I VOTI DI STAGI. IL TIRALONGO GRANDE COME VEGNI. URAN PICCOLO
GIRO D'ITALIA | 17/05/2015 | 20:14 di Pier Augusto Stagi
Paolo TIRALONGO. 10. Fa un numero in salita, lo fa anche in discesa, quando si riporta sul fuggitivo Jeste Slagter. Fa il vuoto, fa commuovere, fa tutto bene, meno quando è chiamato a stappare lo spumante che spetta al vincitore e per poco non si acceca. Fa tenerezza, quando si abbraccia con Fabio, felice come un bimbo, con il suo bimbo. Fa un numero, e lo fa per la terza volta al Giro. Una vita da gregario, ma ce ne vorrebbe un’altra, di vita, per raccontare la storia di questo straordinario corridore. Da groppo alla gola.
Rigoberto URAN. 4. Sembrava in ripresa, oggi sprofonda. Il colombiano aveva perduto 12” da Contador e 6” da Aru nella cronosquadre iniziale, poi 42” a Chiavari e 28” all’Abetone dai suoi tre rivali più grandi. Oggi ne perde addirittura 46. Va al riposo con oltre 2 minuti di distacco. Non è la fine del mondo, ma non è un buon inizio.
Carlos BETANCUR. 7. Cresce di condizione, cresce la sua voglia di far bene. Lo si vede ad occhio nudo. E oggi lo vedono bene anche i suoi avversari.
Steven KRUIJSWIJK. 8. Dopo la giornata di ieri passata all’attacco, anche oggi l’olandese della Lotto Jumbo non si è risparmiato. Alla fine raccoglie il posto d’onore, che sarà anche il più amaro di tutti i piazzamenti, ma come si fa a non applaudirlo?
Tom Jelte SLAGTER. 7. Corsa d’attacco per il 26enne corridore olandese della Cannondale-Garmin. In avanscoperta con Hesjedal, se ne va poi tutto solo quando mancano circa 50 chilometri al traguardo. Audace e tenace. Salta per aria solo in prossimità del traguardo, quando viene raggiunto e abbandonato da Tiralongo.
Alberto CONTADOR. 8. Corre sulla difensiva, ma lo fa a regola d’arte. Vedendo la sua pedalata, sembra davvero che sia uno degli esercizi più semplici che ci possano essere, ma pedalare con semplicità è la cosa più difficile. Non per lui.
Richie PORTE. 7. Fa il pesce in barile, non butta via una sola pedalata. Lui ha già la testa rivolta a Valdobbiadene, dove spera di far prendere una “bala” a tutti.
ASTANA. 7. Vince la tappa, posiziona due pedine fondamentali come Landa e Cataldo lì alle spalle di Aru. Al momento il suo strapotere è evidente. Ma l’interrogativo di molti è: vuole vincere tante tappe o il Giro? In squadra sono convinti di vincere il Giro. E lo è anche Martinelli, che se gli avessero detto che al primo riposo ci andava con Aru a soli 3” dalla rosa e con tre corridori nella top ten, ci avrebbe messo non una firma, ma due o tre. La tattica? Mettere pressione ai Tinkoff e stanare Porte. Al momento il risultato è modesto, ma certi lavori vanno visti in prospettiva.
Giovanni VISCONTI. 7. Anche oggi arriva lì subito dopo i migliori, sprinta nel finale per difendere il suo settimo posto nella generale. Per il momento semplicemente esemplare.
Oscar GATTO. 4. In tappe come queste dovrebbe esserci, almeno lì con Visconti e compagnia. Arriva a oltre 20 minuti. Qualcosa non va.
Mauro VEGNI. 9. Il direttore del Giro, e tutto il suo staff, da Stefano Allocchio in giù, gestiscono con grande lucidità l’incidente avvenuto lungo la discesa di Serro Tondo, dove cade la moto del fotografo giapponese Yuzuru Sunada e resta ferito il pilota. In quel preciso momento, con grande tempestività, intervengono i regolatori per segnalare il pericolo al gruppo maglia rosa: "Si tratta di tutelare i ragazzi. Da regolamento non esiste una normativa che indichi cosa fare. Ma fino a qualche secondo prima avevamo una curva chiusa con una moto di traverso. Un conto è fare passare 6-7 corridori, un conto 50 corridori in discesa». Anche lui, a suo modo, ha vinto.
Carmine CASTELLANO. 8. L’ex patron del Giro compare al Processo e da uomo del sud dice chiaramente quello che nessuno ha mai il coraggio di dire: «Il Giro non va a Sud perché al Sud gli amministratori locali fanno tante promesse, ma poi non le mantengono. Il Giro non è un ente assistenziale». Se il Sud non paga, il Giro è costretto a girare alla larga.
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