COLNAGO. «Freni a disco, la rivoluzione»

BICICLETTE | 16/04/2015 | 07:05
Se c’è uno che non ama frenare e rallentare è proprio Ernesto Colnago. Non ama frenare e rallentare quando si parla d’innovazione, tecnologia, ricerca, visione del futuro. Non ce ne vogliano i prestigiosi marchi stranieri, in particolare quelli a stelle e strisce, che hanno trasformato la bicicletta sartoriale su misura made in Italy in bicicletta dozzinale, da promuovere in una economia di scala che guarda alla formatizzazione di qualche misura, dimenticandosi delle esigenze dell’appasionato, e stravolgendo l’equazione: il costruttore modella la bicicletta su chi la utilizza, gliela cuce addosso.

Ma torniamo all’irrefrenabile Ernesto Colnago e ai freni a disco che l’Uci ha deciso di far utilizzare in via sperimentale nelle corse su strada in due gare: tra agosto e settembre di quest’anno. E l’esperimento proseguirà nel 2016 in tutti gli eventi del calendario Uci. Se alla fine del percorso l’Uci darà il via libera, i dischi sulle biciclette da corsa saranno introdotti ufficialmente nel World Tour a partire dal 2017.


Inutile dire che il Maestro di Cambiago è soddisfatto, visto e considerato che ancora una volta è stato il primo a lanciare sul mercato una bicicletta da corsa dotata di impianto frenante idraulico con dischi. «Era il 2012, eravamo al salone di Taipei e dopo tre anni di studi e collaudi, finalmente, potevamo presentare al mondo quello che oggi a tutti gli effetti è divenuto realtà», ci confida con soddisfazione e orgoglio. «E per un’azienda come la nostra, che ha fatto della ricerca e dell’innovazione un proprio fiore all’occhiello, questo è un ulteriore motivo di orgoglio – aggiunge».


E continua: «Spesso si dà tutto per scontato. Capisco che ci si possa dimenticare della storia, ma in certi momenti, scusatemi, è giusto anche ricordarla. Io non potrò mai dire di aver inventato il cambio moderno, perché quello è opera di un genio che risponde al nome di Tullio Campagnolo. Così non posso dire aver inventato la bicicletta, perché quella è nata dalla matita e dalla folle intuizione di un genio di nome Leonardo da Vinci. Nel mio piccolo, però, penso di aver portato in questo mondo piccole grandi invenzioni. Una delle più grandi, nata oltre venti anni, è l’introduzione del carbonio nel mondo della bicicletta, grazie alla nostra partnership con Enzo Ferrari e l’allora Ferrari Engineering. Poi la prima forcella a foderi dritti, in un momento storico in cui molti costruttori volevano introdurre le sospensioni, anteriori e posteriori. Tre anni fa i freni a disco per bici da corsa su strada. Nessuno era pronto, molti gli scettici, oggi l’Uci dà il via libera alla sperimentazione. Si va avanti, passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, verso una bicicletta che cambia restando sempre la stessa. Una bici che scivolerà via veloce». E con una frenata sempre più dolce.

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