglia, la sua stella polare. Giuseppe Figini
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