CAF. Oleksandr Polivoda assolto da ogni accusa

| 13/12/2012 | 18:31
Si è chiusa con la sentenza emessa martedì dalla Caf la vicenda di Oleksandr Polivoda, risultato positivo ad un controllo antidoping lo scorso 6 Ottobre 2012 al Piccolo Giro di Lombardia, a causa di uno sciroppo per la tosse che presentava alcune tracce di catina.
La sentenza di assoluzione arriva a due mesi di distanza da quel controllo antidoping che aveva gettato fango sull'atleta ucraino e sulla splendida stagione della General Store Medlago Cicli Fontana; una vicenda esemplare quella di Polivoda che dimostra una volta di più la necessità di lasciare agli organi di giustizia il tempo necessario per svolgere il proprio incarico senza saltare a conclusioni affrettate e, molto spesso, sbagliate.
Nella sentenza emessa dalla CAF infatti si legge «Ad avviso della Procura Antidoping può ritenersi sussistente una compatibilità tra la versione dei fatti fornita dall’atleta e le risultanze analitiche del laboratorio: la catina, sostanza specificata che rientra nella categoria S6 degli stimolanti, presente nelle urine del tesserato, può essere ricondotta alla sola assunzione di pseudoefedrina, principio attivo presente nello sciroppo dichiarato dall’atleta. Può pertanto ritenersi dimostrato, anche ad avviso di questa C.A.F., che la sostanza non sia stata assunta allo scopo di alterare la performance sportiva ma semplicemente per la cura di un banale mal di gola, come peraltro attestato dal medico federale ucraino».
Parole chiare e precise che fugano qualsiasi dubbio su una positività che aveva tolto il sonno all'entourage della General Store Medlago Fontana e che chiudono la vicenda con la revoca con effetto immediato della sospensione cautelare comminata a Polivoda lo scorso 26 ottobre. Dopo aver letto la sentenza Oleksandr Polivoda si è detto soddisfatto per essere riuscito a chiarire la propria innocenza e pronto per guardare alla stagione 2013 che lo attende protagonista tra i professionisti.
Più critico, invece, il presidente della General Store Medlago Fontana, Diego Beghini «In questi mesi a causa di questa pseudo-positività in molti ci hanno guardato con diffidenza e anche la carta stampata non ha perso l'occasione per colpirci. Sono stati giorni difficili ma noi non abbiamo mai dubitato della buona fede di Oleksandr che abbiamo sempre conosciuto come un ragazzo corretto e di talento a cui piace pedalare e impegnarsi per conquistare i risultati più importanti» ha commentato il numero uno della società scaligera «Ci sembrava di essere finiti dentro ad un incubo, colpevoli di qualcosa che, come dimostra oggi la sentenza della CAF, non avevamo commesso. Da parte nostra abbiamo sempre sposato una politica di crescita e di valorizzazione dei giovani atleti, lo abbiamo sempre fatto in maniera trasparente, combattendo il doping con il nostro modo di agire e di intendere il ciclismo. Questa storia, però, deve lasciare un insegnamento a tutti gli appassionati delle due ruote: la lotta al doping deve proseguire ma bisogna anche fare attenzione a non scadere in una sorta di caccia alle streghe per cui ogni semplice dubbio diventi una condanna ancor prima che sia stata accertata la verità dei fatti. Con un pò di oculatezza in più, anche la vicenda Polivoda avrebbe potuto essere gestita diversamente evitando di creare un notevole danno di immagine all'atleta e alla nostra società».
Sereno ma anche fortemente amareggiato per la campagna diffamatoria subita in questi ultimi due mesi, Diego Beghini ha concluso guardando al futuro «In queste settimane, in maniera silenziosa, abbiamo iniziato a programmare la stagione 2013 con un gruppo di atleti molto competitivo: vogliamo farci trovare pronti sin dalle prime gare del nuovo anno. Il nostro lavoro è questo lo continueremo a fare a testa alta certi della comprensione dei nostri tifosi».
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