Donati: «L'intesa con il Coni mina la credibilità dei NAS»
DOPING | 29/01/2015 | 09:20 Consulente Wada e di numerose inchieste penali, Sandro Donati è considerato un’autorità indiscussa dell’antidoping,
I Nas al Coni sono un bel passo avanti verso la terzietà dei controlli? «No, si tratta di un’intesa ambigua e pericolosa che fa comodo solo al Coni. E rischia di compromettere la credibilità dei Nas».
Ma un carabiniere altamente specializzato può prendere ordini da dirigente Coni? «Infatti non credo che accadrà, ma il punto non è questo: è prestarsi a che il Coni conservi del tutto i controlli, sia nella titolarità della gestione, sia nella logistica. La struttura antidoping del Coni rimarrà inalterata, con i suoi meccanismi, la sua dipendenza, il suo recentissimo passato smascherato dall’inchiesta di Bolzano. Ed è l’ennesima violazione della legge antidoping del 2000, che prevedeva che le competenze sulla materia fossero dismesse dal Coni e trasferite al ministero della Sanità. E questo accordo improprio acuisce ulteriormente la situazione. Che tra Coni e politica (bipartisan) ci sia sempre stata un’intesa trasversale è chiaro a tutti, ma ora – dopo l’appoggio di Renzi a Roma 2024 – è diventata un patto di ferro».
Mette i Nas, la cui credibilità è certificata anche da un accordo con la Wada, sullo stesso piano di ciò che è accaduto fino ad adesso? «Non è in dubbio la serietà dei Carabinieri dei Nas che io stesso ho contribuito a formare in materia di contrasto al doping e neppure è in dubbio la loro buona fede nel cercare accordi con le istituzioni sportive; voglio anzi precisare che l’accordo tra il Nas e la Wada c’è già da tre anni quando, su loro pressante richiesta, l’ho proposto alla Wada ed è stato firmato alla mia presenza a Losanna».
E allora? «L’ambiguità di questa intesa, al di là di come sarà illustrata, è evidente a monte. I carabinieri dei Nas sono anche polizia giudiziaria nelle indagini penali sul doping. Quanto prima, si troveranno a essere partner del Coni e, al tempo stesso, investigatori che potrebbero trovarsi, com’è successo a Bolzano e in altri procedimenti, ad accertare e perseguire responsabilità di Coni e federazioni».
E se fosse l’inizio di una storia nuova? L’Usada è nata dal comitato olimpico Usa prima di andarsene per fatti suoi. Se intervenissero altre personalità indipendenti e competenti non migliorerebbe nulla? «Non voglio dire questo. D’altronde, già era stata concordata con me l’idea di un commissario straordinario che riordinasse la struttura e, con il tempo, aprisse la strada per l’Agenzia nazionale indipendente, esterna al Foro Italico».
Con chi ha discusso questa proposta? «Con Malagò e con il Presidente di Coni servizi Chimenti. Malagò mi disse: non ho nessun interesse a tenere i controlli antidoping. L’esatto contrario di ciò che accade» .
da «La Gazzetta dello Sport» del 29 gennaio 2014 a firma Valerio Piccioni
Il Signor Donati mi assomiglia tanto a al Signor "Tonino" Di Pietro. Per far parlare di se' non rinuncia a nessun tipo di provocazione, anche a sproposito.
La quinta essenza della mediocrità (emmemme53 docet)
29 gennaio 2015 18:36Bartoli64
Caro emmemme53,
se tu avessi la benché minima percezione di quella che può essere la tua competenza e sensibilità in materia di doping, credo dovresti letteralmente morire di vergogna nel confutare ciò che ha detto oggi il Professor Sandro Donati.
E che dire delle tue brillanti obiezioni (postate proprio oggi) in merito all’allarme lanciato dal Direttore della WADA sul grave, ed ormai evidente, danno sociale che sta causando oggi il doping tra gli sportivi comuni?
Io credo tu sia veramente la quinta essenza della mediocrità e dell’ignoranza, ma stai tranquillo, su questo blog puoi sempre contare di buona (e purtroppo tanta) compagnia, laddove un qualunque blogger – nella miseria di appena un rigo e mezzo di commento – può mettere in dubbio professionalità e competenze maturate in decenni di lavoro e peraltro riconosciute a livello mondiale.
Bartoli64
Bravo Donati
29 gennaio 2015 20:41Per89
Emmemme secondo te Donati ha bisogno di far parlare di se? è uno degli esperti mondiali in materia di antidoping, fa congressi in tutto il mondo e avrebbe bisogno di 10 minuti di successo? Ma per piacere. Piuttosto bisognerebbe fare a Malagò qualche domanda, per esempio come mai quando il CONI ha fatto il summit sull'antidoping non ha invitato Donati aveva paura di cosa? Come mai alcuni medici del CONI erano implicati nel caso Swharzer? Come mai questa scelta di dare ai NAS pieni poteri e poi dalle indagini NAS ci si dividerà tra giustizia sportiva e quella ordinaria etc etc.
doping
29 gennaio 2015 21:15siluro1946
Emmemme53 lei dimentica che il professor deve vendere libri ed offrire consulenze pertanto deve apparire. Tutti parlano delle sue crociate contro il doping come qualcosa di epocale, ma se anche il direttore della Wada, pur avvalendosi delle consulenze del professore, afferma che anche i bambini ricorrono al doping, si può dedurre che le "crociate" non abbiano portato
buoni frutti, probabilmente bisogna cambiare "crociati" e metodi.
29 gennaio 2015 21:56VociDalGruppo
Ma facciamola finita e cerchiamo di rendere l'antidoping realmente indipendente dal CONI.... ci vuole libertà di operare e indipendenza. Per questo motivo l'antidoping deve essere portato "all'esterno". Chi controlla il controllore ?
il CONI non vuole l'indipendenza dell'antidoping!!!!
29 gennaio 2015 22:18marcodlda
E' evidente che il CONI non vuole l'indipendenza dell'antidoping. Quante sedie e prebende e benefizi salterebbero per tutti i mangia a ufo che bazzicano nei vari apparati dei vari sport, soprattutto quelli finora intoccabili: calcio, tennis, automobilismo (ammesso che questo sia uno sport...), nullafacenti che hanno fior di stipendi si troverebbero a spasso. Io tifo per il prof Donati, che purtroppo è troppo solo...
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