SCIANDRI CT. Porcai: «No agli incarichi a tempo»

INCHIESTA | 11/03/2013 | 12:57
Nuova puntata, nuova opinione. Oggi tocca a Giulio Porcai, firma di lungocorso in campo ciclistico, da anni caporedattore del mensile di CyclingPro, magazine del Gruppo La Cuba. A lui passiamo la parola sulla questione Maximilian Sciandri, probabile CT azzurro, in attesa che il Consiglio Federale del 20 marzo prossimo ne ufficilizzino l'incarico. Ecco il pensiero di Giulio.


La scelta di Max Sciandri alla guida della nazionale mi sembra poco in linea con il progetto che aveva preso corpo nel corso degli ultimi anni. Non si discutono le qualità professionali del direttore sportivo italo-inglese quanto piuttosto la decisione di affidare l’incarico a tempo. Alla nazionale, ultima bandiera del ciclismo italiano, non serve un selezionatore dell’ultimo mese, posizione per la quale, oltre a Sciandri, ci sarebbero altri nomi di spessore capaci di impegnarsi nella scelta di una rosa competitiva, limitando l’impegno alle poche settimane che precedono il mondiale. La maglia azzurra ha bisogno di un lavoro in profondità, di costruzione e prospettiva, nel solco di quanto aveva così bene portato avanti Franco Ballerini sull’esempio di Alfredo Martini. Le vicende del recente passato ci insegnano che non si crea un gruppo in poche settimane e non può essere certo il pur valido Sciandri  a dare un’anima alla squadra azzurra in un tempo così ristretto. La nazionale è un team “temporaneo”, ma rappresenta un’idea e un valore che meritano impegno costante, che non può essere limitato da conflitti di interesse, austerità economica e penuria di campioni.

Giulio Porcai


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