| 27/07/2004 | 00:00 "Mi piacerebbe collaborare con Uci e Federazione inglese" Londra, 27 lug. (Ap) - Anche nel ciclismo è arrivata l'era dei pentiti, o meglio dei collaboratori di giustizia. Tra i primi, uno dei più illustri ciclisti coinvolti in casi di doping: David Millar. "Voglio mostrare ai giovani ciclisti come si può finire nel giro del doping e come se ne può uscire. Mi piacerebbe lavorare con Uci e con la federazione britannica". Millar, ex campione del mondo, è stato escluso dalla squadra olimpica inglese e dal Tour de France. L'ultimo verdetto dell'Uci gli ha dato il colpo di grazia, togliendogli il titolo mondiale conquistato nel 2003 in Canada. In una deposizione di qualche settimana fa, è stato proprio il corridore ad ammettere l'uso di Epo in tre distinte occasioni, dopo che gli investigatori avevano trovato delle siringhe nella sua residenza francese, a Biarritz. La sentenza definiva sulla sua squalifica arriverà il 4 agosto prossimo, ma se i tempi fossero molto lunghi Millar potrebbe decidere di abbandonare lo sport agonistico. In un'intervista rilasciata al quotidiano "The Guardian", il ciclista spiega i suoi trascorsi con il doping: "Ci sono diversi motivi per cui ci cadi, ho sentito molto le pressioni della squadra: dovevo vincere anche quando non stavo bene". Millar ha qualcosa da dire anche sul suo titolo mondiale: "L'ho vinto con un grande margine, non avrei avuto bisogno di usare quelle sostanze. Ho sbagliato, e ho tenuto quelle siringhe per non dimenticare". Potrebbe smettere di correre, ma per l'inglese l'unica cosa che conta adesso è mantenere la dignità: "Non sono un bugiardo, è questo che conta". Le ultime parole di David Millar raccontano uno dei momenti più importanti della sua vita, quando ha deciso di farla finita con il doping: "Volevo vincere le Olimpiadi in maniera pulita, stare bene con me stesso. Ero instabile, stavo riempiendo la mia vita di bugie: non potevo più andare avanti così".
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