Nibali, Evans, Napoli e Saltara: le rose di un Grande Giro

I VOTI DEL DIRETTORE | 13/05/2013 | 10:06
di Pier Augusto Stagi .

Andiamo al riposo – il primo – con Nibali in maglia rosa e una prima settimana abbondante di corsa più che buona per tutti noi che amiamo questo sport. È tempo quindi di bilanci: queste le pagelle dopo nove tappe.

NAPOLI. 9. Il via dalla città della pizza e del mandolino, del mare e delle belle cose da ammirare e da amare è stata semplicemente da applausi a scena aperta. Per quanto mi riguarda da “standing-ovation”: grazie Acquarone, grazie Vegni, grazie a tutti per questo avvio da cartolina. Napoli, Ischia, Sorrento, Penisola Sorrentina… luoghi che incatenano il cuore, che trasudano di passione e poesia. Ma quale avvio migliore potevamo sperare?

SALTARA. 9. Tecnicamente da questo piccolo borgo Medioevale incastonato nella valle del Metauro, il Giro – quello per la maglia rosa - è ufficialmente partito. Questo è il Paese della bicicletta. Dell’accoglienza. Dell’amicizia. È il paese che ha dato la maglia rosa a Vincenzo Nibali. L’ha vestita davanti al Balì, dove sorge un bellissimo osservatorio. Qui sono abituati ad osservare  il percorso delle stelle…

Ryder HESJEDAL. 5. Il suo inizio è stato difficile e complicato. Ma guai a pensare che il canadese sia già fuori dai giochi. Chi lo pensa è perduto. Non perdetelo di vista.

Domenico POZZOVIVO. 6. Nonostante la pioggia, nonostante le discese, nonostante la poca salita ha salvato la pelle. Il suo Giro deve ancora cominciare. Una sufficienza d’incoraggiamento.

Emanuele SELLA. 6. Veste in un paio di occasioni, in maniera virtuale la maglia rosa. Però si sbatte come pochi, e si butta nelle mischia come nessuno. Concreto e soprattutto reale.

Vincenzo NIBALI. 8. Attento e concentrato come pochi, lui e la sua squadra in palla fin da subito. Centra l’obiettivo della maglia rosa, forse prima di quanto lui e il suo staff pensavano. Il difficile deve però ancora venire, ma con lui forse ci arriverà anche tutto il bello che non abbiamo ancora visto.

Enrico BATTAGLIN. 7. Una vittoria di tappa a Serra San Bruno e un secondo posto a Pescara che vale quanto una vittoria. L’Italia del Giro sta imparando a conoscere un ragazzo che si chiama come il vincitore di un Giro e di una Vuelta ma assomiglia maledettamente ad uno che ha vinto quattro Liegi ed altre grandi classiche. Studia per diventare campione, ma s’intravedono le stimmate del fuoriclasse.

Robert GESINK. 6. Sereno, tranquillo, un tantino sornione. Non è appariscente, ma appare nella parte nobile della classifica. C’è e può finalmente farci vedere qualcosa di buono. Bravo anche Kelderman, al momento il miglior giovane.

Cadel EVANS. 7. È partito senza il botto, poi non ha perso più un colpo. È lì, in rampa di lancio, pronto a fare il gran salto. E da buon canguro è pronto a mettersi Nibali nel sacco.

Damiano CARUSO. 6. È stato chiamato all’ultimo per sostituire Ivan Basso bloccato da una ciste. Il suo avvio non è stato né agevole né semplice, ma il ragazzo ha saputo entrare in partita con lucidità e attenzione. Ora attenti, può essere la vera sorpresa.

Robinson CHALAPUD. 7. Si è dato molto da fare, si è gettato nella mischia e in questa prima parte di Giro merita solo applausi. È al momento secondo nella classifica dei “grimpeur”, alle spalle di Pirazzi (voto 7): ci si divertirà.

Samuel SANCHEZ. 6. Aspetta il suo terreno, per risalire la china. Le cronometro non l’hanno certo agevolato, ma comunque lì, a 3’43” dalla maglia rosa: attenzione.

