TUTTOBICI | 28/08/2013 | 08:54 Questo numero è intriso di dubbi e punti interrogativi: il peggior modo di fare giornalismo, mi avrebbe detto qualche anziano collega. Ma state tranquilli, in questa pagina che ormai avete negli anni imparato a conoscere, qualche risposta cercherò di darvela. Più che altro qui trovate degli spunti, mentre poco più avanti ci saranno altri elementi con i quali potrete farvi un’idea compiuta. Ma andiamo per ordine.
DUBBIO 1. Il primo dubbio è su Chris Froome, che senza dubbio è stato il dominatore assoluto del Tour de Centenario. Lui per primo l’ha capito e l’ha ammesso: impossibile non avere perplessità dopo quanto successo quest’inverno. Dopo la vicenda Armstrong, nulla sarà più come prima. I giornali e i loro giornalisti si sono visti accusare di aver tenuto chiusi gli occhi per anni: non tutti, ma moltissimi. Così, alla prima occasione, i giornali e i loro giornalisti hanno fatto vedere a tutti l’effetto che fa. Hanno mostrato a Froome, e non solo a lui, cosa può succedere quando si cerca di guardare al di là del proprio naso senza uno straccio di prova. Per quanto mi riguarda, e lasciando da parte le VAM e le varie potenze stimate, mi limito a valutare quello che i miei occhi hanno potuto vedere: soprattutto quella domenica sul Mont Ventoux. Le accelerazioni di Froome, il suo mulinare forsennato sui pedali mi hanno lasciato semplicemente basito. Posso dirlo? È un mio diritto? Credo proprio di sì. Dopo più di trent’anni di militanza nel mondo del ciclismo e non so quante corse, penso di poter dire quando ho dei dubbi. E in questo caso ne ho avuti più d’uno. Poi, dopo aver usato la pancia (leggi l’istinto) sono tornato alla ragione e mi sono rasserenato, in attesa delle prove inconfutabili che devono essere prodotte per mettere all’indice un atleta. E, francamente, in futuro spero che i miei dubbi non siano mai avvalorati o suffragati da uno straccio di prova. Meglio una figura da bischero in più che un nuovo terremoto che potrebbe risultare per tutti fatale. A scanso di equivoci, voglio anche dire che l’operazione trasparenza messa in atto dal Team Sky - ma questo vale anche per tutte quelle squadre che l’hanno fatto prima e lo faranno in seguito - poco m’importa. I dati contenuti nell’SRM del keniota bianco li ha forniti il team Sky, e quelli che sono stati chiamati a valutarli e lo faranno in seguito non hanno potuto e non potranno far altro che dare un giudizio su dati parziali, selezionati alla bisogna dal team della maglia gialla. Quindi, lasciamo da parte la trasparenza e affidiamoci ai laboratori: l’unica Cassazione che io conosca. A quelli che invece dicono che oggi è dura farla franca e che alla lunga la verità viene sempre a galla, vorrei ricordare che la verità di Armstrong è venuta fuori solo grazie alla giustizia ordinaria, all’Interpol e agli 007 che l’assicurazione Sca, la Us Postal e via elencando hanno messo in campo per incastrare il texano. Insomma, la giustizia sportiva e l’antidoping, in questa storia, non c’entrano assolutamente niente. Se fosse stato per loro, Armstrong sarebbe ancora qui a raccontarcela. Infine, un ultimo dubbio: siamo poi sicuri - come sostiene Dave Brailsford, grande capo del Team Sky - che la vittoria di Froome e questo Tour segni «l’inizio di una nuova era»? Con cinque ispanici nei primi dieci siamo proprio certi di quello che molti vanno in giro dicendo? Io no.
