PROFESSIONISTI | 21/03/2014 | 08:05 A soli 24 anni è già tra gli specialisti delle corse di un giorno, ma non ha mai vinto una delle classiche monumento, quelle che hanno fatto la storia del ciclismo. Anche per questo Peter Sagan, baby fenomeno slovacco, punta molto sulla Milano-Sanremo di domenica, nella quale deve riscattare la beffa dell'anno scorso, bruciato a sorpresa dal tedesco Ciolek.
Sagan, ci pensa ancora? «Ci rimasi male ma non ci penso più, anche se non l'ho certo dimenticata. Feci un errore, e dagli errori devi imparare».
Nel 2013 lei fu 2º anche nel Fiandre, ad Harelbeke, nella Tirreno e nella Strade Bianche. Inesperienza? Sfortuna? «Non tutti i secondi posti sono uguali e l'esperienza si acquisisce col tempo. A ogni stagione miglioro, datemi ancora un po' di tempo. Magari i secondi posti del 2013 diventeranno vittorie». Proprio al Fiandre 2013, sul podio lei fece una «palpatina» alla miss che le attirò poi dure critiche. «Non volevo mancare di rispetto a quella ragazza né alle donne in genere. Volevo solo scherzare. Mi spiace sinceramente e mi sono più volte scusato. Non succederà più». È vero che da bimbo sognava più una moto che una bici? «Le moto, da pista o da motocross, mi sono sempre piaciute. Forse è per questo che cominciai con la mountain bike». Perché passò poi alla strada? «Amavo il downhill, cioè la discesa libera in bici, ma i miei genitori lo consideravano troppo pericoloso». La sua prima corsa su strada? «Fu a Bratislava e staccai tutti. Ho ancora una foto di quella gara, avevo un casco che mi stava due volte, scarpe da tennis, una maglia larghissima e una bici verde che papà aveva preso al supermercato». Alcuni dicono che lei un giorno vincerà un Giro o un Tour. «Prima di fare un cambiamento così netto voglio provare a conquistare quante più classiche è possibile. Poi vedremo». Altri in lei rivedono il giovane Merckx... «Un bel complimento che però non mi pesa, semplicemente perché ripetere ciò che ha fatto Merckx è impossibile». Quale corsa, Mondiale compreso, sogna più di tutte? «Il Mondiale è speciale, ma anche Fiandre, Sanremo e Roubaix: quest'anno mi basterebbe conquistarne una. E il primo obiettivo è proprio la Sanremo. Un giorno però la maglia iridata vorrei indossarla». Alle vittorie lei aggiunge spesso uno show: impenna la bici, imita Balotelli, Hulk, Forrest Gump. Per la Sanremo? «Prima fatemela conquistare, poi lo show verrà da solo». Dove nasce questa sua vena istrionica? «Da ragazzo presi lezioni di recitazione perché volevo fare l'attore». Beh, comunque in sella lei sa già dare spettacolo: ma perché usa la bici anche per saltare delle auto o salire le scale? «Da bimbo andavo alle corse sperando che il vincitore desse spettacolo, forse è per questo che ora mi comporto così. E con la mountain bike ho imparato a dominare bene la bici». È vero che nel 2015 lei potrebbe andare nel nuovo team creato da Fernando Alonso? «Ho avuto un po' di offerte per la prossima stagione, ma per adesso ho ancora un anno di contratto col team Cannondale. Vedremo, potrei anche restare dove sono».
da La Stampa del 20 marzo 2014 a firma Giorgio Viberti
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