INIZIATIVE | 16/03/2015 | 07:47 Alassio sotto i riflettori. Con quattro generazioni di ciclisti presentata la Albenga Genova del Giro 2015. Solitamente nelle presentazioni locali delle tappe del Giro d’Italia c’è un overdose di politici, politicanti o presunti tali che si blaterano addosso vantando improbabili meriti organizzativi o di “spinta” e amicizia nei confronti della RCS. Nulla di tutto ciò, praticamente un miracolo, è successo ad Alassio, dove in una serata veramente apprezzata dal pubblico degli appassionati, i protagonisti sono stati i corridori, le loro storie della Corsa Rosa e il Ciclismo con la C maiuscola. E non poteva essere diversamente grazie agli ospiti che hanno onorato la serata. Sul palco e sotto il fuoco di domande dalla platea, ben quattro generazioni di pedalatori, vale a dire: Vittorio Seghezzi, classe 1924, corridore dall’immediato dopoguerra fino a quasi gli anni “60. Gregario di Bartali al famoso Tour del 1948. Gianni Motta, 72 anni l'altro ieri, più di 90 vittorie in carriera; corridore dalla classe eccelsa e vincitore tra l’altro del Giro d’Italia 1966. Mirko Celestino, quarantenne, ligure di Andora e ultimo corridore savonese capace di infiammare le folle locali ma non solo. Gloria Scarsi, figlia degli anni 2000, campionessa italiana esordienti strada e pista; allieva del “maestro” Gaibisso che ha allevato generazioni di pedalatori per l’U.C. Alassio. E gli amministratori? Attenti e desiderosi di imparare il “bel Ciclismo”. In definitiva, la città di Alassio ha insegnato come parlare di Giro d’Italia e di biciclette senza assistere alla solita noiosa parata di maggiorenti ma ascoltando il cuore e la passione di chi ha pedalato o pedala per davvero.
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