GATTI. Caso Pantani:cambia il finale, ma resta un romanzo nero

GIUSTIZIA | 03/08/2014 | 09:32
E’ la vittoria di mamma Tonina, dieci anni dopo. Nient’altro è, la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Marco Pantani, se non il premio che la giustizia concede alla cocciuta battaglia di una madre lacerata, incapace di accettare l’idea del figlio morto per autodistruzione. Questa madre aveva il disperato bisogno di un nemico e di un colpevole, per spiegarsi una parabola tanto tragica. E poco conta che Marco fosse già morto dentro da molto tempo prima, prima dell’overdose, o del suicidio, o dell’omicidio. Morto di disperazione e di cocaina, sempre più inabissato nei deliri di un’epopea maledetta, arrivata ai culmini più elevati del successo e poi brutalmente precipitata nella polvere dell’umiliazione: troppo, veramente troppo per un animo così fragile.
E’ solo la notizia di una riapertura d’inchiesta, niente di più. Ma tanto basta: per la famiglia e per il popolo di Pantani è una sentenza definitiva, oltre la Cassazione, l’unica vera e possibile. Marco ucciso, Marco vittima, Marco martire. E c’è da scommettere sarà così anche nel caso – per niente remoto - che la nuova piemme (primo incarico, tanti auguri) arrivi a scartare l’ipotesi dell’omicidio. Questo è la classica situazione in cui la giustizia viene tirata da una parte e dall’altra a seconda dei partiti in gioco, e se per caso dichiara verità opposte ai propri desideri diventa una giustizia inetta. Proprio come quella del piemme Gengarelli, il primo ad occuparsi della torbida vicenda, dieci anni fa.
Un pezzo alla volta, la storia di Pantani diventa così sempre più nera, torbida, tenebrosa. Un tempo il suo volto era associato a bandane colorate, braccia alzate, cime alpine, maglie gialle e maglie rosa. Con il tempo, via l’iconografia felice per lasciare il posto al florilegio di immagini su squallidi residence di riviera, camorristi, spacciatori, papponi, entreneuse, coca, lividi, sangue e mistero. Tanto malavitoso mistero.
Ma la battaglia di mamma Tonina non può concedersi pace: dimostrare l’omicidio significa riabilitare in qualche modo la figura del suo Marco. Lei era certa di complotti e nemici già dal fatidico giorno di Campiglio, lei e l’intero entourage di Cesenatico evocavano vendette di stampo mafioso firmate dai poteri forti, gente altolocata che non poteva accettare la personalità libera di Marco. Negli ambienti della Romagna ferita erano tutti sul libro nero: la “Gazzetta” che aveva manipolato i controlli antidoping per liberarsi di un campione scomodo, Squinzi che con la sua Mapei era in guerra con Pantani per questioni di regolamenti sul doping, Agnelli che non perdonava l’affronto di aver firmato un contratto di sponsorizzazione con la Citroen. Si parlava pure di Berlusconi, per non meglio precisati motivi d’invidia. Tutti contro Marco, il figlio eroe, il figlio duro e puro che il sistema cinico aveva deciso di eliminare.
Figuriamoci dopo una morte tanto tremenda. La battaglia è diventata globale. Da un punto di vista giuridico, battaglia sacrosanta: se davvero qualche tagliagola ha fatto bere una bottiglia di acqua e coca al povero Marco, per castigarlo di chissà quale sgarbo, quel tagliagola deve marcire in galera. Non ci piove. E anzi guai agli investigatori di allora se davvero si dimostrasse il clamoroso abbaglio, peggio ancora fossero negligenza e sciatteria.
Ma è dal punto di vista umano, diciamo pure sentimentale, che l’ipotesi omicidio – se dimostrata – sarebbe comunque un patetico fallimento. Senza paura delle parole, bisogna chiedersi: cosa aggiungerebbe alla tragedia personale di Marco, alla sua implosione spirituale, sapere che non è morto per overdose autonoma, ma indotta da qualche criminale? Niente, non aggiungerebbe e non emenderebbe niente. Niente sarebbe riscattato. Niente di sostanziale verrebbe spiegato diversamente. L’inchiesta non svolgerebbe la funzione catartica che la mamma sogna da dieci anni.
Prima, molto prima di quel finale nel residence di Rimini, Marco era umanamente finito. I gregari più fedeli e disinteressati, il Sert di Ravenna che cura le tossicodipendenze gravi, persino don Mazzi che voleva portarselo in una comunità del Sud America per allontanarlo dalla palude romagnola: tutti respinti con perdite, nell’ultima fase. Marco vagava semi-incosciente nel vortice inarrestabile di due polarità nefaste: depressione e cocaina, cocaina e depressione. I famosi mostri che si alimentano a vicenda, fino al baratro.
Questo per dire che Marco non si era ritrovato per puro caso nella stanza di Rimini, solo, in balìa degli scarafaggi di certi giri: era finito lì al termine di un lungo, penoso, orrendo viaggio personale, cominciato a Campiglio nel giugno del ’99. Una vertiginosa discesa all’inferno senza possibilità di scampo, perché qualsiasi forma di aiuto era sistematicamente rigettata dal suo stesso protagonista.
Aggiungere adesso questo giallo al librone noir dei grandi misteri italiani, assieme a Ustica e all’Italicus, rende ancora più cupo e più tossico il senso della storia. Arrivare alla verità - se mai si arriverà, perché in fondo stiamo ancora sospettando che gli americani abbiano girato in uno studio lo sbarco sulla Luna - arrivare alla verità è un atto dovuto, come dicono alla procura di Rimini. Ma nessuna rilettura postuma sposterà di una virgola il senso ultimo dell’intera tragedia: il finale di Pantani è comunque un finale di cronaca nera. Ferocemente nera. Con una certezza: in nessun caso arriverà mai l’unico balsamo che adesso servirebbe davvero, la consolazione.

