SQUINZI. «Chiusi la squadra perché c'era troppo doping»
DOPING | 06/02/2014 | 13:09 L'addio di Mapei al ciclismo per il troppo doping? "Si il problema era quello", risponde Giorgio Squinzi, a Radio24: "Avevamo puntato la nostra visione sportiva per uno sport senza scorciatoie, e nel pieno dell'era Armstrong a un certo punto abbiamo ritenuto che era initile rimanere, impossibile competere". E, aggiunge il leader degli industriali, proprietario della Mapei, "oltretutto il fatto che noi denunciassimo il doping è stato anche biasimato, ed al limite anche minacciato di punizioni dalle autorità ciclistiche internazionali. E questi fatti sono purtroppo confermati negli ultimi mesi". Da Squinzi anche un cenno alla sua passione per la bicicletta ed alla amichevole rivalità sportiva con Romano Prodi. Chi è più forte? "Dipende dal grado di allenamento. All'ultimo confronto allo Stelvio nel 2012 Romano era più forte di me ma io ho rimediato facendomi spingere da alcuni dei miei ex corridori".
Finalmente qualcuno che parla con sincerità e senza censure.
6 febbraio 2014 18:40Bastiano
Cosa dire? Siamo certi che quello che ci dice oggi questo signore, sia diverso da quello che ci hanno detto Armstrong (perchè scoperto) e Di Luca (nel modo sbagliato)?
Forse è arrivato il momento di fare una lotta vera al doping e di non accontentarci di pochi capri espiatori.
coerenza
6 febbraio 2014 18:57siluro1946
Il dottor Squinzi mi sembra incoerente, forse frequenta troppo i nostri politici,
quando afferma che era "impossibile competere", ma il dottore si ricorda quante gare ha vinto con la sua Mapei?
Chissà se...
6 febbraio 2014 19:41Bufalini
Chissà se la ACCP ora denuncerà anche il Dottor Squinzi!
:-))))))))))
A. Bufalini
6 febbraio 2014 19:58limatore
oramai parla da presidente di squadra di calcio. Pur di non far cadere le attenzioni sul calcio , tirano m.... sul ciclismo. Tanto noi lo sappiamo che nel calcio non c'è doping, non c'è evasione fiscale..... lo sappiamo lo sappiamo.
mah !
6 febbraio 2014 20:08effepi
Eh si !!! Gli unici che correvano a "pane ed acqua" erano loro , e vincevano conto i dopati . Ora finalmente ha investito in uno sport pulito !!!
Complimenti !!!!!
HA RAGIONE SQUINZI
6 febbraio 2014 20:49vadoagile
di doping nel Sassuolo Calcio ce ne è sicuramente meno, se non fosse stato per Pavoletti e Acerbi negli ultimi sei mesi non se ne parlerebbe neanche.
Due bravissimi ragazzi che malgrado fossero molto malati, si curavano per tirare calci ad un pallone la Domenica.
Degli eroi a confronto di quei quattro delinquenti in bici che intasano le strade di questa derelitta Italia.
Adesso mi prendo sicuramente il cazziatone dall'integerrimo autolesionista bartolisixtyfour.
per vadoagile
6 febbraio 2014 22:10gianni
Scusi vadoagile, moderi i termini. Nel ciclismo non ci sono delinquenti. Ci sono atleti che non rispettano l'etica e che vengono cercati e quindi trovati. Lasciamo perdere quando avviene in altri sport e stendiamo un velo (non necessariamente pietoso).
Quanto ad intasare le strade, non sono certo le bici ad intasare. Anzi ce ne fossero di più di gente in bici, la vita nella città e nei paesi migliorerebbe come dimostrato da quando avviene nel centro e nord Europa.
E spiace molto anche a me aver perso uno come Squinzi... e chissà quanti altri.
In ogni caso un invito: commenti duri, ma nella correttezza.
gianni cometti Cureggio (Novara).
vadoagile
7 febbraio 2014 01:19luigino
Basta ancora sei in giro? Ma ti hanno mollato?
Sempre informatissimo sul doping (come sempre).
w la Fior
Dubbi ......
7 febbraio 2014 02:04angelofrancini
Sappiamo che lo sport professionistico da una notorietà molto velocemente: Berlusconi se non fosse stato presidente del Milan pensate che avrebbe vinto le elezioni la prima volta che è stato eletto? Quanti lo conoscevano come industriale a quell'epoca?
Squinzi dice che per le sue affermazioni fu "minacciato" dai dirigenti internazionali! Forse è anche vero, ma mi chiedo perché da una decina di anni (quindi dal 2002-2003, circa un anno dopo che è uscito dal ciclismo) è diventato uno dei principali sponsor istituzionali dell'UCI?
