ARMSTRONG. «Io sono il diavolo? La colpa è di Tygart»

DOPING | 03/12/2014 | 10:16
La rivista inglese Rouleur nel suo ultimo numero, in edicola in questi giorni in Inghilterra, ha dedicato un ampio e interessante servizio a Lance Armstrong. Il giornalista danese Morten Okbo ha trascorso con il texano tre giorni ad Aspen, parlando a fondo con lui tra ipocrisia, accusatori, recriminazioni e rimorsi e immortalandolo, grazie alla macchina fotografica di Jakob Kristian Sorensen, nella vita di tutti i giorni, ma anche mentre fa fare dietro moto a Tejay van Garderen o si allena in bici con lui. Oggi e nei prossimi giorni vi proponiamo alcuni stralci di questa lunga intervista.

SQUALIFICA. «Oggi io non posso praticare tiro con l’arco, né giocare a badminton o a ping pong. Quando tutta quella merda mi è caduta addosso, mi è stato vietato qualsiasi sport olimpico. A vita. Chi è responsabile di tutto questo? Ovviamente Travis Tygart, è lui l’uomo che sta dietro a questa storia. Sospetto abbia avuto quattro motivazioni per perseguitarmi come ha fatto. In primo luogo è un megalomane e ama le luci della ribalta. In secondo luogo lui e chi lavora con lui hanno voluto creare un precedente giuridico per ogni qualunque altro caso futuro. Terzo: c’è un coro sempre più assordante di persone che legittimamente possono affermare che i test antidoping semplicemente non funzionano nonostante si spendano milioni per effettuarli; sempre più gente inizia a domandarsi se servano effettivamente o meno. Quarto punto: queste agenzie antidoping hanno un costante bisogno di finanziamenti, il mio era il caso perfetto per dire al mondo “guardate come siamo efficienti e, già che ci siamo, potreste aumentare i fondi?" Tygart cercava la fama, ha forzato le parti ad accettare le sue scelte, senza curarsi del fatto che queste per lo sport di oggi non avrebbero portato a nulla di buono».

IPOCRISIA. «Lo sport fondamentalmente è debole, anche il ciclismo. Soprattutto per una questione di unità di intenti, in particolare perché i corridori sono disuniti e le squadre non hanno alcun potere. Così quando si verifica un fatto clamoroso come quello che ha coinvolto me, una persona dall’esterno del movimento può entrare indisturbata, riportare il tempo indietro di 12 anni e distruggere uno sport e una generazione che non meritava di essere trattata in questo modo. Il ciclismo e la sua ipocrisia non hanno pari. Ullrich si è assunto le sue colpe prima di me ed è sparito dalla circolazione. Ora Jan sta tornando, ripulito e io invece sono il diavolo. Poi si vedono in giro tutte quelle foto del grande Pantani… Non capisco. Sembra proprio che spetti al caso decidere se finisci nella lista dei cattivi o dei bravi ragazzi. Prima di me Bjarne, Ullrich e Marco hanno vinto il Tour. Dopo di me l'hanno vinto Floyd, Alberto e Sastre. L’anno scorso ASO ha radunato alcuni dei suoi campioni, tutti belli seduti su una cabriolet: Eddy Merckx, Bernard Hinault, Greg LeMond e Miguel Indurain. E io? Capite che non ha senso? Il doping è il problema di uno sport o di una persona sola? Come fai a decidere: queste cose non sono mai accadute, cancelliamo sette anni di storia, e blah blah blah? È  un errore, si fa del male allo sport. E ancora: se togli una vittoria ad un corridore, la devi assegnare a un altro. Se non lo fai, non hai risolto nulla e in più fai apparire tutti quanti come degli idioti. Su Wikipedia, sull’albo d’oro della Grande Boucle, c'è un buco bianco per gli anni della Prima Guerra Mondiale, uno per la Seconda Guerra Mondiale e infine uno per la Guerra Mondiale di Lance Armstrong. E quel che accade sui social network, lo vedete? Se io non dico nulla, non succede nulla; ma se pubblico un post su twitter si scatena il finimondo portato avanti da gente sciocca che odia il ciclismo. Io ormai sono immune alle critiche e agli insulti - ovviamente se scrivono della mia famiglia mi toccano nel profondo - ma se parlano solo di me non ci do peso. L’altro lato della medaglia è che sono diventato immune anche ai complimenti».

1 - continua

Giulia De Maio
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COMMENTI
Concordo solo su...
3 dicembre 2014 13:02 true
Son d'accordo solo sulla questione Pantani. Basta foto, GPM, scuole, gare intitolate a lui. E' ora di guardare al futuro!

Mah
3 dicembre 2014 16:23 Ruggero
Come dargli torto ?

3 dicembre 2014 18:02 siluro1946
Un grande. Un'analisi perfetta sui ''talebani'' dell'antidoping.

3 dicembre 2014 22:36 lele
Armstrong che da del megalomane ad un altro e' come Berlusconi che predica la castita'......bwahahahahahaha!

MA GUARDA UN PO'?
3 dicembre 2014 22:53 ewiwa
Alberto Sordi in un suo film viene sorpreso dalla moglie mentre nel letto coniugale stava facendo l'amore con un 'altra......alla fine della scena il grande Alberto fa un casino incredibile e va via imprecando contro la moglie e pretendendo di essere la vittima...ma era un film comico...quello di Armstrong no ...c'è qualcuno che glielo va a dire?
poi sui commenti che leggo vorrei stendere un velo pietoso!!!!!

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