Trent'anni fa l'addio al genio di Tullio Campagnolo

RICORRENZE | 02/02/2013 | 10:16
Tullio Campagnolo non è stato un campione del ciclismo pedalato ma è stato sicuramente il “campionissimo” della componentistica per biciclette.
Ieri, 1° febbraio, è stato il trentesimo anniversario della morte del geniale industriale vicentino, deceduto all’ospedale di Monselice nel 1983. Era nato a Vicenza il 26 agosto 1901, città indissolubilmente legata al suo nome, da Valentino ed Elisa Paiusco, secondogenito, dopo la sorella Amelia nata nel 1898. Fu battezzato con il nome di Getullio ma, ben presto, per tutti e per sempre, fu Tullio.
Il padre, Valentino, gestiva due negozi di ferramenta a Vicenza e, fin da giovanissimo, Tullio Campagnolo bazzicava i negozi paterni con curiosità e passione, lavorando anche di lima. Da qui il titolo del bellissimo libro scritto da Gianni Brera, lo scrittore suo grande amico, con il titolo “Il gigante e la lima”, edito nel 1993, che ripercorre le tappe del lavoro e delle vere e proprie invenzioni innovative, frutto di geniali intuizioni nel settore, di Tullio Campagnolo.
Pratica lo sport ciclistico a buon livello dal 1922 e proprio durante una corsa, il gran premio della Vittoria del 4 novembre 1924 che corre da “indipendente”, dalla sofferenza del freddo e del fango che gli impediscono di girare la ruota e affrontare l’ascesa del Croce d’Aune, notevole ascesa delle Prealpi bellunesi, sopra Feltre, con il rapporto più adatto, soffre fino all’inverosimile. Però non si arrende, anzi… E’ qui che balena l’idea che sperimentata, provata e riprovata nella piccola officina del negozio paterno, porta all’invenzione dello sgancio rapido. E da qui, in continua successione evolutiva e migliorativa, nascono il cambio a bacchetta con varie versioni, il notissimo gruppo Record nella seconda metà degli anni Cinquanta, unitamente alla straordinaria capacità di lavorazione e impiego innovativi di vari materiali anche nel settore motoristico e aeronautico. Si celebrano i cinquant’anni dalla fondazione dell’azienda nel 1983 con il Gruppo del Cinquantenario prodotto in serie limitata e ricercatissimo da appassionati di tutto il mondo. Il marchio Campagnolo, nel frattempo, era divenuto, da tempo, un “must” e “Campy”, negli U.S.A. e nel mondo, quasi uno stile di vita tanto da essere inserire fra i marchi di maggiore rilevanza e diffusione mondiale e portato alla ribalta anche in un film di successo.
Proprio nell’anno della celebrazione del Cinquantenario se ne va Tullio Campagnolo. Lo ricordiamo sempre presente, curioso, interessato, appassionato accanto ai grandi campioni di ogni epoca con i quali manteneva sempre un rapporto cordiale, aperto alle reciproche esperienze, affettuoso e riconoscente, da ambo le parti, anche in età avanzata. Non mancava mai ai grandi appuntamenti del calendario ciclistico. La medesima confidenza e cordialità Tullio Campagnolo la condivideva anche con i gregari e con i meccanici, sempre attento alle loro osservazioni, in un dialogo continuo.
Il ricordo letto di un grandemente commosso Eddy Merckx ai funerali del “Commendatore” è stato la testimonianza di questo suo legame, a tutto tondo, sentito, profondo, con il ciclismo e le biciclette.
L’azienda, guidata dal figlio Valentino (e non poteva che chiamarsi così….), che nel 2013 festeggia gli ottant’anni, ha continuato la ricerca e l’innovazione realizzando un’ampia e variata serie di prodotti per le “specialissime” dei campioni e degli appassionati di tutto il mondo per un marchio simbolo e distintivo del made in Italy. Realizzazioni ben conosciute e apprezzate, in linea con la tradizione e l’unicità di Campagnolo.
“Il gigante e la lima” apre così:
«Un omaggio a mio padre.

Molto ha avuto dalla vita, molto ha chiesto a sé, e molto ha lavorato. E molto ha dato.

Valentino Campagnolo»


Ci piace chiudere così.

Giuseppe Figini
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