TUTTOBICI | 31/07/2014 | 07:50 Forse quella di Renato Di Rocco è stata solo una boutade, una nugae, una bagattella per vedere l’effetto che fa. Ma nell’ultimo Consiglio Federale del 20 giugno scorso se ne è uscito con l’ideona: perché non inserire la categoria juniores nell’attività degli amatori? Sarebbe un modo come un altro di togliere pressione ad una categoria sofferente, dove esiste molto agonismo, ma che negli ultimi anni vive anche di molti abbandoni tra i praticanti per eccesso di competizioni e di aspettative. Sull’argomento ho sentito espressamente il presidente Federale che si è limitato a dirmi che è stato creato da poco un Gruppo di Lavoro per studiare la soluzione da prendere. Chi sedeva in Consiglio, in ogni caso, mi assicura che la domanda - probabilmente provocatoria ed esplorativa - c’è stata eccome, ma sia stato altrettanto immediatamente stoppato sul nascere: «Presidente, noi come Federazione abbiamo il dovere di sviluppare un’attività olimpica...». Replica più che pertinente, come è altrettanto vero che trasferendo gli juniores tra gli amatori in questo modo andremmo ad incentivare una categoria nella quale l’agonismo è certamente più sviluppato per l’elevato numero di assatanati, frustrati e pippe: molto peggio del nostro povero e sofferente movimento che perlomeno è composto da una élite di corridori, e non da pseudo.
POCO GRADITO. Abbiamo appena archiviato il Campionato Italiano di Fondo e molto velatamente si è parlato dell’esclusione tricolore di Davide Rebellin. Con ogni probabilità i regolamenti sono stati pasticciati, e molto probabilmente anche con un pizzico di malizia. È chiaro: il corridore veneto non è gradito alla Federazione. Molti dicono: ha pagato e ha tutto il diritto di tornare a fare il proprio lavoro come tutti gli altri prima e dopo di lui. In linea di principio la penso anch’io così, ma ritengo anche che Davide - non me ne voglia - a differenza di altri suoi colleghi beccati con le mani nella marmellata ha mantenuto indefesso la linea dell’accanimento che non lascia margini di dialogo. «Troppi misteri. E porto il Cio in tribunale», ha detto alla Gazzetta del 23 dicembre del 2009. «Quella medaglia la sento ancora mia», ha ribadito sulle pagine della rosea il 17 agosto del 2011 dopo la sua vittoria alla Tre Valli. Insomma, si sente vittima, e neanche tanto velatamente chiama direttamente in causa chi secondo lui ha ordito il complotto: Wada e Cio in primis, con l’insofferente imbarazzo nemmeno tanto celato del nostro Coni. Rebellin non ha mai ammesso e mai riconosciuto i propri errori. Con quello che ha dichiarato in questi anni, poteva anche essere denunciato per diffamazione. Non può meravigliarsi di essere ancora oggi poco gradito.
MOLTO SEMPLICEMENTE. Tifo spudoratamente per Paolo Bettini, ma anche per Fernando Alonso. Se è per questo tifo un po’ per tutti, perché vista l’aria che tira mi auguro che anche la Belkin o il suo staff, la Giant o il suo staff, riescano alla fine ad allestire delle belle squadre anche nel 2015. Mi auguro che nessuno decida di lasciare il nostro beneamato sport, anche se ogni giorno arrivano segnali a dir poco sinistri. Spero e mi auguro che qualcuno possa entrare, con nuove idee, portando nuovo entusiasmo e nuovi capitali. Per questo tifo Paolo Bettini e Fernando Alonso, affinché riescano a portare a termine quanto hanno da mesi nel cuore e nella mente. Mi auguro solo che quanto prima arrivi il tanto agognato annuncio. Che si conoscano finalmente i contorni del progetto e il nome dello sponsor: che si sappia qualcosa di più del già troppo volte detto, anche in occasione dell’ultimo Giro d’Italia. Mi auguro di non dover mai sentir pronunciare parole simili a queste: rinunciamo a portare avanti il nostro importante progetto perché gli attuali regolamenti dell’Uci sono poco chiari e il mondo del ciclismo non è ancora maturo per poter accogliere progetti così ambiziosi. La favola della volpe con l’uva acerba l’abbiamo già sentita troppe volte. Il Team Sky, tanto per fare un altro grande nome, con queste stesse regole a suo tempo ha annunciato le proprie intenzioni e a queste ha fatto seguire i fatti. Molto semplicemente.
la domanda in oggetto, avanzata dal Sig. DI ROCCO, fosse confermata, come non ho dubbi in proposito, secondo l'editoriale di cui sopra, ancora una volta CREDO FERMAMENTE che la FCI sia allo "SBANDO" TOTALE.....davvero....juniores ed amatori insieme?!? ragazzini di 17 anni con gente di 50 anni ed oltre?!? A che scopo?!? Farli smettere prima di subito oppure arruolare nuovi adepti per questa "fantomatica-categoria" che, a mio parere, non ha ragione di esistere?!? ah...
