Fanini tuona: bisogna fermare questo ciclismo

| 28/07/2006 | 00:00
“C’era da immaginarselo” esclama Ivano Fanini “dopo l’impresa di Landis nella 17^ tappa che mi lasciò pieno di dubbi, la positività del vincitore del Tour non mi sorprende!”. “Questo ciclismo, così come viene corso ed interpretato è assolutamente marcio e privo di senso. Mi sconcerta apprendere che dopo tutti gli scandali di questi ultimi tempi ci sia stato qualcuno che abbia avuto il coraggio di abusare nuovamente di sostanze dopanti, specialmente se si tratta del vincitore del Tour de France. Tuttavia non sono sorpreso. Oggi hanno preso Landis ma sono sicuro che la maggior parte degli atleti che hanno partecipato al Tour abbiano fatto qualcosa di illecito. Da tempo ribadisco che il ciclismo degli ultimi anni andrebbe fermato perché così non è più credibile. Per colpa di questi atleti, di certi medici, manager e formazioni, il ciclismo perde gli sponsor che giustamente non se la sentono di scommettere su uno sport lesivo per la propria immagine. In questo modo non possiamo andare avanti, c’è bisogno di un ridimensionamento totale. Ci vogliono nuove regole, sicuramente più ferree, altrimenti non si andrà mai incontro ad un miglioramento. Sono più che convinto che a questo punto l’unica soluzione per migliorare questa situazione sia quella di fermare l’intero movimento ciclistico professionistico fino a quando non venga fatta chiarezza. Chi ha sbagliato deve pagare, ci vogliono squalifiche a vita senza altri mezzi termini. E voglio lanciare una provocazione: i controlli antidoping costano decine di milioni di euro: se questi soldi venissero investiti negli organi di controllo come i NAS e le gendarmerie di tutti i paesi perché è dimostrato che vengono scoperti molti più casi di doping con le forze dell’ordine che con i controlli, si potrà veramente voltare pagina e percorrere una nuova strada all’insegna dello sport vero. Tanto per citare l’ultimo caso, in Spagna sono stati trovati in un colpo solo 60 corridori coinvolti in casi di doping ed in modo pesante, oltre a tutto lo staff che li circonda, mentre mediante l’antidoping in Francia è stato trovato solo Landis che probabilmente riuscirà anche a cavarsela con le solite autorizzazioni, anche di organi ufficiali o dei certificati medici. Su questi punti devono intervenire il Presidente dell’UCI, McQuaid (che dovrebbe essere maggiormente interessato come padre di un attuale neoprof) a cui segnalo che purtroppo non si tratta di un ristretto numero di persone coinvolte ma quasi tutto il movimento e l’amico Renato Di Rocco, Presidente della Federazione. E’ inutile che si cerchino degli escamotage per difendere i corridori, anch’io sono amico di Basso e mi dispiace moltissimo per la situazione che gli si è creata attorno. Purtroppo però, lui, sua sorella e suo cognato Eddy Mazzoleni sono sotto controllo e per questo è giusto e soprattutto necessario che le cose facciano il proprio corso. Mi dispiace dire queste cose perché Ivan Basso è un grande campione soprattutto a livello umano ma non posso fare altrimenti. Vorrei concludere dicendo che i Nas, la Gurdia Civil e la Gendarmeria, sanno fare il loro lavoro, sono i soli che possono portare il ciclismo ad un vero cambiamento per la sua salvezza. E in Italia i Nas hanno acquisito sul campo una tale esperienza con anni di indagini che viene spontaneo chiedersi: perché non chiedere consigli a loro ?
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