Raccontaci il finale. «Non ci ho capito tanto (scherza, ndr). All’ultimo chilometro sono rimasto indietro, ho rischiato di cadere due volte, sono dovuto partire quasi da fermo, ma continuavo a vedere gente che rimbalzava indietro così mi sono detto che non potevo sbagliare. In questi tipi di arrivo sono un gatto, ieri sono finito a terra ai piedi dell’ultima salita, oggi non potevo buttare via un'altra occasione».
A che punto sei in termini di condizione rispetto a un anno fa? «L’anno scorso avevo stilato tutto un’altro programma, sapevo che dopo il Giro di Turchia mi sarei fermato per un periodo di pausa e qui al Turchia dovetti ritirarmi per un dolore al costato (gli accertamenti avrebbero evidenziato la frattura di due costole conseguenza della caduta alla Parigi-Roubaix, ndr), quest’anno invece ho nel mirino il Giro. La forma è in crescita, ma avevo proprio bisogno di vincere per sbloccarmi. Arrivare a maggio senza vittorie è stata una sofferenza, questo successo è la conferma di cui sentivo la necessità. Dopo il Tour de San Luis a inizio anno in Argentina praticamente non ho più sprintato, non mi era mai capitato di arrivare a fine aprile a secco».
Avevi già alzato le braccia in questa corsa, nel 2012 a Kusadasi. «Sì, vestito la maglia della Colnago. Sembra passata una vita… Un confronto tra le due tappe vinte? Questa mi è piaciuta molto perché non ho battuto solo dei velocisti, ma gente che va in salita. Su questo arrivo all’insù ci voleva gamba. Sono felice soprattutto perché, finalmente, ho dimostrato a me stesso si esserci».
Cosa prevede il tuo programma? «Dopo la corsa rosa, a cui ovviamente sia io che la squadra teniamo molto, mi vedrete al Giro di Svizzera e ai Giochi Europei di Baku. Cassani mi ha chiesto di farmi trovare pronto, se la condizione me lo permetterà ci sarò. Dopo questo importante appuntamento tirerò un po’ il fiato e programmerò con il team il finale di stagione».
Sei arrivato baciando il polso destro, su cui sfoggi un nuovo tatuaggio: un cuore con la scritta “Ti porto via con me”, possiamo rivelare di chi si tratta? «Sì, dedico questa vittoria alla mia fidanzata Valentina. Il tatuaggio è il titolo della nostra canzone. Quest’ultimo anno è stato parecchio tribolato, ma ora ho ritrovato la serenità. Valentina mi è stata vicina, è l’unica persona ad avermi supportato in questi mesi non proprio semplicissimi. Da oggi si riparte in tutti i sensi, questa vittoria ci voleva proprio».
da Pamukkale, Giulia De Maio
foto Michele Mondini