ORGANIZZATORI. Non basta fermare le auto in senso contrario

GIUSTIZIA | 24/06/2015 | 10:18
Con sentenza n. 156 del 13 febbraio 2015, il Giudice Civile del Tribunale di Rimini, accogliendo il ricorso presentato in appello da alcuni corridori che durante una gara professionistica del 2004, in località S. Arcangelo di Romagna, avevano urtato una vettura ferma sulla carreggiata, subendone lesioni fisiche di una certa entità, ha attribuito la totale responsabilità del sinistro alla società organizzatrice, obbligandola a pagare tutti i danni subiti dalle parti coinvolte.
La vettura, proveniente da una strada laterale, giunta in prossimità di un incrocio (dove il personale di servizio non le intimava di fermarsi non essendo ancora transitato il veicolo “Inizio gara”), si immetteva sul percorso di gara in senso contrario a quello dei corridori, accostando  poco più avanti, appena ricevuto l’Alt dagli agenti della Polizia Stradale di scorta alla corsa.
La vettura, correttamente ferma sul lato destro della carreggiata, veniva schivata dai primi corridori in fuga ma non da quelli in coda al gruppo, che in quel tratto procedeva occupando l’intera sede stradale.
Tenuto conto che nelle gare ciclistiche, l’ordinanza di sospensione temporanea del traffico impone ai veicoli l’accosto a destra senza l’obbligo di uscire dalla sede stradale, anche in questo caso si poteva supporre una disattenzione dei corridori od un loro improvvido comportamento.
L’opinione del Giudice è stata invece di segno opposto, e nell’attribuire la totale responsabilità all’organizzatore, ha argomentato che questi non ha soltanto l’obbligo di fermare i veicoli che già si trovano sul percorso di gara, ma anche di «scongiurare il sorgere di fonti di pericoli per i concorrenti», fermando anzitempo i  veicoli provenienti dalle strade laterali. Osservando inoltre, come fatto di colpa, che quella vettura, impossibilitata ad uscire dalla sede stradale, la si sarebbe dovuta segnalare, considerato che i corridori, durante la competizione, «procedono senza uniformarsi alle normali misure di prudenza del codice della strada».
Che si tratti di una sentenza equa, faccio fatica a dirlo. Anche se, riconosco, non è semplice giudicare un sinistro avvenuto in un contesto con dinamiche molto particolari, senza il conforto di una casistica consolidata.
Certo è che la sentenza si pone piuttosto lontana dai presupposti sui quali gli organizzatori fino ad oggi hanno poggiato la sicurezza delle loro corse e la tutela delle loro responsabilità, obbligando gli stessi e tutti gli addetti alla sicurezza (direttori di corsa, scorte tecniche, moto staffette, ASA) ad una ulteriore riflessione sulla efficacia della loro operatività.
Per la sicurezza delle gare ciclistiche si sta facendo molto, ma per qualcuno questo non basta, e se a dirlo è un Giudice, le conseguenze si fanno delicate.

Silvano Antonelli

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COMMENTI
@ Silvano ANtonelli
24 giugno 2015 12:35 angelofrancini
Caro Silvano, forse tutto dipende dalla conoscenza o meno delle regole da parte di chi deve giudicare e da parte di chi deve rappresentare gli interessi in una causa civile.
Tranne quelle poche gare, che ottengono la chiusura totale del traffico veicolare, le altre si disputano con la sospensione temporanea del traffico al passaggio della vettura inizio e con la ripresa del traffico con il passaggio della vettura fine corsa.
Non va dimenticato che il Regolamento Tecnico dell'Attività Agonistica e quella dell'attività Cicloturistica-Amatoriale prevedono l'obbligo per gli atleti in gara del rispetto del codice della strada, che in Italia non prevede la circolazione a sinistra.
Penso che un ricorso ben argomentato ribalterà questa decisione.
Il ciclismo si basa su due componenti insostituibili: gli atleti e le loro squadre e gli organizzatori.
L'uno è imprescindibile dalla presenza dell'altro.
Ti ricorderai le nostre discussioni al Ministero su questo tema.
Ma all'attuale dirigenza federale credi importino queste cose.