Francesco Conti-Jesi (AN).
dolce
31 luglio 2014 11:04bernacca
siamo alla frutta! se un presidente dichiara questo vuol dire che non ci sono più idee! Stavo pensando: il percorso della Federazione Italiana e indirettamente degli sponsor mi ricorda molto il percorso della Fidal di Nebiolo!
Juniores e amatori
31 luglio 2014 13:34albytrek
Ciao a tutti, io non penso sia una brutta idea quella di di Rocco. Anche se la metterei in atto in maniera differente.
Infatti io sono un amatore e mi accorgo che di gare x dilettanti e juniores etc.. ce ne son ben poche. Ora non dico di farli correre insieme junior e amatori o dilettanti e amatori come si fa in Francia ma utilizzerei i mezzi a disposizione delle grandi manifestazioni granfondistiche.
Infatti la strada x le granfondo è chiusa già diverso tempo prima, gli addetti sul percorso son posizionati, allora xk non fare una partenza separata magari mezz'ora o tre quarti d'ora prima x i ragazzi?? in questa maniera si creerebbero molte più possibilità di farli in correre in perfetta sicurezza
Alberto
31 luglio 2014 14:06foxmulder
Concordo, autoannoverandomi nella categoria delle pippe così gentilmente menzionata dal direttore, con l'intervento di albytrek. Sarei ben contento con la mia quota di iscrizione alla granfondo, di poter ridare vigore al movimento giovanile. Gli facciamo una griglia a parte, li facciamo partire dieci minuti/un quarto d'ora prima e buon divertimento. Perchè occorra essere così acidi con una categoria, quella degli amatori, che in fondo in fondo è quella che tiene in piedi tutta l'industria del pedale, francamente non lo riesco a capire. Sul fatto che ci siano degli imbecilli drogati che popolano questa categoria ripeto: gli imbecilli sono ovunque, perchè il ciclismo amatoriale dovrebbe esserne esente?
Gli amatori non sono atleti
31 luglio 2014 16:11ruotone
Caro Foxmulder, io sono uno di quelli che ha scritto in "modo acido" sulla categoria degli amatori.
Ma credimi, e sono certo che comrpenderai, non è una avversione ideologica quanto la conseguenza di una riduzione di attenzione per quelli che sono gli atleti naturali, proprio secondo natura, ovvero coloro che fanno sport dalle categorie giovanili sino al professionismo.
Chi fa sport negli "anta", come i cicloamatori, come le gang dell'ufficio che si fanno il calcetto amatoriale serale (mi annovero fra questi), non sono atleti ... sono appunto: amatori.
Da qui la frase che tutti possiamo condividere secondo coscienza e natura: i nonni e i papà facciano i nonni e i papà, non facciano gli atleti in concorrenza ai nipoti ed ai figli.
Parliamo di risorse ovviamente, ma parliamo anche di diritto sportivo.
E' assurdo che il mondo amatoriale attinga risorse dal mondo giovanile e professionistico. Su questo siamo d'accordo tutti e le tue parole sincere di amatore che vuole contribuire al ciclismo giovanile le conferma meglio di ogni altra cosa.
Il problema è poi tutto politico, di rappresentanza. Per anni gli atleti hanno dovuto lottare per ottenere un posto nella amministrazione dello sport. Se, come avvenuto nella Fci, gli amatori diventano atleti in diritto, questa rappresentanza viene letteralmente snaturata.
Alle ultime elezioni federali in rappresentanza degli atleti c'erano candidati ultrasessantenni!
Non so se mi spiego.
Oltremodo va detto che la tessera di amatore (a differenza di quella degli atleti) è compatibile con quella di dirigente sociale e con quella di direttore sportivo. Un amatore poteva pertanto in teoria candidarsi sia come delegato di società e sia come rappresentante dei direttori sportivi. Un obbrobrio colossale.
La commistione fra amatori ed atleti esiste solo nel ciclismo. Nel calcio mai e poi si immaginerebbero una cavolata innaturale del genere.
