Froome: voglio esser d'esempio ai giovani africani

TOUR DE FRANCE | 20/07/2013 | 18:21
Chris Froome re del Tour de France. Ecco i suoi pensieri:
«Il Tour rappresenta un punto d’arrivo per il lungo viaggio che ho iniziato da bambino sulle strade sterrate del mio Kenia. È stato un viaggio fantastica, è stato un Tour fantastico che ogni giorno ha proposto problemi ed emozioni diverse. Mi dicono che la mia virta cambierà, ma io non voglio che cambi. A me è piaciuto l’avvicinamento mese dopo mese, mi è piaciuto preparare il Tour, mi è piaciuto correrlo e vincerlo».

E ancora: «Oggi mi sarebbe piaciuto vincere la tappa, ma non avevo le gambe negli ultimi due chilometri e le sensazioni mi hanno un po’ schiacciato, mi sono emozionato molto, lì ho cominciato a realizzare quello che avevo fatto. Spero che le mie prestazioni possano ispirare molti giovani africani, per i quali oggi è molto difficile riuscire ad entrare in una grande squadra come è successo a me. Bisogna crederci, bisogna preparare le proprie opportunità. Le mie doti sono nate in Kenia e cresciute in Sudafrica: questo successo è in gran parte del continente africano».

«È stata una sfida vincere il primo Tour del dopo Armstrong. Anch’io sono tra quelli che sono rimasti delusi, ma spero di aver contribuito a cambiare un po’ l’immagine del nostro sport. E so che la pressione che ho provato io l’avrebbe provata chiunque altro avesse indossato questa maglia, ho capito lo scetticismo di chi ci guarda».

«Penso che il Tour de France sia la corsa più importante del nostro sport, quindi andare a caccia della maglia gialla è un obbligo per noi. Mi piacerebbe tornare qui per vincere ma bisogna vedere i percorsi e soprattutto bisogna vedere quello che deciderà la squadra».

«Domani a Parigi ci sarà la mia fidanzata Michelle, ci saranno i miei vecchi compagni di scuola, i saranno tutti i compagni di squadra e faremo una fantastica notte di festa. Wiggins? No, non l'ho ancora sentito».
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