DUBBIO 2. In questo numero c’è anche una storia fatta di diffide, denunce, controdenunce e colpi bassi in nome delle Granfondo e la promozione del ciclismo nella nostra Capitale. Da una parte c’è Bicitaly di Gianluca Santilli, dall’altra il Gs Termoli di Bruno Irace. Da una parte la ormai nota - nonostante sia andata in scena una sola edizione - Gran Fondo Campagnolo a Roma, dall’altra la «Gladiatori». Da una parte Santilli che sostiene che la manifestazione ciclistica da lui creata è addirittura un’opera dell’ingegno e quindi degna di esclusiva sul territorio. Mentre dall’altra c’è un giudice che si è fatto una grassa risata e ha dato ragione al Gs Termoli di Bruno Irace. Poi, insieme a tutto questo, ci sarebbero tante altre piccole grandi domande. Io mi limito a farne una sola: le Gran Fondo (e le società che le organizzano) non hanno per statuto il veto di fare del business? Il ricavato (in questo caso elevato, visto che più di 5 mila sono stati i partecipanti della prima edizione, ad un costo medio di 45 € al quale vanno aggiunti tutti i vari sponsor annessi e connessi) non dovrebbe essere reinvestito in attività di promozione? E soprattutto, che bisogno c’è di costituire una società, la Bicitaly asd, che poi diventa Bicitaly s.r.l. - società di capitali - che è poi quella che agisce per la tutela dei suoi interessi, della quale però non si possono conoscere i soci, tutti coperti da un’intestazione fiduciaria della Finnat Spa e che a sua volta avrebbe acquisito i diritti della Gran Fondo Roma addirittura da una società cipriota? Insomma, tutto questo è perlomeno singolare. Per organizzare una Gran Fondo - seppur bene e di grandissimo impatto - è davvero necessario costruire un castello di siffatta natura? È solo un dubbio.
Pier Augusto Stagi, editoriale di tuttoBICI di agosto
è vero i dubbi vengono ma nn solo per Froome..io la mano sul fuoco nn la metterei nemmeno su Nibali che dal Polonia alla Vuelta ha fatto un cambiamento pazzesco..ora li alla vuelta è a meta gas rispetto agli altri...e dice che non è ancora al top...maaa il livello tra Astana e Sky è simile quindi stesso peso e stesse misure di valutazione...
Ci sono i fenomeni
28 agosto 2013 10:25gianni
Nessuno è colpevole senza prove e su Froome di prove oggi non ce ne sono proprio. Certo, è andato forte. E con ciò? Ci stiamo forse dimenticando che ci sono uomini più dotati di altri? Che dire allora dello scalatore (nel senso alpinistico) Burgada, catalano, che in cinque ore è salito ed è sceso dal Monte Bianco partendo da Chamonix e in 3h 15' ha percorso il tragitto Cervina - Monte Cervino - Cervinia?
saluti cordiali
gianni cometti
28 agosto 2013 10:27foxmulder
Carissimo direttore, Lei non avrà sicuramente bisogno dei miei complimenti, ma io glieli faccio volentieri ugualmente perché raramente mi sono trovato così d'accordo con un testo compulsato. E badi bene: questo vale per entrambi i punti da lei sollevati essendo, oltre che appassionato del mondo pro, anche appassionato granfondista. Veramente un gran bel pezzo.
concordo con Gianni
28 agosto 2013 10:57maicol
sono della stessa tua idea..a me da solo fastidio che a noi italiani se a fare una super prestazione non è un nostro atleta vuol dire che nn è pulito mentre se è un italiano ne siamo orgogliosi perché sicuramente la sua prestazione è pulita..e frutto di allenamenti e sacrifici mentre per gli altri gli allenamenti e i sacrifici non possono portare a quei risultati solo questo mi spiace per l antisportivitagenerata soprattutto dai giornalisti e commentatori tv nostri
"Posso dirlo? E' un mio diritto?"
28 agosto 2013 11:55SantGiac
Finalmente, cade "l'omertà" (termine forte, volutamente messo tra virgolette per non dare adito a interpetazioni eccessivamente letterali) del giornalismo ciclistico riguardo il doping! Posso finalmente esprimere anche io i miei dubbi visto che anche il direttore lo ha fatto. Posso dire che la Sky, Froome, la Katusha del "velocista" Moreno, l'Astana dell'"irreprensibile" Vinokourov, squadre Continental che fanno sfracelli nelle corse a tappe di casa, i colombiani, ecc. mi causano molti dubbi e perplessità? "Posso dirlo, è un mio diritto?". Ora sembra di si,finalmente.
Giacomo
Dubbi, tanti dubbi...
28 agosto 2013 12:50The rider
Purtroppo, come scrive il direttore anche io ho forti dubbi, sia su chi ha vinto meritatamente (lo spero) il Tour de France e soprattutto per chi si è piazzato nella classifica generale, ma è sbagliato dubitare se non si hanno prove, ma come giustamente ha scritto il direttore, fin qui ne abbiamo viste di cotte e di crude, di conseguenza i dubbi si rafforzano!
Sono d'accordo anche sul discorso delle GF, le quali dovrebbero avere ornganizzazioni TRASPARENTI e senza un ordine di classifica, questo per combattere in partenza il DOPING!!!!!!
Ponti Maurizio.