Io non ho dubbi sulla tua sincera generosità, Foxmulder (e anche Alby), ma ne nutro parecchi sulle reali intenzioni di chi ha fatto quella indecente proposta.
Veramente lo scopo sarebbe quello di aiutare gli juniores, visto che non c'è alcun obbligo per le granfondo o forse lo scopo è più quello di trattenere tesserati in federazione che invece lascerebbero il ciclismo avviandoli così all'attività amatoriale?
Io propendo per questa spiegazione.
La spiegazione è poi fortemente motivata dal tesseramento del presidente con Bicitaly, il club che ha forti interessi nel mondo amatoriale e che organizza la Granfondo di Roma.
Non credo che sia un mistero per nessuno che le granfondo siano un business, mentre l'organizzazione di gare giovanile siano invece una enorme spesa.
Come dice bene Bernacca, questa è una strada simile a quella intrapresa da Primo Nebiolo, uno che al business era tremendamente attendo, sebbene fosse almeno un grande dirigente.
Ma non c'è solo il caso della Fidal (dove non a caso Di Rocco è stato segretario generale, sebbene prontamente lì dimenticato), c'è anche il caso della Federtennis, dove per anni il vivaio giovanile era stato abbandonato e si guardava solo alla Coppa Davis. A Galgani interessavano i rapporti con i circoli dei tennis, per far loro piccoli favori e garantirsi in cambio i voti per la rielezione.
Una volta eletto l'ottimo Angelo Binaghi, la Federtennis è ridecollata e con essa il tennis italiano.
Non notate un piccolo, velato parallelo fra le politiche di Galgani, di Di Rocco e della stella del momento, sua maestà er banana Tavecchio, "prezzidente" in pectore della Federcalcio?
ruotone
31 luglio 2014 17:29bernacca
analisi perfetta! e chi vuol approfondire su Nebiolo, Galgani etc vado a leggersi qualche libro e scoprirà di ritrovarsi nella realtà del ciclismo.
31 luglio 2014 17:54foxmulder
ruotone, intanto volevo dirti che apprezzo il garbo con cui ti sei posto: marce rara di questi tempi, anche su queste pagine. Io penso che il nodo di tutto il discorso lo abbia tu stesso evidenziato molto bene:
"Non credo che sia un mistero per nessuno che le granfondo siano un business, mentre l'organizzazione di gare giovanile siano invece una enorme spesa."
È inutile illudersi che delle risorse vengano di questi tempi utilizzate per sostenere una spesa, trascurando magari quello che è un grosso business. Va a mio avviso invece utilizzato il business per fare da traino a quello che è un movimento che viceversa rischia di sparire.
E il rischio che gli atleti juniores vengano "distratti" verso l'attivitá dei "non atleti" io francamente non la vedo. Sarebbe invece opportuno forse istituire una categoria "open" dove si possano confrontare gli "sfigati" semiprofessionisti che ora vincono le granfondo e dove magari possano "sfogarsi" gli juniores e i dilettanti che "non ce l'hanno fatta" e non ce l'avrebbero mai fatta.
Dietro ci saranno le "pippe" come me che finanzieranno il tutto per godersi lo spettacolo (o nel mio caso per godersi il percorso e le lunghe, inutili, classifiche finali).
31 luglio 2014 18:00foxmulder
Dimenticavo una cosa importantissima: categoria "open" supercontrollata, come quella degli juniores, a spese di federazione e organizzazione. Vinci una granfondo o una mediofondo della categoria "pippe"? Dalla prossima entri automaticamente nella categoria "open" e ti sottoponi ai controlli. Non fai risultati per una stagione? La stagione successiva torni tra le "pippe".
Io butto lì delle idee. Non pretendo di conoscere il verbo, ma capisco che non tutti abbiamo le stesse aspettative rispetto allo sport che pratichiamo e che madre natura non ha dato a tutti la stessa cilindrata. Ciò non significa che con un motore piccolo si debba rinunciare a misurarsi.
Foxmulder for president
31 luglio 2014 23:52ruotone
Se il presidente si chiamasse Foxmulder direi 'perchè no!', ma manterrei separate le categorie e la separazione in diritto.
I due mondi andrebbero fatti collaborare, e non c'è dubbio che una sintesi andrebbe trovata, come avviene già all'estero.
Ma al vertice attuale non interessa per nulla il settore giovanile.
Non concordo molto sulla voglia di agonismo "maturo", ma lo rispetto perché è un diritto di chi lo vuole praticare.
1 agosto 2014 11:17foxmulder
ruotone, troppo buono
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