CARRERA PODIUM. SL730, un gioiello. GALLERY

BICICLETTE | 19/01/2015 | 08:12
Sono sicuro che se fate scorrere qualche immagine nella memoria, sarete percorsi da brividi pensando a quanti grandissimi campioni ci hanno entusiasmato sulle bici Carrera Podium. Come  non ricordare il grande Marco Pantani che prende il volo in salita costruendo un mito che brillerà per sempre?

L’anno della nascita di questa azienda risale al lontano ’89, grazie a Davide e Francesco Boifava e Luciano Bracchi, ma soprattutto grazie alla loro grande esperienza e allo sconfinato amore per la bicicletta.

La parola d’ordine di Carrera-Podium è integrazione, integrazione tra tecnologia, passione e innovazione, qualità necessarie per fondere la grande abilità artigianale con le odierne prestazioni dell’high tech. Tutta la linea di questa storica azienda è creata per soddisfare le corrette esigenze di tutti gli appassionati, dal top di gamma all’entry level.
SL730 rappresenta la “punta di diamante” di questa solidissima collezione e credetemi, lo fa veramente alla grande!

Come mi suggerisce Marco Compagnoni, International Sales Manager di Carrera-Podium, i tre concetti cardine di questo progetto sono leggerezza, rigidità e affidabilità. Quanto sia difficile riuscire a combinare questi tre ingredienti è oramai un dato alla portata di molti appassionati.
Spesso ci si meraviglia dei pesi rastremati dei telai e si rimane completamente catturati da numeri che ci sembrano più importanti di tutto, anche della nostra sicurezza. Ho visto personalmente molti telai light presentare conti salati con crepe ed altri danneggiamenti, dirette conseguenze di una eccessiva rincorsa al minor peso assoluto che sembra non finire mai.

Il telaio leggero serve, per carità, ma serve anche riportarlo a casa pedalando per anni e anni! Partiamo da questo punto: Carrera-Podium ha trovato la ricetta segreta per produrre un telaio leggero, affidabile e rigido.

Per il telaio vengono utilizzati materiali compositi performanti, un mix di fibre in graphite e resina epossidica, normalmente utilizzate in ambito aerospaziale. Vi parlo del Carbon T800 HM-HS 60T SHM XN60 special nano graphite. Il carbonio per produrre il telaio viene lavorato con un nuovo processo di assemblaggio chiamato Va.B.M (Vacuum Bladder Moulding) con tecnologia EPS (Expandable Polistirene Shell) ed EPU (Expandable Polyurethane Shell). Paroloni e sigle, lo so… ma il risultato di questi procedimenti avanzati porta ad un prodotto mono struttura con eccellenti valori di peso e spessori. Tutto questo processo di formazione delle tubazioni sotto vuoto, applica dapprima la tecnologia EPS alle tubazioni di tutto il telaio tranne che nello snodo del movimento centrale, nel tubo sella e nel tubo dello sterzo dove la tecnologia EPU fa il resto. Il risultato finale è una tubazione in cui le fibre sono distese uniformemente, per diventare compattissime. Questa incredibile compattezza crea il presupposto per la corretta riduzione degli spessori con la successiva resistenza del carbonio.

A queste tecnologie segue di pari passo un avanzato modellamento delle tubazioni del triangolo anteriore  con design “round to square” per garantire massima rigidità dove serve (in prossimità degli snodi ) e perfetto controllo del mezzo. Il triangolo posteriore è decisamente rigido ed un carro di 407 mm nella taglia M è un chiaro indizio di quanto questo telaio voglia essere piantato a terra con grandissima rigidità laterale. La trasmissione totale della potenza è assicurata dall’asimmetria del carro posteriore basso e dalla forma estremamente piatta dei foderi alti.
Ogni processo sopra citato porta ad un risultato estremamente equilibrato  e guidabile, in cui i 730 gr del telaio sono un valore che inserisce il modello SL730 tra i telai più leggeri in commercio. Chiude il cerchio una forcella monoscocca da 1-1/8”- 1,4” di 330 gr, leggera e affidabile.

Le colorazioni sono tre, tutte con la stessa base di carbonio marmorizzata e satinata, una con dettagli rossi, come quella del test, una con dettagli grigi  ed una con dettagli gialli.