Froome
28 agosto 2013 13:49nikko
ma il team sky nella persona di dave brailsford in tempi non sospetti non erano quelli che si erano liberati di un noto e chiaccherato dr che risponde al nome di gert leinders...?
almeno il diritto del dubbio.
28 agosto 2013 14:01lupin3
d'accordo su tutto. Personalmente in trent'anni e rotti di ciclismo non mi ricordo di centrifughe modello Mont Ventoux, infinite conversazioni via radio tipo Alpe d'Huez e crisi più o meno simulate dopo che tre km prima li staccavi con una gamba (Semnoz). Quindi ben vengano i leciti dubbi personali.
ah, dimenticavo
28 agosto 2013 14:04lupin3
non mi ricordo neanche di "gregari" che dopo aver lavorato a tutta nella prima metà della salita finale, e questo in più tappe, si staccano e nel finale rientrano e a loro volta staccano gente in lotta per la generale. Singolare.
TERREMOTO FATALE
28 agosto 2013 14:12FORCING
CARO PIER AUGUSTO STAGI IL TERREMOTO FATALE C'E' GIA' STATO E NOI LETTORI NON CREDIAMO PIU' ALLE FAVOLE.
Buonanotte
28 agosto 2013 16:04tonifrigo
Hai ragione, Pier. Facciamo lo stesso mestiere e a volte fatichiamo a prender su l'auto per andare a vedere una corsa. Fatichiamo perchè, come dice Meneghello della lotta partigiana che fu anche guerra civile, "andavamo a fare una guerra che non eravamo buoni a farla". E' bello il linguaggio popolare, perchè ci permette di dire, senza essere fraintesi e senza fare la figura di quelli con il ditino alto (epperché, poi, visto che il ciclismo lo amiamo e lo abbiamo perdonato sempre in nome della fatica che comporta e della bellezza che ci regala, che andiamo a raccontare una corsa che non "siamo buoni a crederci". A parte chi non ha voluto vedere (e in Francia avevano gli occhi foderati di dollari, anche tra i giornalisti, c'è tanta gente che racconta il ciclismo che ha dovuto fare i conti con.... sorprese puntuali. E' così che finisci col non "essere buono a crederci", ove "buono" sta per "capace" ma anche per "dispobibile". Eppure siamo cui, a parlarne, e a mormorare che "speriamo che Froome". Prontissimi a registrare novità positive e - purtroppo più spesso - negative. Ciao.
Se si vuole, si può sradicare ogni dubbio.
28 agosto 2013 16:27valentissimo
Se prendiamo atto che il doping è molto più veloce dell'antidoping e che, l'UCI e le varie Federazioni non vogliono affatto scandali che possano far tremare poltrone, comprendiamo subito che il settore necessita di una netta inversione di tendenza.
Di credere a chi miracolosamente ha la trasformazione da brocco a cavallo vincente, non se ne parla neanche, così come non possiamo credere che, con il doping si andava ad una certa velocità e senza doping si va molto più veloci.
Togliamo le maschere e decidiamo di condonare tutto ciò che è accaduto fino a ieri per istituzionalizzare la seconda analisi di ogni campione a distanza di X anni, con denuncia penale e confisca di tutto ciò che si è guadagnato illegalmente.
Questa sarebbe di certo un ottima partenza e se ce na vogliamo convincere meglio, rifacciamo le analisi ai campioni dei Giri 2007/2008 cercando il Cera. Non occorre che ci si dicano i nomi dei positivi ma, bastrerebbe sapere la percentuale dei positivi.
Per le Granfondo, trovo indecente che vi sia il lato agonistico, che invoglia i ben retribuiti ex di turno, a caricarsi di sostanze vietate, per la gioia di sponsor poco avveduti che sono a caccia di una visibilità inesistente.
Dubbi
28 agosto 2013 21:48Berto65
Il signor Augusto Stagi ; siamo sicuri che é un giornalista? Farà uso di doping? Questi sono i miei dubbi . Come può un direttore di una rivista che si chiama " tutto bici" fare queste affermazioni. Non sarebbe meglio cambiare nome e chiamarlo " tutto polemica " o " Totti doping" o meglio "tutto polemica doping"
29 agosto 2013 09:18angelofrancini
Dubbio #1
Non si può non condividere quanto scrive il Direttore, sostenuto anche da altri giornalisti in altri ambiti.
Se assisti ad una gara, e deve scrivere il pezzo da pubblicare il giorno dopo, non puoi farti prendere dai dubbi: devi descrivere ai tuoi lettori i momenti salienti di quella gara.
