Ti sei ripreso dalle fatiche “rosa”?
«Sì anche se ho staccato più di testa che di fisico. Non mi sono potuto permettere del vero e proprio riposo perché davanti a me ho ancora appuntamenti importanti. Nei giorni scorsi mi sono dovuto recare al Centro Sportivo dell’Acqua Acetosa a Roma per effettuare le visite mediche previste dal CONI e ne ho approfittato per fare visita ai miei genitori. Oggi saluto l’Abruzzo per tornare in Svizzera e per rimettermi in carreggiata. La bici da cronometro l’ho lasciata da parte per il Giro, che di certo mi ha lasciato tanto fondo ma mi ha tolto un po’ di esplosività».
Come si può ritrovarla?
«Lavorandoci, rimboccandosi le maniche, mettendosi sotto in questo senso. Lavoro più sulla forza, sulle accelerazioni, per riabituarmi a uno sforzo più breve e intenso di quello a cui mi sono sottoposto per tre settimane. Devo “richiamare” una crono secca».
A proposito di bici da crono, hai seguito il record dell’ora di Wiggins?
«Non sono riuscito a guardarlo in tv in diretta, ma ho letto gli aggiornamenti via twitter. Per gli addetti ai lavori era scontato un tempo del genere, l’anno scorso so per certo che aveva già svolto una prova sui 54 km/h quindi il risultato finale di 54,526 km non mi ha sorpreso».
Quali ambizioni possiamo nutrire per l’importante appuntamento di Baku? «Considerato i percorsi, gli avversari e la nostra storia secondo me possiamo ben figurare. Ho parlato con Davide (il CT Cassani, ndr) e alcuni compagni di nazionale, Viviani sta bene, Pozzato sta preparando il Tour e anche gli altri sono in condizione. Non voglio sbilanciarmi in previsioni per scaramanzia, ma un podio sia nella crono che nella prova in linea sono alla nostra portata».
Giulia De Maio
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