La federazione inglese investe nel ciclismo femminile, e noi?

DONNE | 28/03/2013 | 18:08
Il ciclismo anglosassone è sempre più riconosciuto all'avanguardia da tutti. Anche la nostra Federazione, affidandosi a Max Sciandri, dimostra di nutrire grande considerazione per il mondo delle due ruote d'oltremanica e di volerlo prendere ad esempio.
Per questo merita attenzione il nuovo progetto della British Cycling legato al ciclismo femminile che attraverso le proprie campionesse e numerose iniziative mira ad ispirare le donne inglesi a usare la bicicletta più di quanto fanno già oggi.
Alla luce anche dell'incontro che il presidente della FCI Renato Di Rocco ha avuto pochi giorni fa con le cicliste Elite a Cittiglio, potrebbe essere interessante sbirciare ancora una volta al giardino inglese per prendere, perchè no?, spunto per puntare una volta per tutte davvero sul ciclismo rosa di casa nostra.

«Inspirare più donne a pedalare di più, che sia per divertimento, per la salute, per supportare il trasporto sostenibile o vincere gare di ciclismo, è questa la grande sfida che si pone il ciclismo britannico. L'obiettivo è promuovere ancor di più la cultura e l'accessibilità di questo sport che nel Regno Unito sta già riscuotendo tanto successo. Questa visione per il ciclismo femminile rappresenta la dichiarazione di cambiare l'immaginario del ciclismo femminile e il chiaro intento di portare in sella un milione di ragazze in più entro il 2020» spiega Brian Cookson, presidente della British Cycling.

Sul sito della Federazione inglese con queste sue parole viene presentato il piano d'azione, che parte da un'attenta analisi della situazione attuale del ciclismo femminile, delle barriere e le motivazioni che possono allontanare o avvicinare una donna al ciclismo e presenta una vasta gamma di soluzioni per rendere questo sport più accessibile a tutti, anzi a tutte.

Questi gli obiettivi dell'ambizioso progetto da raggiungere nei prossimi sette anni: portare più donne ad usare la bicicletta più spesso (anche per semplice divertimento, vedi a questo proposito le Breeze bike ride, ndr), creare per loro maggiori opportunità per pedalare e correre, promuovere un percorso che mantenga le donne impegnate, permettere a più donne di gestire lo sport, coinvolgerne un numero maggiore nel governo dello sport e aumentare il numero di iscritti di sesso femminile. Come? Sempre su britishcycling.org lo troviamo illustrato con grafici e parole («Vogliamo attraverso pedalate e incontri per donne di tutte le età, manifestazioni rivolte alle Under 16, eventi competitivi e non far capire quanto il ciclismo può far bene. Ci rivolgiamo alle ragazze giovani che domani potrebbero diventare campionesse, ma anche alle lavoratrici pendolari che andando in ufficio possono tenersi in forma e divertirsi con la bici»), oltre che con dei simpatici video che promuovono le prime iniziative di questo ampio progetto. Siamo certi che un piano d'azione così a lungo termine necessiti anche di parecchi fondi. Immaginiamo già cosa vi sta passando per la testa: "In Italia non li abbiamo". Prima di dirlo, andate a vedere i nomi dei principali sponsor di questo progetto. FIAT e Pinarello vi suonano british? A noi no.

Giulia De Maio
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COMMENTI
OCCHIO aI tuffi nel vuoto
28 marzo 2013 19:55 tonifrigo
Poi arrivano le cinesi e stangano tutti con metodi facilmente immaginabili e marcantonie la cui genetica è tutta da capire. No, grazie. Concordo con chi di recente ha fatto notare che il ciclismo femminile non è paragonabile a quello maschile. Ci sono sport più adatti per le donne e altri che hanno maggiore appeal (tv e sponsor) al maschile. Non è questione di sciovinismo. Se poi vogliamo fare i politicamente corretti alla faccia del nostro vero pensiero, fate vobis.

Basta con gli inglesi
28 marzo 2013 20:11 Per89
Noi siamo sempre stati i maestri delle due ruote, gli australiani venivano da noi a copiare i nostri, trucchi così come gli inglesi... Poi succede che gli italiani iniziano a non vincere più le classiche, nei grandi giri siamo protagonisti, ai mondiali per merito o demerito di bettini siamo sempre protagonisti ma non arrivano le medaglie... Il ciclismo diventa sempre più un sport non solo europeo e allora gli australiani iniziano a vincere il Tour con Evans che non è di primo pelo, poi due Sanremo, gli inglesi vincono un mondiale con Cavendish e un Tour con Wiggins che quest'anno non la muove... E allora che si fa? Nulla noi che eravamo i maestri noi che siamo figli di Pezzi, Albani e Cribiori cosa facciamo copiamo gli inglesi e allora il mantra e della federazione è: multidisciplinarietà e pista solo così si ritorna ad essere vincenti.... Abbiamo la categoria juniores in crisi nera, non ci son gare le squadre chiudono e qualcuno ha il coraggio di dire che questa categoria juniores è in crisi perchè i ragazzi si annoiano a far strada, ma finiamola, il Giro Bio è in crisi ma la federazione non importa finanziamo il Giro Donne... Io non ho nulla contro le donne, ma il loro movimento numericamente è piccolo iniziamo a rimettere a posto gli juniores e poi pensiamo alle donne.... E facciamo proposte nostre noi che siamo maestri e lasciamo stare gli inglesi che non hanno fantasia , ma forse sanno usare l'SRM meglio degli altri....

E' UNA QUESTIONE DI MANICO
28 marzo 2013 21:41 stargate
Inutile fare paragoni con gli inglesi, per valutare chi sia più capace, più fantasioso, ecc. Un dato, però, è certo: hanno l'immenso, decisivo vantaggio di non avere un Di Rocco. (Alberto Pionca - Cagliari)

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