Petacchi: ho sentito una fitta, ho pensato a Bartoli...

| 09/05/2006 | 00:00
«Avevo voglia di correre e di fare bene in corse importanti, avevo stimoli nuovi e una squadra nuova: volevo lasciare un segno al Giro prima di concentrami sul Tour de France, invece...». C'è una nota triste nella voce di Alessandro Petacchi, intervistato ieri sera in hotel da Alessandra De Stefano, inviata di RaiSport. Ale Jet racconta così la sua giornata sfortunata: «Quando sono caduto, ho avvertito subito un grande dolore, pperò poi sono riuscito a ripartire. Ad un certo punto il ginocchio ha cominciato a gonfiarsi ed io ho sentito come una scarica elettrica e lì ho temuto il peggio: mi sono ricordato di quando Michele Bartoli è caduto e si è rotto il bacino, mi aveva raccontato di aver sentito proprio una scarica elettrica. Ho voluto finire la tappa, poi mi hanno consigliato di fare una lastra...». E dall'ospedale Petacchi è uscito con la gamba sinistra ingessata: «C'è un pezzetto di rotula, di circa un centimetro, che si è spostato: penso sia necessaria un'operazione. Il Tour? Non credo di farlo. Probabilmente dovrò stare fermo per un mese, ma anche se il ginocchio fosse a posto, mi troverei con una gamba più piccola, con il tono muscolare da recuperare completamente. Penso sia più realistico guardare ad obiettivi più in là nel tempo». Stamane Petacchi non era ovviamente al villaggio di partenza, ma tra i corridori si parlava di lui. «Eravamo in albergo insieme e vederlo rientrare con la gamba ingessata non è stato certo piacevole. È un amico, gli auguro di recuperare al più presto» ha detto per tutti Paolo Bettini. Straniti anche i compagni di squadra di Petacchi: «Il Giro della Milram cambia completamente - spiega Fabio Sacchi - ma non abbiamo perso la voglia di lottare. E già da oggi correremo al meglio delle nostre possibilità per tirare le volate a Mirko Lorenzetto, un giovane interessante che speriamo possa far bene».
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