LE PAGELLE DI STAGI. La corsa rosa arrossisce e Cav che fa?
TOUR DE FRANCE | 05/07/2014 | 20:00 Una marea di persone sulle strade. Chilometri e chilometri di entusiasmo senza soluzione di continuità. Il vero spettacolo sono stati proprio loro, i tifosi inglesi, che si sono riversati a milioni – si dico milioni - sulle strade dello Yorkshire. I corridori sembravano loro gli spettatori incantati, quasi delle comparse, degli imbucati in una festa di popolo senza eguali. Non ce ne voglia in nostro caro amato e adorato Giro d’Italia che porto nel cuore come poche altre cose al mondo, ma temo che in questi tre giorni inglesi il Tour conterà tanti spettatori quanti la corsa rosa ne fa in tresettimane. Muri umani, nemmeno fossimo sullo Zoncolan (mai visti neanche lì). Non dite che tanto bastava uscire di casa per poter veder passare la corsa, perché la gente era in massa su colli di campagna inglese, in una distesa di verde senza eguali. Per essere lì, bisognava andarci. E ci sono andati. VOTO 10.
Kate MIDDLETON. 10. A dare il via ufficiale alla edizione n° 101 del Tour de France i principi William ed Harry insieme a Kate Middleton. Alla duchessa di Cambridge l’onore di tagliare il nastro e dare personalmente il via alla corsa. Con eleganza regale.
Marcel KITTEL. 9. La fucilata di Fabian Cancellara fa saltare letteralmente i piani dei corridori veloci, ma lui è velocissimo a non farsi sorprendere e ad acciuffare una vittoria che non vale solo per la maglia verde della classifica a punti, ma per quella gialla. La più preziosa. La più agognata. La più sognata. La più bella, per il più bello.
Peter SAGAN. 8. È lì, pronto a dare la stoccata vincente. Ma la potenza bruta di Kittel non gli dà scampo, nemmeno su un traguardo che gli si addiceva parecchio.
Jens VOIGT. 9. È una furia. Il «vecchietto» della Trek (per lui 17a partecipazione al Tour: eguaglia il record di George Hincapie e Stuart O’Grady) va in fuga fin dal chilometro zero con Nicolas Edet (Cofidis) e Benoit Jarrier (Bretagne Seche). Li semina al traguardo volante e si va a vincere il 2° e il 3° gran premio della montagna (di 3° categoria) facendo incetta di punti per la prima maglia a «pois». A sessanta chilometri dal traguardo, si rialza e rientra in gruppo. Con i suoi 42 anni e 291 giorni è il più vecchio del Tour. Ma vecchio chi?
Mark CAVENDISH. 4. Gli Omega Pharma cominciano a preparare la loro volata quando al traguardo mancano 3 km e 700 metri. Il vento tira da destra verso sinistra, fanno un lavoro perfetto per portare il bomber al tiro davanti al balcone di mamma Adele che aspetta il mazzo di fiori che spetta al vincitore. Invece Mark cerca un appoggio con la testa e la spalla sinistra e tira giù Simon Gerrans. Non è propriamente un gel gesto. Anzi. Mark alla fine taglia il traguardo in bicicletta con la spalla destra dolente. Per lui il Tour rischia di essere già finito.
Fabian CANCELLARA. 7. Aspetterà anche la tappa del pavé, ma Fabian quando c’è da attaccare non aspetta. Arrivo posto su un traguardo che sale leggermente, a 1.100 metri scatta violento, ma lo riprendono ai 350 metri. Grande comunque. Come sempre.
Alessandro PETACCHI. 4. Arriva ultimo, a quasi quindici minuti. Perde il treno sul secondo gran premio di giornata, quello di Buttertubs al km 103 di corsa. Si staccano anche Purito Rodriguez, Chris Horner, Sacha Modolo, Cimolai, Elia Viviani, Pinot, Navarro, Rublon. Alcuni rientrano, il Peta, Modolo, Cimolai (che scorta fedele Sacha) e Viviani no. Pagano l’avvio frenetico del Tour, ma anche i continui rallentamenti su quelle strade strette e ricolme di spettatori dello Yorkshire. Sono autentici imbuti che non lasciano via di scampo. I primi passano, in mezzo rallentano, dietro si fermano e per ripartire non è poi così facile. Hanno perso una battaglia, ma c’è da vincere una guerra. E c’è tutto il tempo per farlo. Nei prossimi giorni.
di Pier Augusto Stagi - direttore di tuttoBICI e tuttobiciweb.it
Basta co 'ste polemiche gratutite, sempre a confrontare Giro e Tour. Il Giro è il Giro, il Tour è il Tour, la Vuelta è la Vuelta e la corsa organizzata dall'oratorio con i bambini è la corsa organizzata dall'oratorio con i bambini. Basta confronti forzati e inutili. Contestualizzare di più, polemizzare ridicolamente meno, grazie.
Giacomo
@ SantGiac
6 luglio 2014 00:59teos
Forse hai ragione, dobbiamo farci una ragione che il Giro è oramai divenuto una gimkana per bimbi in confronto allo strapotere del Tour, ma proprio perché il Giro non è una gimkana per bimbi oggi ho provato una tristezza infinita nel vedere il modo meraviglioso in cui gli inglesi hanno accolto una corsa NON loro e pensare a come noi italiani accogliamo una corsa nostra radicata non solo nelle nostre radici sportive ma anche culturali. E pensare che bastasse che ognuno di noi scendesse per strada alla passaggio della corsa sotto casa..
La leggenda e la grandezza di una corsa la fa anche la cornice di pubblico, non dimentichiamo mai questo fatto!
Ha ragione il Direttore
6 luglio 2014 15:15cesco381
....caro SanGiac, ha ragione il Direttore,ha ragioni da vendere. La grande differenza sta nel fatto che la società Aso (società del tour de france e altre manifestazioni a livello mondiale) Sto arrivando! Vendere molto bene un prodotto (in questo caso il tour) di grande qualità gestito da professionisti e non da "pensionati" all'occorrenza; detto questo tutto il resto e' aria fritta. Ben vengano le critiche del Direttore, si è mai assistito al tour alle bandierine sventolate da Velo in discesa? Ma non facciamoci ridere dietro per cortesia!
E poi quel noioso processo alla tappa con la De Stefano! Ma via, siamo seri.
Sono anni che non abbiamo alla partenza del giro un gruppo di campionii, questo rende poco interessante il Giro anche se i nostri percorsi sono certamente migliori e meno noiosi delle prime tappe del tour. Riflettere! E ancora complimenti al Direttore che non ha riverenze verso nessuno.
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