Nacer BOUHANNI. 5. Due volate, un terzo posto a Napoli dietro a Cavendish e Viviani. Da rivedere. E lo rivedremo.

Luca PAOLINI. 8. Il suo Giro è già da applausi. Vittoria di tappa a Marina di Ascea e quattro giorni in maglia rosa. Per un esordiente di 36 anni non è poi così male. Eterno.

Michele SCARPONI. 8. Lungo la discesa di Maria di Ascea, quando è all’attacco, cade e perde più di 40”. Una brutta botta, per il suo fisico e per il morale. Lui, però, non si abbatte. Sereno come pochi e determinato come solo sa che il lavoro paga sempre, va avanti per la sua strada. Chi vuol vincere il Giro d’Italia dovrà per forza di cose fare i conti anche con lui. E chi pensa che con lui la pratica si possa chiudere facilmente… si sbaglia.

Francis DE GREEF. 5. È lì, a quasi 8 minuti dalla maglia rosa. Prima settimana, però, poco scoppiettante. Non tanto per lui, ma per tutta la Lotto Belisol, che al momento è apparsa uno dei team meno attrezzati in assoluto.

Benat INTXAUSTI. 6. In rosa a Pescara, ma di lui sentiremo ancora parlare. Un sette a tutta la squadra per la crono dell’Isola di Ischia.

Mark CAVENDISH. 8. Due volate, due vittorie. Bravissimo lui, brava tutta la Omega Pharma, che butta un occhio alle tappe e non perde di vista la classifica.

Matthew GOSS. 4. Deludente, in entrambe le volate disputate. Nonostante il grande lavoro di una squadra che è stata impeccabile.

Robert KISERLOVSKI. 5. È lì, a poco meno di 6 minuti, ma non si è ancora fatto apprezzare compiutamente. Ma il Giro deve ancora incominciare,  e lui attende paziente.

Bradley WIGGINS. 5. Potremmo infierire, per la crono che non ha vinto (Saltara), per l’incapacità di affrontare le discese, ma ha anche avuto tanta sfortuna e uno come lui non si arrende tanto facilmente. L’abbiamo battezzato subito il paziente inglese, per la sua apparente calma, ma sotto la brace arde il sacro fuoco della sfida. E la sfida è solo agli inizi.

John DEGENKOLB. 6. Vince una volata semplicemente incredibile e condizionata dalle cadute a Matera. Bella la sua vittoria. Ma vorremmo rivederlo in una vera volata a ranghi compatti.

Rafal MAJKA. 6. Giovane molto interessante, ora per lui e non solo per lui, inizia il difficile. Da rivedere.

Marco MARCATO. 5. È un lottatore, un ragazzo che getta sempre il cuore oltre l’ostacolo. In queste prime nove tappe ha fatto vedere poco. Ma siamo certi che a lungo andare, nella seconda metà di questo Giro, saprà inventarsi qualcosa.

Mauro SANTAMBROGIO. 6. È settimo nella generale. Ha sfiorato vittoria di tappa e maglia rosa. Forse si aspettava qualcosa di più, ma è in questa seconda parte di Giro che ci attendiamo le risposte migliori: saprà mantenere questa condizione? Se è si, ci si potrà lavorare per il futuro. Il Giro può diventare qualcosa di più e di diverso di una riserva di caccia per andare alla ricerca di qualche tappa. Mauro  - dall’anno prossimo - può puntare alla classifica. È solo una questione di tenuta di condizione, ma anche mentale.
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COMMENTI
lotto belisol
13 maggio 2013 16:43 bertu
Sara' anche "una delle squadre meno attrezzate in assoluto", ma intanto una tappa l'hanno gia' portata a casa, e non mi pare cosa da poco.
Alberto Vico

Bisogna dire una cosa molto importante...
13 maggio 2013 20:43 XMarcoClaX
Dopo le tantissime critiche molto meritate sia di noi utenti che di voi giornalisti all'organizzazione del giro dell'anno scorso(veramente piatto)...bisogna fare ora tantissimi complimenti all'organizzazione...finora solo 2 le tappe scontate, tutte le altre belle e inaspettate...

L'anno scorso non perdevate occasione per criticare il percorso...dovreste fare risaltare l'opposto adesso

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