Cerato: il calcio? noi saremmo giè stati sospesi e arrestati...

| 05/05/2006 | 00:00
''Sul 'Sole 24 Ore' di oggi leggevo che il Giro d'Italia vale 20 milioni di euro. Ci sono calciatori che da soli ne valgono uno e mezzo. Penso a quel barese, come si chiama... Ah si', Cassano. Ecco questa e' la differenza tra il calcio ed il ciclismo''. Parole di Alcide Cerato, presidente del CCP (Consiglio Ciclismo Professionistico) della federazione. In qualche modo, il Galliani del ciclismo. Ma le strutture dei due sport non sono in realta' paragonabili. Cerato pero' e' da sempre 'dentro' il ciclismo. Ricchissimo imprenditore milanese delle cerimonie funebri (sua la organizzazione 'San Siro'), Alcide guarda uno dei principali quotidiani e fa notare che il giornale dedica allo scandalo delle intercettazioni la meta' alta della prima pagina. Il Giro e' sotto. Cio' nonostante la sensazione, nel popolo del ciclismo, e' che gli scandali del ciclismo siano stati trattati senza i riguardi riservati al calcio. ''Fosse successo da noi - osserva Cerato - gia' stamattina avrebbero squalificato tutti i giudici di gara, indagato i corridori e arrestato qualche direttore sportivo. Invece provare a toccare il calcio e' come mettersi a sedere sulla sedia elettrica. Non dico mica nulla di speciale: leggo i giornali e dico quello che pensano tutti gli italiani. Tutti hanno interessi nel calcio. Tanto il Coni quanto la politica devono difenderlo. Il calcio e' protetto perche' vale miliardi di euro. Il ciclismo invece e' uno sport povero, anche se e' enormemente popolare''. Attorno al quartiertappa di Liegi si parla di Basso, Cunego, Simoni, Savoldelli e Di Luca, i pretendenti alla maglia rosa, ma tiene banco anche lo scandalo del calcio. E c'e' amarezza. Il ciclismo negli anni della bufera doping ha subito intercettazioni, blitz, perquisizioni e arresti. Tanti hanno avuto la sensazione dell'accanimento. Pochi giorni fa il presidente del sindacato corridori, Amedeo Colombo, ha sostenuto che ''ci fosse stato un altro presisdente federale, Marco Pantani non sarebbe morto''. Felice Gimondi oggi osserva: ''Capita a chiunque di lasciarsi andare quando parla al telefono con una persona con cui ha confidenza. Il ciclismo certamente non e' perfetto, ma non e' neppure cosi' sporco. Non foss'altro perche' i giudici di gara non possono fare molto per aiutare...''.
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