Lettera aperta: I due pesi e le due misure di Leblanc

| 07/06/2006 | 00:00
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera che sicuramente offre lo spunto per un importante tema di discussione. Egregio direttore, ho letto su tuttobiciweb, che il signor Leblanc (organizzatore del Tour de France) tra una settimana comunicherà se le due formazioni implicate nello scandalo spagnolo parteciperanno o meno al Tour de France. Sinceramente questa cosa mi fa sorridere: ricorda come sono stati trattati Claudio Corti e Danilo Di Luca in occasione della partenza del Tour del 2004? Di Luca a casa perché aveva ricevuto un avviso di garanzia e la Saeco minacciata da Leblanc di essere rispedita a casa qualora avesse insistito con la convocazione del corridore. Il signor Leblanc può dirci perché con le due squadre spagnole dovrebbe avvenire la cosa contraria? Per Di Luca esisteva un presunto avviso di garanzia (in realtà mai giunto, ma l’abruzzese fu vittima di una violenta campahna di stampa promossa dal quotidiano Le Monde, ndr), non una colpevolezza, quindi fu ingiusto non schierarlo alla partenza, ma per queste due squadre esistono responsabilità acclarate di alti dirigenti. Ora basta con questa farsa: i responsabili del ProTour applichino il Codice Etico tanto voluto ed abbiano il coraggio di lasciare a casa chi ha colpe ben precise. Dimenticavo, signor Leblanc: non devo essere certamente io a dirle che se esistono alberghi riservati per 22 squadre, le due escluse si possono sostituire con altre due Wild Card, non si arrampichi sui vetri! Se veramente vuole regole giuste, questa volta usi la rigidità utilizzata ingiustamente nel 2004 verso il team ed il corridore italiano. Qualora non fosse così anche la sua credibilità ne risentirebbe. Antonello Dalla Corte
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