LIBRI | 04/11/2014 | 08:25 I manuali, se fatti bene, hanno il grande pregio di spiegare le corse pratiche con esempi e casistica. E la forza de «Il cicloamatore e il codice della strada» scritto da Bernardo Marasco ha proprio questo pregio: è un vero e proprio saggio dedicato al ciclista che pedala su strada, non necessariamente al cicloamatore, ma più semplicemente al pedalatore.
Secondo me i 10,50€ sono sprecati, per andare in bici, ....MA NON SOLO in bici, ci vogliono solo due cose: Educazione civica e rispetto del codice della strada.
Tutto il resto sono solo chiacchiere commerciali!!!
Pontimau.
4 novembre 2014 23:27berny70
Caro ciclista (credo che tu lo sia), tu sei liberissimo di pensare che si tratti di "chiacchiere commerciali"; io credo che la nostra "sopravvivenza" sulla strada dipenda anche dalla conoscenza delle norme del codice; sono norme spesso discutibili e ci sono riforme sulle quali dovremmo lottare...Io ho perso 8 compagni di pedalate il 5/12/2010 (sono di Lamezia Terme) e forse per questo ho una sensibilità diversa dalla tua...
Berny70 ascoltami.
5 novembre 2014 09:41Bartoli64
Sono abbastanza d’accordo con il post di The Rider (uno che non scrive mai a caso) ma rispetto profondamente quello che dice Berny70.
E’ vero che molti di noi spesso non rispettano le più elementari regole del Codice della Strada (ma credo che non lo facciano solo quando sono in bici) però ti chiedo, caro Berny70, che difesa puoi avere, che regola vuoi rispettare quando un pazzo su un’auto o su una moto ti colpisce in pieno da dietro mentre sulla tua bici procedi sulla tua mano e tenendo strettamente la destra?
Quale Codice ti potrà mai tutelare quando un tossico o un ubriaco esce di strada, magari perché viaggia pure a velocità folli, e ti colpisce in pieno come è successo ai tuoi sfortunatissimi amici di Lamezia Terme?
Anche dalle mie parti, sai, è un continuo stillicidio di incidenti e di ciclisti morti sulla strada, e non c’è un mio solo mio conoscente ciclista che non abbia avuto un incontro ravvicinato con un’automobile, io stesso ne ho avuti già tre pur non avendo alcuna colpa (uno mi ha colpito da dietro mentre ero su un rettilineo, un altro ha fatto inversione a U senza nemmeno vedermi, ed un altro ancora non ha rispettato un stop)!
Cosi esco la mattina per i miei allenamenti, mi faccio il segno della croce raccomandandomi al Padreterno e penso che è sempre un buon giorno per fare un incidente.
Quando va bene mando “affa” almeno un paio di automobilisti, ma non è così che si dovrebbe vivere una sana ed innocente passione com’è quella della bicicletta.
Tutto ciò mentre queso schifo di classe politica che abbiamo pensa solo a piazzare telecamere per multarti appena metti una ruota su una corsia preferenziale, ma poi, nonostante tutti i morti che ogni anno si registrano sulle strade italiane, sono almeno 20 anni che ancora discutono sull'introduzione del c.d. "omicidio stradale".
Bartoli64
5 novembre 2014 13:31berny70
Per capirci e senza voler fare polemica con nessuno...il mio saggio, che non nasce da fini di profitto, non risolve di certo i nostri problemi (sarei un folle a pensarlo) ma è solo un punto di partenza per riflettere sulle relative problematiche; il nostro codice ha norme inadeguate e folli ed è di certo migliorabile;
lo sapevate, per esempio, che in altri paesi europei esiste una distanza minima per sorpassare un ciclista? perchè in Italia non si può introdurre una norma del genere?
Passando al problema delle pene e della giustizia, sappiate che il problema è generale; non esiste una concreta espiazione delle pene neanche per reati ben più gravi...(da avvocato lo sperimento ogni giorno).
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