LA TAPPA. Ancora salita verso Sestola

GIRO D'ITALIA | 18/05/2014 | 07:41
Diego  Ulissi ha firmato un’altra bella vittoria, nel suo stile caratteristico, quasi un marchio di fabbrica, imponendosi sul traguardo di Montecopiolo al termine della prima tappa veramente indicativa del Giro 2014. E’ il corridore livornese, fra quelli assai numerosi del gruppetto d’eccellenza giunti al finale dopo varie scremature, quello che ha i tempi e le gambe giusti per vincere con un colpo di fioretto, uno solo ma piazzato al tempo giusto.
La maglia rosa è rimasta “in Australia” dato che al  giovane Matthews (comunque di valore il suo Giro) è subentrato in testa alla classifica il suo connazionale Cadel Evans, veterano sereno e motivato ma, più o meno, i favoriti sono tutti lì.
La tappa odierna assomiglia un po’ a quella di ieri nella sua conformazione, anche se le pendenze delle salite sono maggiormente contenute. Pure l’avvio è molto più “soft” con oltre 110 km., quelli iniziali, assolutamente piatti, quasi tutti, in pratica, sulla via Emilia.
Lugo, sede di partenza, si lega al ciclismo con il Giro di Romagna, antica “classica” nata nel 1910 e con il nome di Giancarlo Ferretti, buon corridore e poi ottimo direttore sportivo. Ritrova il Giro d’Italia a distanza di cento anni poiché qui si concluse, nel 1914, la 7^ tappa del sesto Giro d’Italia, la Aquila-Lugo di 429 (quattrocentoventinove, avete letto bene) km., vinta  dal lombardo di Arconate Pierino Albino che si è poi ripetuto nella tappa successiva, finale di quel Giro, la Lugo-Milano di km. 420. Il ritrovo è previsto nella grande e scenografica piazza con la Rocca Estense, il Pavaglione – imponente complesso – e con la statua di Francesco Baracca, nativo di Lugo.
Si percorrono zone di rilevante tradizione e passione ciclistica come Faenza, Castel Bolognese, Imola (Mondiali 1968, Coppa Placci, Nino Ceroni, autodromo e tanto altro), Toscanella di Dozza (ricordo di Luciano Pezzi), San Lazzaro di Savena, Bologna con i suoi monumenti e la sua storia e, nel ciclismo, il G.S. Emilia di Adriano Amici. Seguono Crespellano, Vignola, altro riferimento di corse ciclistiche oltre alle prelibate e famose ciliegie, Marano sul Panaro e da qui la strada inizia a salire, senza strappi, verso il GPM di 3^ cat., quota m. 704, di Sant’Antonio. Si è nel panorama dell’appennino modenese solcato dai caratteristici calanchi. Si supera il capoluogo del Frignano, Pavullo nel Frignano appunto con un ricordo per una grande promessa mai sbocciata del ciclismo anni ’60, il compianto Romeo Venturelli, originario della vicina Lama Mocogno.  Veloce discesa verso fondovalle Scoltenna e poi si risale verso il GPM di Rocchetta Sandri, m. 689, 4^ categoria. E’ in un certo modo il prologo alla salita finale che inizia da Fanano. Una salita non impossibile ma impegnativa, divisa in due balzi. Il primo fino all’abitato di Sestola, regolare, al 6% di media, breve falsopiano prima d’iniziare il secondo troncone d’ascesa verso il Passo del Lupo con pendenza media del 10% e punte del 13%. Si passa per la località di Pian del Falco, dove era situato il traguardo della tappa del 1971 che vide il successo solitario di José Manuel Fuente, ma questa volta si prosegue ancora per qualche chilometro, con pendenze addolcite, verso l’arrivo in località Passo del Lupo, a quota m. 1538, GPM di 2^ categoria.
E’ un finale che chiama alla ribalta, magari per una recita corale se non per un “assolo”, i corridori con ambizioni di classifica.

Giuseppe Figini
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