Un documentario su Tullio Campagnolo

INIZIATIVE | 17/05/2013 | 09:06
Lo sport dal punto di vista dell’innovazione e della tecnologia, non solo inteso come sforzo, impegno e costanza per raggiungere vittorie e record. Se oggi non siamo più abituati a considerare gli sportivi anche come ingegneri e innovatori, all’inizio del novecento la passione per lo sport trasmetteva loro quella volontà e quella voglia di migliorarsi sotto ogni profilo. Volontà che portò alcuni dei grandi nomi del ciclismo, dello sci, del tennis e dell’automobilismo, non solo a vincere medaglie ma ad inventare anche nuove tecnologie che oggi noi tutti conosciamo e utilizziamo.

Il progetto di documentario in corso di sviluppo da parte della friulana Quasar Multimedia sulla vita e le imprese di Tullio Campagnolo, verrà realizzato all’interno dell’anno in cui la Campagnolo celebra l’anniversario per gli ottant’anni dalla fondazione dell’Azienda, e si colloca all’interno di una serie di quattro documentari monografici dal titolo Brains & Brawn, che verranno realizzati attraverso una co-produzione internazionale con l’intento di celebrare quattro tra i più importanti nomi dello sport che hanno fatto la storia: Mathias Zdarsky ritenuto il padre dello sci alpino anche grazie alla sua invenzione degli agganci da sci, René Lacoste, campione del tennis e imprenditore lungimirante, inventore della prima racchetta da tennis in metallo, Colin Chapman, uomo fuori dal comune, ideatore di ‘futuristiche’ soluzioni aerodinamiche nel mondo dell’automobilismo e lo stesso Tullio Campagnolo per il ciclismo.
Uomini, sportivi, ingegneri che hanno saputo coniugare perfettamente il binomio ‘braccio’ e ‘mente’ che li ha consacrati così alla storia.

A trent’anni dall’anniversario della morte di Tullio Campagnolo e a ottanta dalla fondazione dell’azienda ormai leader in tutto il mondo, la Campagnolo propone un’edizione limitata di gruppi meccanici e ruote migliorate al massimo nell’innovazione e nelle tecnologie, per prodotti di assoluta avanguardia nel mondo del ciclismo a livello mondiale, per celebrare e festeggiare con tutti gli amanti del ciclismo e non solo, questo importante traguardo.

In occasione delle tappe friulane della 96° edizione del Giro d’Italia la Quasar Multimedia ha celebrato il padre del primo cambio da bicicletta, inventato nel 1935.
«La mia personale passione per lo sport e l’idea che non servisse solo a tonificare il corpo ma che aiutasse a sviluppare anche il cervello, sono stati i punti di partenza.» Spiega Michele Codarin, ideatore e sviluppatore del progetto, con la preziosa collaborazione di Nicole Leghissa per la parte delle ricerche storiche e d’archivio, per Quasar Multimedia.

Raccontare una vita, attraverso le immagini in movimento in poco più di 50 minuti, questo lo scopo, l’intento, la magia.
Tullio Campagnolo fu attivo nel ciclismo dal 1927 al 1930, ma è già nel novembre del 1924, durante la scalata del Passo Croce d’Aune, in provincia di Belluno, che gli nasce l’idea di apportare alcune modifiche alla bici. Leggenda vuole che trovatosi in grande difficoltà nel tentativo di rimuovere la ruota posteriore per cambiare il rapporto, egli abbia detto la celebre frase in dialetto vicentino: Bisogna cambiar qualcossa de drio (Bisogna cambiare qualcosa qua dietro).
Nel febbraio del 1930 brevetta così la prima di una serie di celebre invenzioni, il mozzo a sgancio rapido, un’idea semplice quanto geniale che permetteva al ciclista di cambiare rapporto senza togliere la ruota. Un sistema che oggi appare macchinoso, ma che all’epoca fu rivoluzionario. Fu solo l’inizio di un percorso in salita, fatto di sacrifici certo, ma anche di passione e entusiasmo, perché come diceva il grande  Muhammad Ali, “I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione.”
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