Diego Ulissi, sotto l'albero ancora niente

DOPING | 24/12/2014 | 10:50
Sarà un Natale così, con quell'uovo sodo che ti si ferma a metà strada e non va né su né giù. Un peso non impossibile, ma che si fa sentire. È tempo di festa, di gioia, ma per Diego Ulissi queste feste avranno innegabilmente un sapore molto diverso e diffrente. Si sarebbe immaginato un Natale di liberazione, invece niente, ieri c'è stata l'udienza, ma i tempi sono ancora lunghi, molto probabilmente la sentenza non arriverà prima della Befana, e speriamo solo che possa portare del dolce e non del carbone.

Scrive oggi Claudio Ghisalberti su «La Gazzetta dello Sport»: «Ieri mattina, poco prima delle nove e mezzo Diego ha varcato la soglia di Palazzo Megaron. Nello studio di Henry Peter, il presidente della Camera arbitrale dello Swiss Olimpic, quello che in Italia sarebbe il Tna (tribunale antidoping) del Coni, è entrato accompagnato da Rocco Taminelli, il suo legale, e dal professor Massimo Locatelli, l’ematologo del San Raffaele che ha stilato la perizia difensiva. Al fianco di Peter, altri due membri: il dottor Gereau, per la parte scientifica, e quel Claudio Sulser ora avvocato ma in passato buon attaccante nella serie A svizzera. Per l’accusa, il dottor Mario Zorzoli a rappresentare l’Uci e Antonio Rigozzi, un avvocato indipendente, per l’antidoping svizzero. Alle 13 l’udienza è finita. Dalla porta secondaria del palazzo i protagonisti se ne vanno alla spicciolata senza dire una parole. Manca la sentenza, resta il tormento di Ulissi. I giudici hanno voluto lasciare alla difesa la possibilità di presentare una memoria integrativa e forse questo è un supplizio in più. Ma ormai il tempo stringe. Il verdetto dovrebbe arrivare prima dell’Epifania e molto difficilmente sarà di assoluzione. Però la squalifica potrebbe essere non durissima, tra i nove e i dodici mesi di stop, e dovrebbe avrebbe decorrenza da maggio, quando cioè il corridore è stato fermato».

Se dovesse essere confermato quello che scrive Ghisalberti, però, la sentenza non sarebbe assolutamente lieve. Ricordiamoci che la Lampre-Merida fa parte del Movimento per un Ciclismo Credibile, e qualora un proprio atleta dovesse scontare una pena superiore ai sei mesi, il team sarebbe costretto a liberarsene. L'alternativa? Uscire dall'MPCC. Andrebbe così a rimpinguare la lista delle squadre di World Tour che in questo Movimento non sono mai entrati. Fin dal primo momento. In ogni caso, la speranza è l'ultima a morire, e ci auguriamo che la mano della Camera Arbitrale dello Sport svizzero sia lieve.
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COMMENTI
UCI
24 dicembre 2014 11:47 siluro1946
Regole e persone fuori dal tempo e dal mondo. Lampre fuori da un MPCC senza senso e utile solo a dare prebende a qualche pensionato. Gli Sponsor devono pensare a dare soldi e non fare i Talebani del doping. Ulissi in gara oggi!!!

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