senza titolo
24 giugno 2015 13:10 gianni
L'ottimo Angelo Francini ha colpito nel segno ancora una volta. Tutto è già regolamentato: bisogna tenere la destra. Ce lo dicevano sempre i Giudici alla partenza delle gare già negli anni Sessanta e Settanta.
saluti
Gianni Cometti

La corsa era PROFESSIONISTICA!
24 giugno 2015 14:28 Bartoli64
Purtroppo, in questo caso, trattavasi di corsa professionistica, ragion per la quale mi sembra assai improbabile argomentare un ricorso dando la responsabilità ai corridori che non hanno tenuto la destra (come recitano i Regolamenti Tecnici Federali per le attività dilettantistiche e amatoriali e che quindi NON si applica a dei corridori professionisti).

Tra l’altro il Regolamento Tecnico FCI che disciplina proprio le corse delle categorie dilettantistiche prevede testualmente che in tutte le gare che non prevedono la chiusura totale al traffico i corridori siano obbligati a tenere la destra (art. 143); mentre nelle gare professionistiche tale chiusura totale avviene normalmente anche se, nel caso di specie, la macchina in questione sembra essersi immessa da una strada laterale.

Che poi vicenda sia connotata da una certa dose di sfortuna mi pare evidente, ma cosa avrebbe dovuto fare il Giudice per individuare quelle responsabilità che ha poi ritenuto di individuare, si, insomma… chi paga?

Ecco dunque emergere una negligenza (passatemi il termine che uso a malincuore nei confronti delle organizzazioni e delle scorte tecniche italiane che ritengo tra le migliori al mondo), per la quale lo staffettista sarebbe dovuto scendere dalla moto o dalla macchina, fermarsi almeno un centinaio di mt. prima dall’ostacolo rappresentato da una vettura impossibilitata ad uscire dalla sede stradale e segnalarne ai corridori la presenza sulla carreggiata agitando la bandierina che ha in dotazione.

Purtroppo questa manovra - specialmente in un paese come il ns. fortemente popolato e stracolmo di autoveicoli - dovrebbe essere effettuata chissà quante volte durante le gare ciclistiche professionistiche che si svolgono nella Penisola con tutte le difficoltà che si possono immaginare, ma se l’organizzazione non dimostra che uno degli addetti alla sicurezza aveva segnalato per tempo quell’ostacolo dubito che se ne possa uscire, sia per questo episodio, sia per quelli futuri.

D’altro canto anche i corridori coinvolti nel sinistro avrebbero potuto argomentare che l’impatto con l’autovettura è avvenuto per un improvviso sbandamento avvenuto nel gruppo durante una normale azione di corsa e non per un loro comportamento improvvido, ed il problema è che quella stessa vettura li non doveva esserci.

La sentenza del Giudice Civile mi sembra dunque più che plausibile, e davvero non vedo come gli Organi Federali possano agire in un senso che tuteli maggiormente gli organizzatori ma che poi, evidentemente, non individua altre responsabilità che pure l’Autorità Giudiziaria ha il dovere di individuare.

Bene ha dunque fatto anche l’estensore dell’articolo a suscitare un’adeguata riflessione in merito da parte di tutti gli addetti ai lavori (quelli della sicurezza in primis).


Bartoli64

P.S. Curioso poi notare come l’espertissimo blogger che mi precede sopra sia stato molto solerte nell’addossare responsabilità agli organizzatori del Giro per il fatto di Castiglione, ma sia poi andato esattamente dalla parte opposta in questo caso.

A detta sua, infatti, gli organizzatori hanno l’obbligo di tutelare anche la sicurezza degli spettatori e il fotografo di Castiglione (poverino) si è addirittura preso alcuni punti sul naso perché il braccio di Colli è improvvidamente impattato sul suo obiettivo fotografico (sporto però per almeno mezzo metro sulla sede stradale ed in piena volata).

Evidentemente per il “nostro” ci sono organizzatori e organizzatori (leggasi amici e NON), ragion per la quale i discorsi di maggior tutela da parte della FCI utilizzati per i primi NON valgono anche per i secondi… alla faccia della coerenza.

