VERSO L'8 GENNAIO. Porcai: «Italia è bello: ma di qualità»

| 04/01/2013 | 11:30
Dopo l'appello lanciato da tuttobiciweb (/index.php?page=news&cod=54954&tp=n) si è aperto il dibattito riguardante le wild card del Giro d'Italia 2013.
Nella situazione d'emergenza che sta vivendo il ciclismo di casa nostra, la corsa rosa dovrebbe proseguire nella sua mira internazionale o rivolgere un occhio di riguardo verso le squadre italiane?
Abbiamo posto questo interrogativo a stimati colleghi e uomini di ciclismo, fino al fatidico 8 gennaio vi proponiamo una ad una le loro risposte. Oggi scopriamo che ne pensa Giulio Porcai di
Cycling Pro.

«In un momento complicato come quello che stiamo vivendo, secondo me dobbiamo pensare in maniera ancora più ottimistica del solito. Da questa situazione disagevole possono saltar fuori nuove opportunità. Sarà un concetto banale o un po' ingenuo, ma è l'unico a cui possiamo aggrapparci. In ottica futura una scremata di certe squadre e personaggi può far bene al nostro movimento. D'altro canto in questo momento delicato credo che al nostro ciclismo serva meno protagonismo e una maggiore, anzi una totale, attenzione al bene comune. In questo senso RCS, se individua nelle formazioni italiane lo standard di qualità che pretende una manifestazione importante come il Giro d'Italia, dovrebbe privilegiare le squadre italiane. In fondo gli organizzatori dei grandi giri all'estero non fanno altro, sia al Tour che alla Vuelta privilegiano le squadre nazionali, perché non dovremmo seguire la stessa linea anche noi? Sarebbe uno stimolo importante perché le squadre si presentino al via della corsa rosa al top. A mio avviso il sistema degli inviti previsto dal World Tour va rivisto perché molte squadre della massima categoria non dispongono di un organico all'altezza di tre grandi giri, obiettivamente non possono ambire nello stesso anno alla maglia rosa, alla maglia gialla e a quella rossa. Nelle corse a tappe sarebbe quindi meglio dare più spazio alle squadre radicate nel territorio in cui si sviluppa la gara, che ci tengono a far bene in quelle tre specifiche settimane e hanno l'esigenza e la voglia di schierare la loro formazione migliore per un motivo affettivo e, perché no, anche prettamente economico. Concludendo, dare le wild card alle Professional italiane per il Giro 2013 sarebbe una bella spinta per il nostro ciclismo, potrebbe essere stimolante e proficuo per il rinnovo di contratti già in essere e l'avvicinarsi di nuovi sponsor che potrebbero tornare utili sia alle nostre squadre sia alla corsa più bella che abbiamo nella nostra terra».



18.a puntata - segue


a cura di Giulia De Maio



LE INTERVISTE PRECEDENTI

3 gennaio - Davide Cassani
2 gennaio - Gilles Le Roc'h

1 gennaio - Enzo Vicennati

31 dicembre - Silvio Martinello
30 dicembre - Ainara Hernando
29 dicembre - Beppe Conti
28 dicembre - Maurizio Crosetti
27 dicembre - Michele Acquarone
26 dicembre - Riccardo Magrini
25 dicembre - Gian Paolo Porreca
24 dicembre - Nando Aruffo

23 dicembre - Giorgio Viberti
22 dicembre - Jean Francoise Quenet
21 dicembre - Paolo Viberti
20 dicembre - Paolo Tomaselli

19 dicembre - Angelo Costa
18 dicembre - Cristiano Gatti



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COMMENTI
Ma i team con gli stessi Sponsor?
4 gennaio 2013 12:34 venetacyclismo
Ripeto attenzione alle professional con gli stessi sponsor , sarebbe troppo facile e con molto meno investimento, fare queste sponsorizzazioni e avere più visibilità di chi invece investe molto di più per entrare nei Pro Tour.

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