Io non mi sarei mai accompagnato a chi mi ha minacciato ......
Per favore ricoveratelo
7 febbraio 2014 04:27killer
Il sig. Squinzi forse ha perso la memoria oppure fa il finto tonto. Ha dimenticato Museeuw, Tafi, Garzelli e mi fermo perché altrimenti mi viene il vomito!! Ma come veniva minacciato dalle istituzioni ed e sponsor UCI??? Mi sono perso qualcosa?? Ma dai smettiamola con ste stron...... Lei è uscito dal ciclismo perché non ne aveva più voglia, aveva ottenuto il massimo della resa, la sua azienda non la conosceva nessuno!!! Si ricordi che è lei che ha ricevuto tanto dal ciclismo e non il ciclismo da lei. Grande fu Marco Pantani a rifiutare la sua milionaria offerta per passare in Mapei, e a distanza di anni le rode ancora. Lei ha deciso di uscire dal ciclismo, se ne faccia una ragione!!! Ora vediamo se anche lui riceverà una denuncia dall ACCP, MA NO!!!!!!!!!!
Le corte memorie dei soliti ignoranti
7 febbraio 2014 09:40Bartoli64
Vorrei ricordare a qualcuno che il Dr. Squinzi (anche ai tempi della Mapei) era ben conscio di cosa succedeva nel ciclismo, per questo nei contratti dei suoi corridori prevedeva che gli stessi dovessero rivolgersi - solo ed esclusivamente - ai medici ed ai tecnici della squadra (pena la rescissione del contratto con tanto di penale).
In tutto ciò, è appena il caso di accennare che il Capo dello Staff Tecnico di Mapei Ciclismo era un certo Prof. Aldo Sassi (e non mi pare ci sia bisogno di aggiungere altro sul quell’immenso tecnico che tutto il mondo del ciclismo, e non solo, ci ha invidiato).
A tutto ciò, si aggiunga pure la realizzazione del Centro Mapei di Castellanza (sempre ad opera del Dr. Squinzi) nel quale il Prof. Sassi, unitamente ai suoi collaboratori, studiavano nuove metodologie di allenamento, biomeccanica, alimentazione, psicologia, ecc. per aumentare le capacità atletiche dei corridori senza far ricorso al doping.
Ovviamente quel centro di eccellenza esiste ancora, e se ne avvalgono fior di professionisti (http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=65129) oltre che dilettanti, juniores, amatori e via discorrendo…
Quando il Dr. Squinzi, nonostante gli sforzi suoi e i suoi collaboratori, si rese conto che il doping era talmente radicato nel ciclismo di quegli anni da non poter essere cancellato in poco tempo dalle mentalità e dalle abitudini di larghissima parte dell’ambiente, lasciò liberi i propri corridori di rescindere i contratti siglati con il suo team, anche prima del tempo stabilito.
Con lui alla Mapei il doping non era consentito e non si poteva chiudere un occhio per nessuno, neanche per i campioni più affermati!
Tutto ciò prima di alzare “bandiera bianca” (si fa per dire) ed uscire dal ciclismo (comunque da signore ed a testa alta).
Oggi, però, qualcuno di voi dice che è un politico, che al Sassuolo chissà cosa fanno ecc., ecc.
Siete solo dei chiacchieroni da bar… piccoli, meschini, incoerenti, ingrati e pure ignoranti!
Bartoli64
P.S. (per Vadoagile): Tranquillo! Io a te (ed altri come te) neanche ti calcolo.
cervellino
7 febbraio 2014 09:43vadoagile
te invece sei sempre dentro? difficile che ti mollano, però sono contento che stai studiando, ora scrivi anche cose diverse dalla Zalf.
w la Fior...entina
bartoli 64
7 febbraio 2014 10:25lapalisse
non calcoli nessuno ma cogli sempre l'occasione per scrivere come lavora la magistratura italiana, due pesi e due misure, secondo come ti fa comodo, dicendo il nulla come Squinzi e Di Luca.
Caro lapalisse...
7 febbraio 2014 11:19Bartoli64
... ti rispondo, magari il sottoscritto non dirà nulla come dici tu, però si dà il caso che Squinzi abbia detto (e soprattutto fatto) molto di più rispetto a tanti che in questo ambiente ci hanno solo mangiato (e cag...).
Vedi, io non dico nulla, però quello che ho scritto sopra tu (e altri come te) non possono proprio confutarlo. Si tratta di fatti (mooolto tangibili) e non di chiacchiere da bar del tuo paese.
Stai bene così...
Bartoli64
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