"Ignoranza" in materia
24 giugno 2015 17:49 emmemme53
Il problema è che chi giudica (in questo caso come tanti altri) non conosce le regole dei Regolamenti FCI, UCI, Disciplinare delle Scorte Tecniche, ecc. ecc. Non hanno il minimo sentimento di cosa vuol dire "CORSA CICLISTICA" con tutte le possibili congetture, casistiche e imprevisti vari. Chi giudica, purtroppo lo fa a suo insindacabile giudizio. E' successo anche per una corsa a Lurago d'Erba cat. Juniores. Gli Organizzatori si sono trovati sul gobbo qualche centinaio di migliaia di Euro da pagare. Il Giudice di Pace ha voluto sentire soltanto chi poteva essere sulla sua linea d'opinione, scartando a priori le innumerevoli tesi a discolpa degli organizzatori. Un Giudice di Pace lontano anni luce dal sapere come si organizza e cosa c'è intorno ad un insieme di situazioni più che giustificate.

Al re dell'ignoranza applicata all'essere umano: bartoli64
25 giugno 2015 09:16 angelofrancini
Dall'alto della tua ignorante superbia non sai nemmeno che il regolamento tecnico del professionismo in Italia non esiste, non essendo mai stato emanato dal Consiglio federale, e che viene considerato tale il regolamento UCI.
Poi non ho addossato alcuna colpa ai ciclisti, caro blogger de borgata, ho solo detto che il regolamento tecnico vigente (UCI e FCI) prevede l'obbligo del rispetto del codice della strada in vigore nel paese in cui si corre.
Tale fatto si riscontra in quello che viene fatto nelle GARE PROFESSIONISTICHE che vai a correre nei paesi anglosassoni ove fanno firmare questa dichiarazione, come al recente An Post Ras corso in Irlanda:
The roads are not closed to other traffic.
That I am, at all times during the race, bound by the Road Traffic Acts and other laws of the land.

Non sai nemmeno che in Italia la quasi totalità dell’autorizzazione alla disputa delle gare professionistiche (ne ho organizzate oltre trenta a tappe) prevede sempre e solo la sospensione temporanea del traffico, che inizia dal transito della vettura INIZIO GARA. La chiusura totale al traffico (intesa con anticipo sul transito dell’inizio corsa) è concessa e disposta solo per il Giro d’Italia.
Tu sei capace solo a parlar male degli scritti altri: ma la tua principale dote è quella di non capire proprio niente. Sei l’esempio più eclatante della nullità che assurge a stupidità: quella che trasuda da ogni tuo scritto che altro non è che l’espressione del tuo vuoto pensiero, supportato da nessuna prova che ne dimostri la validità.
Tu atteggi ad intelligente, ma ogni volta dimostri quanto invece sei nullo.

Stai pure bene così Francini
25 giugno 2015 20:55 Bartoli64
Caro Francini,
che non esista un regolamento tecnico per i Prof. lo sanno anche i sassi (e poi basta vederlo sullo stesso sito della FCI dove infatti non se ne fa menzione).

Come chiusura totale al traffico per le corse professionistiche si intende la “bonifica” del tratto stradale interessato (curata dalla Polstrada) e che si sostanzia nell’interdire il traffico per un certo periodo di tempo (nell’ordine di almeno 5/10 minuti) prima e dopo il passaggio dei corridori, cosa che nelle altre categorie non avviene, ergo… quello che tu affermi al riguardo della chiusura totale al traffico che vige per il solo Giro d’Italia è praticamente FALSO! (e basta essere a bordo strada di una qualsiasi gara professionistica per notare come abbondanti minuti prima del passaggio dei corridori, specialmente se poi c’è pure una fuga in atto, sulla strada non passa più nemmeno un cariola).

Avevo poi già notato che non hai addossato nessuna colpa ai ciclisti, però ti sei affrettato ad avvallare l’operato del tuo amico organizzatore, nonché a puntare l’indice (e questo non è certo una novità) su indovina chi? Ma sui soliti “cattivacci” della FCI, e chi sennò!? (ma come sei scontato).

Ovviamente, come facevo notare, per te tra gli organizzatori ci sono amici e NON: coi primi sempre magnanimo coi secondi sei sempre pronto a pontificare, a puntare l’indice ed a spaccare il pelo in quattro facendoti grosso sulla tua (presunta) competenza tecnica in materia di regolamenti (anche se poi in materia di Codici e Leggi ordinarie dello Stato sei un disastro totale).

