Ilnur Zakarin esprime in russo la sua gioia per il
successo di tappa nell’Autodromo di Imola: «Oggi fin dalla partenza
siamo andati a blocco. Si è riuscito a sganciare un bel gruppo che ha
sempre collaborato, io ho provato ad allungare una volta sola ed è stata
quella giusta visto che non sono stato più ripreso. Sono felice ed è
tutto merito mio. Dopo la vittoria al Giro di Romandia, già incredibile
per me, è arrivato questo successo di tappa in una corsa a tappe tra le
più importanti al mondo che mi regala una grande emozione».
In conferenza stampa, Zakarin ha raccontato qualcosa in più sulla tappa e di sé
Quanto sei felice?
«Non ci posso ancora credere che ho vinto, sono molto felice».
Al Romandia hai vinto la classifica generale, qui stai puntando alle tappe?
«Nel primo giorno del Giro non mi sono sentito bene così abbiamo deciso di cambiare strategia e quindi di lottare per le tappe».
Quando hai capito che potevi arrivare al traguardo, oggi?
«Solo negli ultimi due chilometri ho capito che ce l’avrei fatta».
La vittoria qui è più importante della vittoria al Romandia?
«No, sono molto importanti tutti e due, non saprei dire quale delle due è più importante».
Per voi, nuova generazione di corridori russi, Konishev, Ekimov sono dei modelli da seguire?
«Sono
stati grandi esempi per noi. Specialmente per me lo è stato Ekimov, che ho seguito quando ero giovanissimo. In questo periodo i nostri corridori
non sono riusciti a conquistare grandi risultati ma è il momento che russi ritornino ad
alti livelli e spero che anche altri colleghi possano raggiungere traguardi sempre più importanti».
Come immagini il tuo futuro? Classiche o grandi Giri?
«Preferisco crescere come corridore di corse a tappe, cercherò di migliorare in questo senso in futuro».
In Azerbajan hai vinto la tappa regina ed eri considerato un outsider, ora pensi di poter essere considerato come corridore più quotato?
«Nel gruppo mi sento tranquillo, i compagni mi supportano, non sento pressione né stress».
Quanto ti pesa il caso doping che ti ha coinvolto a inizio carriera?
«È un ricordo
brutto, ero giovane e poco seguito, cercherò di dimenticare
tutto e iniziare la nuova carriera da grande corridore».
Pensi che sia giusto continuare a parlare sempre di passato, anche dopo cinque anni?
«Io
sono tranquillo anche quando si parla o scrive di ciò che è capitato,
ora mi sento un nuovo corridore e non do peso a ciò che la gente dice».
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