Undici contro uno: ecco perché Velon rischia di finire Veloff
PROFESSIONISTI | 25/11/2014 | 14:13 «Velò» in francese significa bicicletta. «On» in inglese vuole dire andare avanti. «Velon» è un nuovo gruppo di lavoro, una nuova società per un nuovo modo di intendere il ciclismo. Francese più inglese, per trovare un nuovo linguaggio e modo di fare e vendere ciclismo. Raggruppa 11 formazioni World Tour, da Sky a Bmc, dalla Lampre-Merida all'Omega. Dopo anni di competizioni, forse, finalmente, una piattaforma comune per “contrastare” Uci che resta equidistante suo malgrado in attesa di eventi, ma soprattutto per tamponare almeno parzialmente lo strapotere di Aso, i padroni del Tour e di tutte le corse che attorno al colosso francese ruotano.
Sul piatto della bilancia almeno 40 milioni di €, quanto ricava di diritti televisivi l’Aso dalle sue corse. «Velon» avrà il compito di bilanciare questo strapotere. Il contendere è sempre lo stesso, da anni. Da una parte il Tour, che fa grandi i corridori e - a sentire loro - non viceversa. Dall’altra parte undici team, undici manager, una nuova società che dice senza di noi non si fa niente, ma con noi si può fare tutto meglio. Intanto anche la riforma del ciclismo 2017 si è arenata. Proprio per questa ragione: i diritti tv. All’Aso interessa che tutto resti uguale, per potersi muove con assoluta sicurezza e disinvoltura in un mondo che ormai conosce a menadito.
Sul tavolo ci sono argomenti commerciali e di marketing; in futuro si parlerà forse anche di partecipazione alle corse e di calendario. L'obiettivo è aggiungere valore al ciclismo con le telecamere e altre nuove tecnologie avanzatissime che permetteranno di portare il tifoso "dentro" la corsa, a contatto diretto del campione. Un esempio: le immagini dalle biciclette o dall’interno degli abitacoli delle ammiraglie potranno essere vendute alle televisioni, e parte dei diritti ridistribuiti alle squadre. In gioco c’è anche il discorso-telemetria, per portare i dati dei corridori sulla tv. Il confronto con gli organizzatori non sarà semplice, in particolare con Aso, che non ne vuole assolutamente sapere. Per i signori del Tour i diritti tv che in questi anni hanno saputo raccogliere è frutto solo e soltanto del loro lavoro. È l’Aso che ha saputo valorizzare come nessuno il brand e il percepito del Tour in tutto il mondo e secondo loro – gli organizzatori francesi - vale a prescindere dal valore dei corridori al via della Grande Boucle. Velon è fiducioso: pensa di potersi inserire nei prossimi mesi nella trattativa e fare del business. Ma per i francesi - al momento - siamo al Veloff.
Pier Augusto Stagi,direttore tuttoBICI e tuttobiciweb.it
ASO si merita di essere boicottato in pieno. le World Tour sono obbligate a partire, ma non è scritto da nessuna parte con quali corridori. Svegliatevi Team, loro sono l'unica società in attivo del ciclismo e voi tribolate per pagare corridori spese antidoping ecc.... SVEGLATEVI!
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