di Cristiano Gatti, da Il Giornale del 3 agosto 2014
Copyright © TBW
COMMENTI
GRAZIE
3 agosto 2014 20:21 tonifrigo
Caro Cristiano, ci hai messo la parola giusta. Fine

Ma dobbiamo solo renderci ridicoli?
4 agosto 2014 13:37 Bastiano
Ma con una magistratura che non riesce a svolgere il suo lavoro in tempi accettabili e con standard da Paese civile, dobbiamo assistere a queste ricerche tardive di verità di comodo?
La mamma ha la piena solidarietà umana per quanto le è accaduto ma, non può pretendere di portare avanti lo strazio in eterno, nella speranza che dopo tanti anni, intorbidendo le acque, si riesca a costruire una verità più bella!

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Un anno e un mese fa, qui su Tuttobiciweb, abbiamo affrontato il delicato tema dell'abbassamento dell'età agonistica nel ciclismo, con conseguente obbligo di certificato medico sotto sforzo e non con un semplice elettrocardiogramma a riposo. Come facevano notare Maurizio Canzi...


Circa 40 milioni di euro di impatto economico generati con soli 6, 7 milioni di investimento pubblico: si condensa in questi ed altri dati significativi la ricaduta generata in Piemonte dalla Vuelta Espana 2025. Lo studio riguardante l’impatto economico in...


La Bahrain Victorious è lieta di confermare di aver stretto una partnership con Bianchi a partire dalla stagione 2026. Uno dei marchi di biciclette più leggendari a livello italiano e internazionale, con una storia di successo e innovazione iniziata nel...


Brugherio (MB) è pronta ad accogliere il 10 e 11 gennaio 2026 i Campionati italiani di ciclocross presso il parco Increa. L'evento è stato presentato oggi a palazzo Lombardia, alla presenza di Stefano Pedrinazzi, presidente comitato regionale Lombardia FCI, del...


Che Giro d’Italia sarà quello 2026? Verrà Jonas Vingegaard? Giulio Pellizzari sarà capitano della Red Bull Bora Hansgrohe? E poi le gare di Flamanville, Francia, seconda tappa di Coppa del Mondo di ciclocross, con Filippo Grigolini, vincitore della prova Juniores,...


La fiamma olimpica torna in Italia. Venti anni dopo Torino 2006, il simbolo a cinque cerchi illumina il nostro Paese con il significato universale che lo ammanta, segnando un passaggio fondamentale nel countdown verso Milano Cortina 2026. La cerimonia di...


La Red Bull – BORA – hansgrohe ha completato la pianificazione della formazione per il 2026 e inizierà la nuova stagione con 30 corridori. A completare l'organico è Arne Marit, che rafforza il gruppo di velocisti e specialisti delle corse...


La VF Group Bardiani-CSF Faizanè si riunirà il 5 e 6 dicembre presso i Poliambulatori San Gaetano per le visite mediche di inizio stagione. La struttura sanitaria con sedi a Thiene e Schio accompagna il team per il terzo...


Nel 2026,  la UAE Team Emirates XRG correrà nuovamente con due modelli Colnago da strada: la V5R e la Y1R. La livrea della V5R per la stagione 2026 cambierà: si abbandonerà la classica colorazione a strisce bianche e nere del 2025 per...


Paul Seixas va veloce ed è praticamente il primo corridore ad annunciare i suoi programmi per la prima parte della stagione 2026. Programmi ambiziosi... «Abbiamo costruito il mio inizio di stagione attorno a gare in cui posso davvero esprimermi e...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024