PROFESSIONISTI | 30/11/2013 | 09:19 Soddisfatto del 2013 della Bardiani CSF? «Sì, 11 successi e 20 podi per il team più giovane del panorama ciclistico internazionale non sono pochi. Rimane l’amaro in bocca per i troppi secondi posti portati a casa. Sonny Colbrelli avrebbe meritato almeno 2-3 vittorie ma dimostrerà quanto vale a breve». Il ricordo più bello? «La vittoria di tappa al Giro d’Italia di Battaglin: quando Enrico arriva davanti difficilmente sbaglia, serviva solo il traguardo giusto, troppo impegnativo per i velocisti e troppo facile per gli scalatori. Purtroppo la caduta di Bardonecchia ha compromesso il suo finale di stagione, affrettando il rientro non ha più trovato il colpo di pedale dei giorni migliori». Quello più triste? «Il giorno in cui ci ha lasciato il massaggiatore Doriano Cavaldonati per un infarto cardiaco. Lavorava con noi da tanti anni, il suo decesso è avvenuto appena dopo il Giro di Danimarca ed è stato per tutti un fulmine a ciel sereno. Lo ricordiamo come un uomo dalla grande vitalità, buono come il pane e un ottimo lavoratore». Il rammarico più grande? «Come dicevo, i piazzamenti che avrebbero potuti essere vittorie. Almeno in due o tre occasioni non siamo riusciti a finalizzare per la mancanza delle radioline, in momenti cruciali non ho potuto comunicare con i ragazzi e abbiamo perso l’attimo. Spero che il nuovo presidente UCI le rimetta perché sono fondamentali per il lavoro di un diesse, guidare la macchina e infilarsi nel gruppo non sempre è possibile e può essere pericoloso. E pensare che in altri sport, perché l’atleta riceva indicazioni dall’allenatore, addirittura fermano il gioco... ». Dei tuoi ragazzi chi ti ha sorpreso? «I giovani del primo anno, soprattutto Bongiorno e Zardini, che sono andati forti tutto l’anno e hanno dimostrato di essere ragazzi seri, che sanno allenarsi ed essere competitivi. Mi aspettavo e mi aspetto molto da Locatelli, che quest’anno non ha potuto rendere quanto previsto per la frattura del femore riportata in seguito alla caduta al Giro dell’Appennino». Da chi ti aspettavi di più? «Dai velocisti. Pretendo un salto di qualità soprattutto da Fortin e Coledan che hanno un potenziale indiscusso, ma devono imparare a fare i corridori anche in inverno per arrivare a inizio stagione senza chili di troppo e con la gamba pronta». Da 1 a 10 che voto merita la tua squadra per quest’anno? «8. Tanti si dimenticano che la maggior parte dei nostri ragazzi sono al primo anno di categoria e si confrontano con i migliori atleti al mondo. Per questo anche i media secondo me dovrebbero dar loro più spazio». Quando il primo ritiro? «Prima di Natale ci raduneremo a Fiuggi per tre-quattro giorni dedicati a visite, test, programmi e foto che scatteremo nelle splendide terme. A dicembre e gennaio svolgeremo altri due ritiri a Massa Marittima per poi partire in quarta con Tour of Qatar, Oman e, se verremo invitati, Dubai». Gli innesti per il 2014? «Abbiamo ingaggiato Ruffoni, il campione italiano Elite Colonna, Manfredi e Piechele. Ci aspettiamo tanto dal primo, che tra i dilettanti ha dimostrato classe e determinazione. Manfredi è uno scalatore che da junior ha palesato bei numeri. Negli ultimi anni ha sofferto per qualche problema fisico, ma seguito dal nostro preparatore Simone Casonato del Centro Science of Cycling e dal nutrizionista Michele Petranzan si sta rimettendo in sesto, sono certo che ci darà belle soddisfazioni». Ritorna a casa Piechele. «Sì. Dopo un anno e mezzo di stop in cui operazioni a entrambe le ginocchia, Andrea è rientrato in gruppo con la Ceramica Flaminia e mi ha dato fin da subito buonissime impressioni e, come promesso, l’abbiamo ripreso». Vi lascia Modolo, una garanzia. «Sacha era una pedina fondamentale, come in passato lo sono stati altri ragazzi cresciuti con noi. Per il rapporto che abbiamo con lui sarebbe rimasto altri 10 anni, ma a un certo punto della carriera l’aspetto economico comprensibilmente prevale. Gli auguriamo fortuna e speriamo che i nostri atleti, sfruttando lo spazio lasciato libero da lui, non ci facciano sentire troppo la sua mancanza». E Rossato? «Mirko rimane con noi. Per quanto riguarda il progetto a cui stava lavorando per la nascita di un team Continental, ha ceduto tutto ad Angelo Baldini. Con la neonata Mg KVis Wilier Triestina non avrà nulla a che fare». Ci sarà qualche novità per quanto riguarda bici e maglie utilizzate? «La Bardiani CSF pedalerà ancora su bici MCipollini e sulle maglie sfoggeremo il nuovo marchio di Giordana del patron Zecchetto, Alé. Acqua e terme di Fiuggi fanno il loro ingresso nel team e Hopplà rafforza il suo investimento, confermate le partnership con Gaerne, Briko e Las». L’obiettivo principale per il 2014? «La partecipazione al Giro d’Italia sarà centrale, vogliamo arrivarci al top per fare del nostro meglio. Vincere una tappa e una classifica (scalatori con Pirazzi, ndr) non è da tutti, abbiamo onorato l’appuntamento e se ci sarà concessa questa opportunità ci ripeteremo».
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