MASETTI, l'epopea del pioniere del cicloturismo

STORIA | 16/12/2014 | 15:22
La storia d'Italia conosce molti eroi - generali, artisti, esploratori - ma il nome di Luigi Masetti è rimasto nascosto nelle pieghe dell'ultimo secolo. Ha sperimentato fango e polvere come i soldati, ha vissuto un'epopea degna dei poeti, ha attraversato il mondo da solo con una bicicletta: il 18 dicembre ricorrerà il 150esimo anniversario della sua nascita. Ed oggi, nel corso di un incontro a Milano, è stata l'occasione di una riscoperta a lungo attesa. Nato a Trecenta (Rovigo) nel 1864 Masetti fu uno dei pionieri della bicicletta - o "bicicletto", come definiva il suo "Eolo" - e primo cicloturista italiano. Giunto a Milano per completare gli studi superiori, e già partito nel 1892 per una traversata in bici delle capitali europee che affinò la sua conoscenza delle lingue, fu nel 1893 che nacque la leggenda di Masetti. In quell'anno, grazie al sostegno economico di un fan d'eccezione come il direttore del Corriere della Sera Eugenio Torelli Viollier, il velocipedista realizzò la sua più celebre impresa, la traversata Milano-Chicago e ritorno. Nel 1893 Chicago ospitava un'Esposizione Universale dedicata al 400esimo anniversario della scoperta di Cristoforo Colombo: l'occasione sembrava fatta apposta per accogliere il ciclista-esploratore, che sulla strada del ritorno verso Milano incontrò a Washington anche il Presidente Grover Cleveland. Questo fu il cosiddetto "viaggissimo", epopea lunga 7500 km raccontata da Masetti ai lettori del Corriere con reportage settimanali. Le pedalate di Masetti non finirono però con la trionfale accoglienza a Milano del '93: nel 1900 il ciclista si superò pedalando per 10mila km dal Marocco fino a Capo Nord - dove ora il Comune di Trecenta pensa di omaggiare il concittadino con una targa - e da qui ritornando a Milano attraverso la Russia, dove incontrò anche Lev Tolstoj. Dopo un articolo-ritratto di Ottone Brentari sulla Rivista Mensile del Touring Club Italiano del 1901, del Masetti si persero le tracce. A ricostruire i suoi viaggi è stato nel 2008 Luigi Rossi nel volume L'anarchico delle due ruote (Ediciclo): qui frammenti dei reportage e testi manoscritti ricostruiscono non solo le altre imprese di Masetti, come quella del 1897 "dalle Alpi alle Piramidi", ma soprattutto un personaggio dalle idee libertarie protagonista di un'epoca eroica. Eroica come si chiama oggi la nostalgica corsa del Chianti, una delle esperienze di punta del fenomeno del cicloturismo che proprio in Masetti deve riconoscere il suo padre italiano. Questa paternità avrà un riconoscimento ufficiale quando il Consorzio per lo Sviluppo del Polesine intitolerà al trecentano l'ultimo tratto dell'itinerario ciclistico mitteleuropeo "Anello delle Alpi" da Legnago all'Adriatico, in completamento entro il 2016. Ma la contemporaneità del personaggio si nota anche nel suo interesse per Expo, nella capacità di raccogliere fondi con spregiudicatezza, nella sfida alle frontiere, tratti che accomunano il giovane ciclista polesano dell'ottocento ai reporter e viaggiatori che oggi finanziano con il crowdfunding i propri documentari e reportage. Non è un caso allora che le parole che Il Ciclo gli dedicò nel 1893 risultino più attuali che mai: "Se fosse francese sarebbe portato sugli scudi, se fosse americano si sarebbe fatto una sostanza, ma è italiano, non è quindi da stupirsi se fuor che da pochi il suo viaggio ardito è calcolato un nonnulla". (ANSA).

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