Nessuno dica che è un Giro falsato

ATTACCHI & CONTRATTACCHI | 19/05/2013 | 16:22
di Cristiano Gatti      .


Un Sestriere in meno, quattro chilometri in meno di Galibier: ma davvero si può già dire, come qualcuno sta cominciando a dire, che questo Giro sia in qualche modo falsato?

Mi sembra importante mettere subito la questione in chiaro, perché il messaggio non può passare neppure per scherzo. E non tanto perché questo Giro lo stia vincendo un campione nostro, l’unico vero che ci resta e che può assicurarci anche un po’ di futuro, ma per il pieno rispetto di tutti i signori che stanno affrontando questa prova di sopravvivenza.

Ma quale falsato, ma quale Giro ridotto e menomato: fino ad ora, anche senza Sestriere, anche senza i quattro chilometri finali del Galibier, è un Giro molto più duro di quanto potesse risultare sulla carta. Un percorso sin qui poco più che nervoso si è trasformato grazie al meteo in un reality spietato, inflessibile nell’imporre prove feroci, con l’ipotesi fondata che alla fine vincerà l’ultimo a restare in piedi.

Non scherziamo, per favore. Tanto per cominciare, sappiamo tutti che il Sestriere non è una salita in grado di far male a nessuno. Certo sarebbe servita a rosolare un po’ i corridori prima dei duelli finali sullo Jafferau. Però chiedo: avrebbe rosolato di più il Sestriere in condizioni climatiche normali, o hanno rosolato di più il diluvio, il gelo, la neve che i corridori hanno trovato lungo l’intero percorso, con temperature a precipizio sull’ultima salita? Inutile aspettare la risposta, basta ricordare com’era ridotto Scarponi. Chi abbia due dita di cervello sa bene che cosa sia peggio. Dunque, poche lagne sulla tappa di Bardonecchia: senza Sestriere, è comunque risultata molto più dura di quanto non si sarebbe rivelata con il sole.

E poi il Galibier. Va bene il piagnisteo collettivo per non essere riusciti ad arrivare fino in vetta al mito, ma per piacere fermiamoci ai piagnistei romantici. Non andiamo oltre. Non bisogna essere dei tecnici iperspecializzati per dire subito che comunque la corsa non ha perso niente di tracendentale. A meno che qualcuno non voglia davvero sostenere che in quei quattro chilometri tagliati Nibali sarebbe saltato e la classifica ne sarebbe uscita sconvolta.

Cerchiamo di essere seri. Sino ad ora, il Giro è attendibilissimo e verissimo. Non c’è niente di falso o di falsato. I più forti emergono. Di più: sono emersi con ancora maggiore evidenza, perché questa primavera glaciale ha selezionato molto più dei pochi chilometri mancanti.

Il discorso, se mai, adesso va aggiornato al tappone di Gavia e Stelvio, all’arrivo sulle Tre Cime di Lavaredo, verso fine settimana. Questi appuntamenti sono in bilico anche per il pericolo slavine, soprattutto se arrivasse un caldo improvviso. Sono sincero: il taglio di quelle montagne, quelle sì, renderebbe il Giro un po’ diverso. Non dico falsato, perché il vincitore – spero tanto Nibali – sarà comunque il più forte di tutti, anche della pioggia e del gelo. Più che altro sarebbe un vincitore orfano di grandi griffe, di quei grandi nomi alpini che hanno celebrato i signori della maglia rosa. Nibali – o chi per lui - si merita un finale degno, altisonante, aristocratico. Dove osano le aquile. Bisogna fare di tutto per arrivarci, e sono certo che Vegni&C. faranno di tutto per arrivarci (in seguito, magari, sarebbe fondamentale battersi a livello internazionale per riportare il Giro un po’ di giorni più in là, come usava una volta, a scanso di glaciazioni perenni).

Il resto però è nelle mani del Cielo, e al Cielo bisogna affidarsi. Ma non è il caso di portarsi troppo avanti. Non è proprio il caso di dire già adesso che il Giro è falsato. Questa, al punto in cui ci troviamo, è una colossale fesseria. E anche una diabolica cattiveria, che in qualche modo vuole sminuire il grande Giro di Nibali. Non bisogna dare corda, gli invidiosi meritano solo un pietoso silenzio.
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COMMENTI
Rammarico
19 maggio 2013 19:02 isagogico
Più leggo i suoi articoli sul Giro più mi pento di essermi abbonato

Il giro freddo
19 maggio 2013 19:15 falappala
Anni fa avevano proposto a giro e vuelta di spostare la data dello svolgimento, ma rcs non ha voluto staccarsi dalla tradizione. La vuelta è così diventata trampolino per il mondiale, mentre il giro si è trasformato in un rifugio per orsi polari.
La sua collocazione attuale non porterà mai più nessun big (a meno che non siano squalificati o altro, tipo Contador qualche anno fa) perchè essendo appunto tra la stagione delle classiche e il Tour, nessun grande nome verrà mai a parteciparvi.
In più il fatto che continuino a disegnarlo oltre i 2500 mt slm, aumenterà l'allergia dei corridori sani di mente.
Diventerà (anzi lo è già) una corsa di nicchia, per soli italiani o giovani stranieri in cerca di spazio e gloria.
Onore a Nibali comunnque, ma i big del pedale sono da un'altra parte (leggi Froome, Contador etc etc..)

falappala
19 maggio 2013 19:57 foxmulder
...infatti quest'anno mancavano solo Froome e Contador che però, in marzo, sono venuti a farsi la Tirreno (non propriamente "balneare")... Per quanto riguarda la Vuelta: è bello vedere corridori anche di un certo livello (pretendenti al mondiale) ritirarsi con le scuse più improbabili a metá corsa?

Perfetto
19 maggio 2013 20:37 SantGiac
Analisi perfetta, sta volta. Condivido tutto

colpa degli organizzatori
20 maggio 2013 14:35 pickett
In Italia esistono decine e decine di salite spettacolari e selettive al di sotto dei 2000 metri.Che senso ha ostinarsi a salire così in alto,nonostante le statistiche dicano che una volta su due oltre i 2500 metri non si può transitare,e le tappe devono essere mutilate,stravolte o addirittura annullate.E qualche nno fa,sull'Agnelllo(1995,mi pare)per poco non ci scapparono i morti,quando una valanga travolse gli spettatori.Quest'anno,poi,Acquarone ha voluto esagerare,inserendo Galibier,Gavia(assolutamente inutile ai fini della corsa)e Stelvio.Se poi il Giro viene falsato,non diamo colpa alla sfortuna.

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