Pound (Wada): il ciclismo è malato, come molti altri sport

| 28/07/2006 | 00:00
La positività per testosterone dell'americano Floyd Landis, vincitore dell'ultimo Tour, ha scatenato di nuovo contro il ciclismo il direttore dell'agenzia mondiale anti-doping (Wada), il canadese Dick Pound. Il dirigente aveva già attaccato lo sport della bicicletta in occasione dell'esclusione di Ullrich e Basso dal Tour, definendo il ciclismo "uno sport ormai finto, da prendere e buttare nella tazza del bagno, e poi tirare la catena", ora invece fa notare che "ci siamo stancati di spiegare all'Uci (la federazione ciclistica internazionale n.d.r.) cosa manca affinchè la loro lotta al doping sia veramente efficace, e come dovrebbero essere fatti i controlli". "La prima cosa da fare - ha aggiunto il direttore della Wada - è prendere coscienza del fatto che il loro sport ha un serissimo problema da risolvere, a cui non riescono a fare fronte. Nessuno sport è immune dal doping, ma certamente il ciclismo ha un'altissima percentuale di gente che ne fa uso". Ma non c'è solo questo sport: secondo Pound, il doping è diventato una piaga anche in altre discipline, come "calcio, sollevamento pesi, atletica e nuoto: hanno tutti grossi problemi". "Non è stato fatto abbastanza nei decenni precedenti - ha detto Pound - ed ora ad ogni grande risultato sportivo molta gente si chiede se sia stato ottenuto in modo pulito. Dobbiamo riguadagnare la fiducia della gente, e far capire ai vostri bambini e ad i miei nipotini che per essere bravi nello sport non c'è bisogno di riempirsi di farmaci". "Lo sport in generale è in una spirale - ha concluso il capo della Wada - dove i suoi protagonisti diventano sempre più dei gladiatori dei tempi moderni, che fanno esercizi di dubbio valore e significato, mentre cresce la violenza: se questo è il prezzo da pagare, consiglio a tutti di andare a pesca, o dedicarsi alla montagna, almeno si sta a contatto con la natura"
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