Ballan pronto per dare l'assalto al Giro delle Fiandre
| 23/03/2006 | 00:00 Ha sfiorato la stessa doppia impresa datata 1994 centrata da Giorgio Furlan. Al 40enne trevigiano di Olmi, veronese d’adozione, oggi tecnico tra i dilettanti della Gs 93 Promosport, riuscì la doppietta Sanremo-Tirreno-Adriatico. Trascorsi 12 anni, solo le circostanze hanno fatalmente privato dello stesso exploit un altro trevigiano: Alessandro Ballan, 27 anni a novembre, terzo anno tra i professionisti e grande rivelazione di quest’avvio di stagione.
La pioggia nella crono decisiva della Corsa dei Due Mari l’ha indotto ad essere prudente in discesa privandolo di fatto del successo finale. Alla Sanremo la scarsissima collaborazione dei 5 compagni di fuga, eccetto l’ex iridato Astarloa, ha vanificato una impresa nata ad un km e mezzo dallo scollinamento del Poggio, con uno scatto identico, fotocopiato a quello di Furlan.
«Peccato davvero - ammette a mente fredda Ale che sta facendo le valige per volare in Belgio - perché sono andato veramente forte. Per quello scatto sul Poggio mi hanno paragonato a grandi campioni, Argentin, Furlan, ma non solo. Ne sono più che orgoglioso. Mi sento il vincitore morale dell’ultima Sanremo. Ma vittoria a parte, il rammarico maggiore è che se almeno mi fossi piazzato tra i primi sei avrei conquistato la maglia di leader del Pro Tour, da indossare al via del Fiandre (solo 7 punti separano Ballan, ora quinto, dal capoclassifica Landis, ndr). Pippo (Pozzato, ndr) lo posso giustificare, ma gli altri? Nocentini, Sanchez e Schleck chi aspettavano? Eppure ero arciconvinto che saremo arrivati. Al km mi sono girato per controllare ed il vantaggio mi pareva rassicurante. Invece ai 400 metri il “treno” Rabobank mi è passato di fianco. Ho avuto solo un attimo di scoramento prima di gettarmi nello sprint generale chiuso comunque all’ottavo posto. La gamba c’era, nonostante i quasi 300 km di gara. Se prendevo subito la ruota di Pozzato potevo pure giocarmela. Pazienza. Eppure bastava solo un cambio in più perché la fuga arrivasse sino in fondo».
Ma quella fucilata da dove e come nasce?
«Stavo bene, la condizione c’era. Potevo provare anche sulla Cipressa. Troppo lontana. Sul Poggio, con Schleck avvantaggiato, i big non si muovevano. Aspettavo loro, magari Bettini, anche Bertagnolli. La Rabobank tirava, non capisco perché non hanno fatto partire Dekker o Flecha. Da come si era messa non succedeva nulla, finché mi sono deciso. Davanti a me le moto, i fotografi, la gente che mi riconosceva e urlava il mio nome. Con l’adrenalina alle stelle mi sono scattati due rapporti: per fare il vuoto avrò spinto il 53x14, forse qualcosa di più. Poi in cima la curva a sinistra affrontata per primo. Ci credevo. Momenti indescrivibili. Ci riproverò».
Ma non sarà la stessa cosa. Vuoi mettere il fattore sorpresa?
«Già. Sarò più controllato. Ma resta una corsa che sento alla portata. Non è così impossbile da vincere. Se esci bene dalla Tirreno-Adriatico te la puoi giocare sino in fondo in via Roma».
Ma almeno Pozzato ti ha ringraziato per il fantastico assit che gli hai dato?
«Ma sì dai, va bene così. Lui ha fatto la sua corsa con Bettini e Boonen dietro. Ci conosciamo da una vita. Potevo chiedergli lo sconto sulla Bmw X5 che mi ha venduto due mesi fa. Ma ormai gliel’ho pagata».
In questo eccellente avvio di stagione qual è la cosa più bella che pensi di avere concretizzato? Per caso ti manca qualcosa?
«Senza dubbio lo scatto sul Poggio. Mah, si mi può mancare la vittoria alla Tirreno-Adriatico. Sono partito bene quest’anno. Ho vinto il Laigueglia, sono arrivati i piazzamenti. Corro tranquillo senza tanti assilli».
Siamo alla vigilia della “tua” Campagna del Nord. Lo scorso anno ti sei fatto conoscere vincendo proprio a La Panne. Con il Fiandre, la classica delle côtes (17 quest’anno, ndr), hai un conto aperto. Sarai la punta della Lampre.
«Lo scorso anno la vittoria della prima tappa di Zottegem a La Panne permise di farmi conoscere. Al Fiandre i migliori mi ripresero a 20 km dal traguardo, dopo 30 km di fuga solitaria. A Meerbeke fui poi sesto. Adesso il morale è alto, la squadra punta su di me. Sabato ad Harelbeke farò le prove generali. Punterò a rivincere la prima tappa a La Panne, quasi sempre decisiva, per poi giocarmi tutto nella crono. Il Fiandre? Si adatta alle mie caratteristiche. Come la Sanremo è alla mia portata. Sarà la mia terza partecipazione. Da quando sono passato ci torno ogni anno, come alla Roubaix. Il Fiandre mi piacerebbe vincerlo, ma è meglio non scriverlo. Sai, solo per scaramanzia. La squadra che sale al Nord è completa: Napolitano è in forma. A La Panne ci sono due volate da fare. Sarà protagonista. Riesce a stare davanti, tiene le posizioni. Potrebbe fare bene anche al Fiandre, ma farà solo la Gand-Wevelgem».
Con te ad Harelbeke, Freccia del Brabante, La Panne, Fiandre, Gand-Wevelgem e Parigi-Roubaix ci sarà sempre Enrico Franzoi.
«Se pioverà Franzoi potrà dire la sua sul pavé. Sa tenere bene la bici, ha l’equilibrio giusto in certe situazioni conferitogli dal cross. Lo vedo già migliorato rispetto all'anno scorso. È capitato a me fare notevoli miglioramenti da un anno all’altro».
Massimo Bolognini
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