Le taglie sono XS, S, M, L e XL
, ovvero tutte quelle necessarie per trovare quella adatta alle nostre misure.
La bici del test è equipaggiata con Shimano Durace 9000 11 velocità in versione completa di guarnitura 50-34 e pacco pignoni 11-25 perfetto in ogni sua dinamica. La cambiata è morbida e veloce salendo da un rapporto all’altro, ma forse nella discesa  Sram e Campagnolo hanno ancora qualcosa in più. In quest’ultima versione la silenziosità e la morbidezza della cambiata sembra essere tornata ai livelli dell’ultimo 10 vel con cavi esterni.

Per reggisella, manubrio e pipa Carrera-Podium si affida ad Fsa con la linea K-Force, sinonimo di affidabilità e performance, adatta a questa versione top di gamma.

Per le ruote la scelta ricade sulle Vision Metron 40
per tubolare, ruote ideali e polivalenti per accompagnare al meglio l’indole di questa bici. I tubolari sono gli affidabili e leggeri Continental Sprinter da 22mm, onesti in ogni dinamica.
Per la seduta e il nastro, troviamo Selle Italia, con la sportiva e leggera Slr con forchetta in carbonio. Il telaio è ovviamente predisposto per ospitare i gruppi elettronici.

Il montaggio è curato in ogni particolare con grande attenzione, la verniciatura è da 10 e lode, la parte colorata segue le linee della bici esaltandone le dimensioni e il taglio dei tubi. Le guaine (dotate di dispositivo per la regolazione del cambio) in tinta con il colore rosso chiudono il cerchio di un accostamento cromatico molto azzeccato.
Sul fodero basso posteriore di destra e sull’obliquo dietro al movimento centrale, in corrispondenza della corona più piccola, sono posizionate sul telaio due placchette in lega per proteggere lo stesso da accidentali contatti con la catena.

Nel periodo del test ho potuto apprezzare al meglio le grandi doti di leggerezza di questa SL730, è una vera arma da salita. Il telaio è rigido, lo si avverte subito da come risponde alle pedalate sia in pianura che sulle rampe con forte inclinazione. Non teme rilanci violenti in pianura né tantomeno cambi di ritmo in salita. La guida che offre è ottima, in discesa è precisa come un bisturi, balla nelle curve come un grande prodotto da gara deve fare, veramente entusiasmante.

Le frenate brusche e violente non scompongono la ciclistica
che può essere governata anche con forza azzardando una guida aggressiva. Ovviamente questo montaggio esalta il discorso “bilancia”, ma una SL730 montata più al risparmio rimane un bel mostro da lunghe salite.

Il livello di rigidità e leggerezza raggiunto da questo materiale così assemblato è di alto livello, basta toccare i tubi per sentirne uscire un sound secco terribilmente corsaiolo!
Nonostante il progetto sia fortemente indirizzato verso la leggerezza, il profilo dei tubi segue un chiaro disegno aerodinamico a partire dal tubo sterzo e dalla forcella fino alla forma a goccia dell’obliquo. Non stiamo certo parlando di un telaio aero, ma di un prodotto leggerissimo che se la cava benissimo anche in questo campo.
La forcella si comporta sempre bene, trasmettendo grande sicurezza alla guida. I forcellini anteriori sono in carbonio, così come quelli posteriori.
Consiglio questa SL730 a tutti quelli che hanno il chiodo fisso per salita, e scelgono la loro bici tenendo ben presente il peso complessivo. Inutile raccontarvi quanto sia adatta alle Gf, soprattutto quelle con parecchio dislivello. Considerate che in questa configurazione costa 6890€, non molto visto il montaggio top. Con qualche particolare ancora più light, si scende facilmente sotto i 5500 gr, pedali compresi….chi ha orecchie per intendere intenda!

Materiali presenti nelle foto:

-Occhiali Poc
-Scarpe Sidi Ergo Carbon II
-Completo la Classica
-Completo Biemme
-guanti Biemme
-Guanti Prologo
-Casco KASK Infinity
-Garmin Edge 500

Giorgio Perugini
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