GIUSTIZIA | 05/08/2014 | 11:25
«L’esperienza
del medico legale di una volta mi ha portato a conclusioni diverse
sulla morte di Pantani. Si è trattato di rivedere gli atti di causa e
non solo, ma anche informazioni recuperate dalle indagini difensive,
fatte dall’avvocato, e mettere insieme questi frammenti di puzzle,
aggiungendo un tassello da umile gregario al lavoro che l’avvocato sta
facendo. E’ stato assolutamente un lavoro di equipe con il legale».
Sono le parole del professor Francesco Maria Avato, autore della nuova
perizia medico-legale sulla morte di Pantani. Avato è professore
ordinario del Dipartimento di scienze biomediche e terapie avanzate
all’università di Ferrara. Il suo lavoro si è basato sull’autopsia effettuata dal professor
Fortuni (università di Bologna) e sull’analisi di quasi 200 foto a
colori e del video delle indagini effettuato dalla Polizia Scientifica,
giungendo a conclusioni differenti rispetto alla prima perizia e
all’autopsia effettuata quasi 48 ore dopo il ritrovamento del cadavere.
«Sono questioni di pertinenza valutativa dell’autorità giudiziaria, non
posso esprimermi al di là del fatto che il quantitativo di cocaina
rinvenuta suggeriva altre modalità di assunzione che non quelle
classiche — aggiunge Avato —. Sono indagini molto delicate e complesse, e
ogni parola può inficiare la facilità dello svolgimento degli
adempimenti successivi da parte dell’autorità giudiziaria. Non vogliamo
creare confusione e disagio. Il mio lavoro finito? Dipende dalle
informazioni ulteriori che possono giungere, tutto è perfettibile nella
vita».
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