STORIA | 23/08/2014 | 08:20 Un altro strappo, d’altro genere, fu quello del Giro d’Italia 1963 quando, alla partenza da Napoli, scoppiò il caso delle due maglie tricolori. L’allora U.V.I. legittimava la maglia tricolore del toscano Bruno Mealli mentre la Lega, diciamo il movimento professionistico riconosceva, quale tricolore, il veneto Marino Fontana. Era la spia di maggiore e pubblica evidenza della grande tensione che opponeva l’U.V.I., ossia la federazione, alla Lega del Professionismo. Una guerra senza esclusione di colpi, più o meno bassi, che trovò appunto il “casus belli”. Alla partenza il tricolore lo indossava Mealli ma, appena partiti, Marino Fontana si sfila la maglia della squadra, la San Pellegrino, e sfoggia il suo tricolore. All’arrivo di Potenza scoppia la guerra guerreggiata fra UVI e Lega del Professionismo. L’UVI impone il ritiro della giuria dal Giro d’Italia. L’unico che non ubbidì al diktat dell’UVI fu il giudice d’arrivo Dante Garioni che fu radiato, ma proseguì nella sua funzione. Divenne poi vice direttore di corsa delle corse della Gazzetta dello Sport. La giuria fu rimpiazzata, seduta stante si può dire, da “giurati” reclutati in gran fretta dall’organizzazione del Giro che proseguì regolarmente, senza soverchi problemi pratici. Al riguardo, per sanare la situazione di scontro aperto, si mossero autorità governative e le massime autorità sportive internazionali e nazionali. Fu trovato un compromesso e siglato un armistizio. La giuria UVI rientrò al Giro d’Italia dopo poco più di una settimana. Un caso che suscitò, all’epoca, grande scalpore. L’assemblea della F.C.I. di Bari del 1964 decretò l’incorporamento dell’ANUGC, presieduta all’epoca dal lombardo Giuseppe “Pino” Raimondi, nella FCI con la perdita di quel margine d’autonomia tecnico-funzionale insita nella nascita dell’ANUGC e le prerogative proprie collegate al precedente status. In poche parole l’Associazione perde la sua configurazione di organismo autonomo. Grande rincrescimento da parte di tutti i giudici di gara ma “dura lex, sed lex” per dirla con la lingua degli inventori del diritto. E’ un latino facilmente comprensibile e l’accettazione e il rispetto della legge, pure se a malincuore perché non completamente condivisa, anche per il giudice di gara è imprescindibile. L’A.N.U.G.C. viene sciolta definitivamente dall’assemblea straordinaria delle società ciclistiche che si è svolta a Roma il 15 dicembre 1974 ed è sostituita nella funzione dalla Commissione Nazionale Giudici di Gara – C.N.G.G. -, commissione tuttora in funzione operativa. Primo presidente fu Aldo Spadoni, già presidente della Commissione Designazione. Abbiamo un po’ precorso i tempi. A questo punto va segnalato il primo corso UCI per giudici di gara internazionali che fu organizzato a Roma nel 1967 e poi a Cuba. Segue quasi subito quello di Casablanca, in Marocco, nel 1968. Diversi gli italiani che superarono la prova e indossarono, fra i primi, la famosa giacca color prugna, o cremisi, che dir si voglia, con maglia bianca, nota come “argentina” bianca, a girocollo e pantaloni panna che designava il loro “status”.
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