I VOTI DI STAGI. ARU, NON È UN'IMPRESA MA AVERLO ANCORA QUI SI
GIRO D'ITALIA | 29/05/2015 | 20:15 di Pier Augusto Stagi
Fabio ARU. 10. È vero, non è un’impresa. Non si può parlare d’impresa. Sarebbe troppo e non sarebbe neanche giusto. Ma in ogni caso la vittoria di oggi ha un sapore molto particolare, soprattutto per come è nata e in che clima è stata costruita. È giorni, per non dire settimane, che sono tutti lì con il fucile puntato sull’Astana (tra il team di Martinelli e quello di Maini siamo 4 a 4). Sembra che questa sia un’armata Brancaleone totalmente allo sbando, incapace di correre e vedere la corsa. Invece hanno due corridori nei primi tre e sono solo alle spalle di un fenomeno che si chiama Alberto Contador. Niente, non serve a niente. Tutti a pontificare e a sbriciolare l’orgoglio di una squadra che con Re Alberto sta animando come mai questo Giro. La vittoria di Aru è la vittoria di Martino, di un tecnico che in questi giorni e in queste settimane, silenziosamente e ingoiando rospi immani, ha convinto il ragazzo di Villacidro a restare qui, a crederci ancora, fino alla fine. Fabio ha il grande merito di averlo ascoltato. Di aver ascoltato Martino e anche Paolo, quel Tiralongo che tira come pochi e sa motivare come nessuno. Insomma, la vittoria non sarà un’impresa, ma avere Aru ancora qui al Giro lo è eccome.
Ryder HESJEDAL. 8. È da giorni che fa di tutto e di più. Meriterebbe una vittoria di tappa il leader della Garmin Cannondale, ma oggi sulla propria strada trova un Aru troppo affamato di vittoria.
Rigoberto URAN. 7. Anche per lui è un Giro della sofferenza. Non è andata come avrebbe sperato, ma lui l’ha detto e lo ribadisce quotidianamente. Domani è un altro giorno e oggi era un giorno migliore di ieri. Che lui nemmeno ricorda.
Mikel LANDA. 6. Fa quello che deve fare, soprattutto non si muove quando parte Fabio. Cerca di lasciare sul posto Contador, ma capisce subito sulla propria pelle cosa significhi avere lo spagnolo appiccicato alla ruota: non è piacevolissimo.
Alberto CONTADOR. 7. Non resta solo, e questa è già una notizia. Al suo fianco ci sono sia Basso che Rogers. Oggi non fanno nulla di eccezionale, ma lo fanno bene.
Leopold KONIG. 6. Quando si infiamma la corsa, paga un pochino e scivola indietro.
Damiano CARUSO. 6. Resta lì, nelle posizioni di rincalzo. Mantiene il suo ottimo ottavo posto. Fa quello che deve fare, con lucidità.
Carlos BETANCUR. 5. Vince il gpm di Croce Serra, poi si spegne.
Andrey AMADOR. 5. È in fase calante, e oggi paga pesantemente. Di Cervinia aveva un ricordo dolcissimo, oggi un po’ meno.
Giovanni VISCONTI. 8. Ancora all’attacco, quasi 200 chilometri di fuga. Secondo sul Colle Serra, primo su Saint-Barthelemy e Saint Pantaleon. Questa sera si consola con la maglia azzurra dei Gpm. Ha 16 punti di vantaggio su Kruijswijk: sarà battaglia anche domani.
Direttore una domanda: l'indisposizione di Aru pochi giorni prima della partenza del Giro è stata un'evento grave?.....Una squadra che guarda anche gli interessi dei suoi atleti avrebbe dovuto fermarlo o no?anche perchè il principale avversario si chiamava Alberto Contador mica pizza e fichi!!!!
Tutto gira intorno a questa decisione mancata e L'Astana ha sottoposto così un giovane campione ad uno sforzo immane , ad una brutta figura ed alle critiche acide dei tifosi giustizialisti e corti di memoria che hanno dimenticato tutte quelle si che sono state imprese fatte da Aru al Giro ed alla Vuelta dell'anno passato.
Il resto è noia!!!!!!!!!!!!!!!!!
domanda
30 maggio 2015 00:02pickett
Ma Visconti, anziché andare in fuga, non avrebbe dovuto restare accanto al suo capitano,e dargli una mano,che sarebbe stata utilissima, nel finale?Al posto di Amador,non sarei tanto contento.
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