Competenza che poi, il più delle volte, si traduce in fantastici copia/incolla (l’unica cosa che sai far bene visto che non sei capace di articolare un pensiero o una valutazione che sia libera da livori, ripicche, gelosie, frustrazioni e chi più ne ha più ne metta).

Noto poi aggettivi ed epiteti vari che hai avuto la bontà di scrivere nei miei riguardi… sappi però che io non ne curo, ragion per la quale il Maalox - di cui farai certamente abbondante impiego - puoi tranquillamente tenertelo per te.

Ti ho detto e te lo ridico per l’ennesima volta: ho rispetto ed ammirazione per quello che hai fatto da dirigente sportivo e da organizzatore, ma nelle tue “derive regolametalodi”, nella tua visione “monoregolamentare” della vita, in me troverai sempre chi ti muove una critica (e sempre con tanto di argomentazioni circostanziate ovviamente, checché tu ne dica).

Ragion per la quale mettiti pure l’anima (e lo stomaco) in pace, la tua “scienza alla Balanzone” e la tua vuota prosopopea con me proprio non attaccano.

Stai bene così Francini…

Bartoli64

@Bartoli la tua invece è solo scemenza
25 giugno 2015 23:08 angelofrancini
Ma cosa caxxxo racconti.
Nella tua inutile esistenza ciclistica hai mai letto un'ordinanza di autorizzazione di una gara ciclistica?
Come fai a dire che nelle gare professionistiche esiste una bonifica diversa dalle gare dilettantistiche?
Non esiste alcuna differenza.
E non venirlo a dire a me o ad Antonelli: lui era il presidente della Commissione ed io il referente federale della commissione che ha firmato il protocollo con il Ministero dell'Interno ancora in vigore oggi.
Quindi smettila di dire delle autentiche fesserie: perché non farai il copia ed incolla, ma non sai proprio nulla delle regole generali di questo sport.
Si vedi che proprio sei, CICLISTICAMENTE, il più grande IGNORANTE patentato.
E capisco perché con te non attacca: e ne sono felice!
Tu nel ciclismo non fai nulla: rompi solo i coxxxxni al prossimo.
Ciao

Francì... STAI PROPRIO ALLA FRUTTA!
26 giugno 2015 10:01 Bartoli64
La differenza la fa lo schieramento di Forze di Polizia sulla strada (che poi è in base all’importanza della gara).

Ci sono infatti aspetti di sicurezza connessi allo sviluppo kilometrico della gara, al livello dei partecipanti, ed alla viabilità dei tratti stradali interessati che lo determinano (per non parlare poi di altri aspetti di carattere mediatico e d’immagine stessa della FF.PP. chiamate ad operare).

Ti basta questo a capire la differenza esistente tra un gara di Professionisti e una gara di una qualsiasi altra categoria agonistica??

Cos’è non lo sai? Non te lo ricordi, oppure non sei riuscito a fare uno dei tuoi soliti copia/incolla? E poi mi chiedi se ho mai letto delle ordinanze in merito? Ma fammi il favore!

Ma tu hai poi mai visto uno schieramento di staffette della Polizia Stradale per una gara di paese (magari in circuito) di amatori? MA CHE CAXXO DICI TU!!

Che poi i corridori siano tenuti mantenere la destra è pacifico oltre ad essere stabilito dal CdS (il Direttore di Corsa lo ricorda ad ogni partenza), ma nel caso qui trattato chiunque può opinare che i corridori siano finiti addosso ad una macchina (che doveva essere adeguatamente segnalata) per una normale azione di gara, senza per questo aver necessariamente e deliberatamente circolato contromano.

Ed il Giudice Civile, infatti, verso chi ha individuato le responsabilità? Sui corridori o sull’organizzazione? La risposta la conosci già FENOMENO!!

Quanto al fatto che io non faccia nulla per il ciclismo te lo lascio pure credere ma, in ogni caso, sarà sempre meglio del tuo agire tendenzioso, fazioso, rancoroso, invidioso, mendace e pure pericoloso.

Stai proprio alla frutta Francì…

Bartoli64

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