CONTADOR. «L'istinto mi ha detto che Aru non era al top». AUDIO

PROFESSIONISTI | 20/05/2015 | 17:17
Alberto Contador conclude un'altra tappa in maglia rosa e dimostra di aver superato brillantemente le conseguenze della caduta di Castiglione della Pescaia: «Oggi non c’era troppo terreno per fare differenza, ma l’istinto mi ha detto che c’era qualcuno dei miei rivali non stava benissimo e credo non mi abbia tratto in inganno. Non mi ritengo il padrone del Giro d’Italia, lo può pensare chi non sa molto di ciclismo non io. Per Milano c’è ancora tanta strada. Sbaglia anche chi dice che Richie Porte dopo ieri è tagliato fuori dai giochi. La corsa rosa è una delle più difficili da interpretare e quella che in genere vede distacchi maggiori, nulla è ancora scritto».

Dopo la tappa, el Pistolero si concede ai microfoni

Spiega lo scatto di oggi.

«Dovrei rivedere le immagini, ma credo che ci fossero corridori non in buona giornata oggi. È sempre importante sapere queste cose».

Credi che Aru abbia risposto in modo meno brillante del solito?

«Devo vedere le immagini, come vi ho detto, ma ero al suo fianco e ho deciso di provare. Nei grandi Giri hai buone giornate e altre meno buone. Oggi non c’era terreno per fare differenze, ma è sempre importante testare le gambe altrui».

Riguardo la situazione di ieri di Porte, qual è il tuo punto di vista?

«In ogni momento pensi a recuperare ogni secondo perso nel modo più rapido possibile. L’ultima cosa di cui pensi sono le regole».

Online ci sono chiacchiere perché ti sei tolto il casco e c’è un precedente di un corridore che è stato squalificato immediatamente per questo motivo.

«È una cosa che fai, ti togli il cappellino e metti il casco. Non l’ho fatto di nascosto, è una cosa che si fa abitualmente».

Le regole sono regole, bisogna dunque cambiarle?

«Il casco ce l’ho sempre con me, non ci sono problemi per quanto mi riguarda».

Le tue impressioni arrivando in un tempio della F1?

«È sempre speciale vedere arrivi in posti dove avvengono grandi eventi sportivi. Il circuiti visti alla TV sembrano sempre molto semplici, ma al contrario una volta che sei in bici capisci che sono davvero duri».

Cosa pensi di Sky e Orica che dicono apertamente di essere una squadra sola?

«Credo che siano due squadre differenti, magari c’è una simpatia, ma sono due team separati».

Ti sei sentito il più forte in gruppo oggi?

«No, non credo che si debba attribuire troppa importanza al mio attacco, oggi era un giorno duro e le gambe risposto bene, ma non esageriamo. Credo che ci fossero corridori che hanno un po’ subito, ma non c'è stata troppa differenza».

Per la finale di Champions tiferai Barcellona o Juventus?

«Anche se tifo per il Real Madrid, c’è una spagnola in finale e quindi spero vinca il Barcellona così che la coppa rimanga in Spagna».

Diego Barbera

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