Se cosi non fosse il giornalista dovrebbe attendere i risultati dell’antidoping per poi scrivere il suo articolo. Salvo poi che tali risultati 15 anni dopo siano smentiti da altri soggetti.
Ma quando la vogliamo capire che il doping e l’antidoping sono due amanti fedelissimi ed indissolubili: dove vi è uno vi è anche l’altro.
Oggi le informazioni che arrivano dagli studiosi della genetica, ci indicano che sia in fase avanzata la ricerca sulle “cellule staminali”, anche nelle applicazioni (eufemismo) legate al mondo sportivo.
Ma l’antidoping è ancora fermo alla Cera o all’Epo ……..
Quindi fra quanti anni avremo risposte se oggi già qualcuno fa uso di queste nuove frontiere legate alla ricerca genetica?
E come un rigore che l’arbitro ha fischiato oppure no: non cambia mai il risultato.
Per concludere ritengo che, il giornalista/cronista sportivo, ha il dovere di descrivere ciò che vede ai suoi lettori, altrimenti diventa un commentatore che è una cosa molto diversa. Oggi il web permette a tutti di fare i commentatori!
Dubbio #2
Debbo constatare come in questo articolo vi siano cose inesatte, non credo che la colpa sia di chi ha scritto l’articolo.
Stiamo parlando di una società Bicitaly (affiliata alla FCI) organizzatrice della Gran Fondi di Roma.
Società in cui sono (alcuni lo erano nel 2012) tesserati come atleti numerosi dirigenti federali: il Procuratore federale Santilli e numerosi altri componenti degli Organi di giustizia federale oltre al Presidente federale Di Rocco (come cicloturista).
Trovo però strana l’indicazione che Bicitaly è di Santilli: non figura (e mai vi è stato) nel consiglio direttivo di tale società. Forse perché così si è sempre proposto in pubblico, in occasione delle numerose iniziative legate alla realizzazione della Gran fondo di Roma, di cui si è sempre dichiarato l’organizzatore e il presidente.
Certo una situazione perlomeno insolita, dal punto di vista del rispetto dei regolamenti federali, se rapportato al titolare dell’organo che nella FCI rivestiva il ruolo di Pubblico Ministero (accusa) nel rilevare le inadempienze di tutti gli altri affiliati e tesserati.
X Berto65
29 agosto 2013 11:46SantGiac
Che tipo di prosciutto usa per coprirti gli occhi? Me lo dica che lo prendo anche io, sembra oscurare bene la realtà!
Giacomo
x santGiac
29 agosto 2013 12:27maicol
scusa ma qual è la realta? io penso che ci sono tante persone pronte a dare giudizi senza avere nessuna prova insinuando solo su prestazioni che vogliamo far credere a tutti che non siano possibili..
poi sono dell idea che se a me nn convincessero certe prestazioni non seguirei piu il ciclismo..perche dovrei seguirlo solo per scrivere sempre le stesse storie su questo forum?
x santGiac
29 agosto 2013 13:08maicol
scusa ma qual è la realta? io penso che ci sono tante persone pronte a dare giudizi senza avere nessuna prova insinuando solo su prestazioni che vogliamo far credere a tutti che non siano possibili..
poi sono dell idea che se a me nn convincessero certe prestazioni non seguirei piu il ciclismo..perche dovrei seguirlo solo per scrivere sempre le stesse storie su questo forum?
X Maicol
29 agosto 2013 15:06SantGiac
Il fatto è che io voglio bene al ciclismo, e mi fa INCAZZARE il fatto che i pochi (rispetto al passato per lo meno) che oggi si dopano riescono a farla franca anche grazie a complicità dall'alto (vedi Armstrong). Pertanto continuerò sulla mia linea a "scrivere sempre le stesse storie su questo forum", Lei non fa la stessa cosa d'altronde?
Giacomo
dopano
29 agosto 2013 15:40maicol
mi sai dire chi è dopato se hai le prove? Poi stai paragonando un ciclismo.di 10 anni fa a quello di oggi..e credimi che è cambiato molto il ciclismo e i.controlli..
Ecco il punto
29 agosto 2013 16:44SantGiac
Ha centrato finalmente il punto: il ciclismo e i controlli sono molto cambiati (e migliorati!), e proprio per questo chi riesce oggi a farla franca sono veramente pochi, però questi se non scoperti dominano le classifiche e falsano le corse!
Ovviamente non ho prove, ci mancherebbe, solo molti dubbi su alcuni corridori e squadre.
Giacomo
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